Nola: una città in dissesto economico e sociale

 
Nola è una città sotto ricatto a causa di un debito, lasciato dalla precedente amministrazione, poi commissariata, di 33 milioni di euro, ratealizzabili in 20 anni a spese delle masse.
Ciò significa che la popolazione sarà costretta a pagare il massimo delle aliquote delle imposte comunali, a causa del malgoverno di una giunta fascista, guidata fino al 2017 da un neopodestà (Geremia Biancardi, avvocato amministrativista) legato mani e piedi al referente massimo della zona del neoduce Berlusconi: l'onorevole Paolo Russo autentico burattinaio del plurinquisito di Arcore nell'Agro nolano.
La "nuova" amministrazione comunale, in carica da giugno 2019 e gestita dal neopodestà nero Gaetano Minieri (ironia della sorte nipote dell'ultimo potestà di Nola dell'era mussoliniana), imprenditore nel campo della ristorazione e già consigliere comunale negli anni '90 in quota a Alleanza nazionale, sembra ricalcare la stessa strada.
Ancora volti legati alla disastrosa vecchia amministrazione, occupano gli scranni del consiglio comunale.
La disoccupazione dilagante e sacche di povertà sempre più estese.
Nonostante ciò le esigue casse del comune garantiscono addobbi e illuminazioni per la festa patronale di novembre (15.000 euro) e addirittura 1.000 euro di voce a capitolo per "incensare" la processione, più altri 1.500 per gli addobbi di Natale.
Al contrario per soddisfare le esigenze dei più indigenti in questo periodo nemmeno un “pacco dono”.
Non parliamo dell'alluvione che ha colpito la città nei giorni dal 19 al 21 dicembre, con allagamenti favoriti dalle condizioni disastrate del manto stradale, che hanno visto addirittura auto inghiottite dall'acqua sotto ponti autostradali, con i conducenti tratti in salvo da “forze dell'ordine” e pompieri.
Il neopodestà Minieri ha avuto il coraggio di affermare di non aver convocato un comitato d'emergenza per l'ordine pubblico e non aver attivato la Protezione civile, perché direttamente impegnato egli stesso a dare aiuto agli automobilisti in pericolo. Una faccia tosta come poche.
Non esiste un coordinamento per le emergenze di alcun tipo, con i vigili urbani impegnati più a tirarsi selfie che a garantire la sicurezza.
Le masse popolari devono combattere il governo e le istituzioni borghesi, costituire Comitati di quartiere e Comitati popolari che lottino per la realizzazione dei propri obiettivi immediati. Gli elementi più avanzati e rivoluzionari delle masse, soprattutto le operaie e gli operai e le ragazze e i ragazzi d'avanguardia, devono creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari fondati sulla democrazia diretta, che oltre ai suddetti motivi devono lottare per abbattere la classe dominante borghese, il capitalismo e lo Stato borghese e instaurare il socialismo.
Vincenzo – Nola (Napoli)
 
 
 
 
 
 

22 gennaio 2020