Nessun voto alle liste della destra e della “sinistra” borghese
Il voto giusto è l'astensione
Domenica sarà eletto il nuovo presidente della Regione, e la borghesia ancora una volta chiama alle urne le masse popolari e lavoratrici, come se queste avessero reale potere decisionale e come se la vittoria di un candidato piuttosto che un altro possa cambiare le loro condizioni di vita, di lavoro e di studio.
A contendersi la poltrona saranno il presidente uscente, Stefano Bonaccini, candidato di una coalizione di “centro-sinistra” a guida PD, che Bonaccini ha cercato di nascondere il più possibile per il discredito che questo partito ha accumulato tra le masse, e Lucia Borgonzoni per il “centro-destra” a guida fascio-leghista. Essi non rappresentano 2 concezioni diverse, ma anzi sono 2 facce della stessa medaglia, entrambi rappresentano la borghesia e i suoi interessi.
A dimostrarlo l’Emilia-Romagna di oggi, dopo 5 anni di governo Bonaccini, dove ad esempio il lavoro è sempre più precario e sottopagato, la sanità gestita con metodo aziendalista, l’ambiente subordinato ai profitti delle borghesie locali, le città sempre più “salotti buoni” nei centri e abbandonate nelle periferie. Per meglio servire la borghesia locale Bonaccini spinge come e anche più della Lega sulla “autonomia differenziata”, che in realtà è una secessione mascherata per mettere i capitalisti della regione nelle condizioni migliori per poter competere a livello economico e industriale anche con le regioni più avanzate d’Europa, a spese però delle masse popolari e lavoratrici. E la ricetta della Borgonzoni è ancora più liberista e privatizzatrice.
Vi sono poi altri 5 candidati che si posizionano principalmente alla “sinistra” del PD e che al di là delle singole rivendicazioni hanno la finalità dichiarata di recuperare parte dell’astensionismo elettorale che in questi anni si è sviluppato e consolidato togliendo legittimità alle istituzioni borghesi regionali. Nessuna lista merita la fiducia e il voto delle masse. Meno che mai quella della destra della Borgonzoni sorretta dall’aspirante duce d’Italia Salvini
Il PMLI ritiene che la presenza nel consiglio regionale non possa rappresentare nessun “argine”, nessun freno alle politiche padronali, privatizzatrici, antipopolari, nessuna “sentinella” servirà a soddisfare i bisogni delle masse, ma solo quelli della borghesia che ha bisogno proprio di tali fantocci per legittimare le proprie politiche.
Per il PMLI il terreno migliore sul quale combattere le politiche regionali, e nazionali, è al di fuori e contro le istituzioni rappresentative borghesi, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle piazze dove sono le masse le vere protagoniste, per questo i marxisti-leninisti invitano le masse popolari e lavoratrici ad astenersi alle elezioni regionali del 26 gennaio (disertare, annullare la scheda, lasciarla in bianco) e a dare tutta la propria forza al PMLI, l’unico Partito che sin dalla sua nascita ne ha difeso i diritti e rappresentato i bisogni, fuori dalle logiche del palazzo borghese.
 
PMLI.Emilia-Romagna
 

24 gennaio 2020