Il programma operativo sanitario regionale dei criminali commissari Giustini e Grossi, prossimo al varo, punta a tagli e tasse non più sopportabili
Giovani molisani davanti alla Camera denunciano il degrado e la dismissione della sanità pubblica
Stato di agitazione di molte sigle sindacali in tutte le strutture Asrem

 
Dal nostro corrispondente del Molise
Che la sanità in Molise stesse versando da anni in una pessima situazione, è cosa nota a tutti, persino a livello nazionale quando i media si sono degnati di dar spazio ora all’oramai intollerabilmente mancanza di medici, ora ai tagli alle zone interne o vuoi alla recente manifestazione di centinaia di giovani molisani sotto il parlamento romano.
Noi marxisti-leninisti avevamo purtroppo ragione ad affermare che le cose non sarebbero affatto migliorate: fra commissari sanitari e le destre reazionarie al potere in regione ci sarebbe stato da aspettarsi il peggio. E il peggio è arrivato: in questi ultimi 45 giorni abbiamo assistito a colpi di scena clamorosi. Partiamo dall’aspetto più grave, la bozza del programma operativo sanitario regionale per il triennio 2019-2021. Che esso preveda di portare in attivo il bilancio sanitario regionale, che è in rosso da anni ed è costato commissari straordinari su commissari, con annessi tagli, ticket, tasse locali aumentate, blocco assunzioni e via dicendo, fa un po’ ridere. L’obiettivo in sé è utopistico: in Molise la popolazione invecchia, è sparpagliata su tanti piccoli, montuosi e isolati paesini, c’è bisogno di investimenti e nuovi locali, i medici, molto più del personale infermieristico, sono in massima parte prossimi alla pensione e c’è già urgente bisogno di nuove assunzioni.
Ma è il come centrare l’obiettivo a far passare il sorriso: razionalizzazione degli acquisti e, soprattutto, “rimodulazione dei posti letto ospedalieri e territoriali” . Cioè tagli, tagli e ancora tagli, non ci vuole un genio per comprenderlo. E si parla di 18 milioni di euro di risparmi! Si ha intenzione di chiudere un intero ospedale o due? La seconda grande voce di risparmio messa in cantiere, per circa 14 milioni previsti, verte su “risparmi da farmaci e dispositivi medici” . Altra mazzata ai danni della salute delle masse proletarie e popolari che vedranno mancare investimenti fondamentali su medicinali e dispositivi medici comunque previsti come obbligatori dal SSN.
Infine, tanto per render chiaro come funziona la sanità nelle “libere”, “giuste” e “solidali” democrazie borghesi, la cupola di affaristi senza scrupoli che ci governa mette tutto nero su bianco; nel documento si legge difatti che: “il ruolo del privato accreditato risulta preminente nell’ottica di completare il sistema di offerta della Regione” . Leggiamo bene: “preminente”. Di sicuro non si andranno a scalfire i lauti guadagni delle principali strutture sanitarie private che collaborano con il pubblico. Stranamente tra queste, al primo posto, ci troviamo la Neuromed di Aldo Patriciello, storico boss democristiano molisano con i suoi uomini infiltrati nelle principali stanze del potere locale mentre vuol apparire al di sopra di ogni sospetto facendo l’europarlamentare dal 2006, con UDC e FI, ininterrottamente fino ad oggi. Ma non è una novità, almeno questa!
Il 16 dicembre, dinanzi alla Camera dei deputati a Roma, centinaia di molisani delle aree a rischio tagli (Agnone, Isernia, Termoli e Venafro) hanno dato vita a una colorata e sentita manifestazione per denunciare il degrado e la dismissione palese della sanità pubblica. Non è che il primo passo. Sempre più frequenti le interviste critiche di personale sanitario, le loro denunce e quelle dei sindacalisti. Da lunedì 27 gennaio, per una settimana, stato di agitazione di molte sigle sindacali in tutte le strutture Asrem perché, come detto da Lucio Pastore primario del pronto soccorso di Isernia ai microfoni Rai: “Queste sono scelte politiche che vengono da lontano. Quando Iorio (ex governatore “centro-destra”, ndc) in pieno commissariamento e blocco del turnover rottamò i medici, fece un’azione altamente distruttiva in piena consapevolezza. Quando Frattura (ex governatore “centro-sinistra”, ndc) ha ceduto ai privati convenzionati il 43% del fondo sanitario regionale, il 40% dei posti letto, consapevolmente ha scelto di distruggere la sanità pubblica. Toma (attuale governatore, ndc) continua su questa strada. Quando poteva farci uscire dal commissariamento evitando di anticipare le prestazioni extraregionali ai privati convenzionati, ha rifiutato di farlo insieme alla maggioranza del consiglio regionale. Improvvisamente ci diranno che pur volendo non riescono a mantenere aperti gli ospedali e che bisogna privatizzare. Ricordatevi, a futura memoria, che state assistendo alla via italiana per trasformare un bene comune come la salute in una merce e quindi, trasformare un bene pubblico in un sistema privato su cui lucrare. Stiamo avviandoci al funerale del fu Sistema Sanitario Regionale”. Commento lapidario che non possiamo non sottoscrivere.
Anche per questo rilanciamo le parole d’ordine del PMLI: lottare per la sanità pubblica completamente gratuita e accessibile a tutti. Creare un ampio fronte unito per la sanità pubblica, gratuita, universale, controllata e cogestita dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore, dalla popolazione e dai pazienti, che si avvalga di strutture capillari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale e sia finanziata tramite la fiscalità generale.
La causa dello sfascio della sanità è il capitalismo stesso e la legge fondamentale della ricerca del massimo profitto.
Ecco perché i bisogni sanitari delle masse e in generale il diritto alla salute e a una migliore qualità della vita potranno essere pienamente garantiti solo nel socialismo con la conquista del potere politico da parte del proletariato.
Masse molisane, apriamo gli occhi: o sanità pubblica o questo letamaio privato! O con il PMLI, con l’astensionismo elettorale tattico e con la rivoluzione socialista, o con 5 Stelle, PD, Lega e fascisti, con il parlamentarismo, con il capitalismo, con lo sfruttamento, con il razzismo. Non possiamo non capire quale sia la giusta soluzione! In ogni caso battiamoci uniti per la sanità pubblica. Né un ospedale né un pronto soccorso venga chiuso in Molise!

29 gennaio 2020