Bisogna studiare per trasformare il mondo


di Giovanni Scuderi
Sul numero 3/2020 de “Il Bolscevico” abbiamo pubblicato una corposa bibliografia sul materialismo dialettico e sul materialismo storico accompagnata da un articolo di presentazione che invita a Trasformare la propria concezione del mondo anzitutto i marxisti-leninisti e i simpatizzanti del PMLI ma anche le operaie e gli operai, compresi le braccianti e i braccianti, e, più in generale, le masse lavoratrici, pensionate e disoccupate, le ragazze e i ragazzi che lottano per il loro futuro e le intellettuali e gli intellettuali del popolo che lottano per il cambiamento sociale.
Su questo numero ripubblichiamo il discorso pronunciato il 15 dicembre 1984 dal compagno Giovanni Scuderi in occasione della giornata di studio sulla linea giovanile del PCI e della FGCI. Si tratta di un discorso tenuto “a braccio” dal Segretario generale del PMLI, integrato da alcuni brani della replica, ricostruito sulla base di una registrazione e rivisto e corretto dall'Autore. Discorso quanto mai attuale e prezioso per raccogliere e far proprio quest'appello a studiare per trasformare la propria concezione del mondo e quindi per partecipare attivamente e vittoriosamente alla trasformazione del mondo. Solo così potremo partecipare da protagonisti alla lotta di classe contro la barbarie del capitalismo e dell'imperialismo e per la conquista del socialismo fino all'avvento ultimo più lontano del comunismo, la società senza più classi e sfruttamento del lavoro salariato, senza più guerre e disuguaglianze antagonistiche che ci farà uscire dalla preistoria e in cui finalmente varrà il principio: Da ciascuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni.
Buono studio a tutti!
 
Da quanto mi risulta, attualmente all’interno del Partito, in generale, non si studia molto, anzi si studia poco, e quando si studia lo si fa non in maniera sistematica, programmatica e con criteri corretti.
Questo è un problema che non riguarda solo i singoli compagni, ma tutte le istanze del Partito. Da oggi quindi dobbiamo studiare seriamente e con coscienza rivoluzionaria. È necessario lanciare una vera e propria campagna di studio, per richiamare l’attenzione del Partito su questa questione cruciale e prendere delle misure adeguate, a livello individuale e collettivo.
Il problema dello studio è ancora aperto nel Partito. Esso è stato sollevato per la prima volta in maniera pressante e programmatica nel settembre 1979, all’8ª Sessione plenaria del 1° CC, nel momento in cui il revisionismo era infiltrato nel vertice del Partito e intensificava le sue manovre per scardinare e rovesciare la direzione e la linea politica del Partito.
Poi è stato ripreso con altrettanta forza al 2° Congresso del Partito, che si è svolto nel novembre del 1982, per migliorare la qualità dei quadri e dei militanti in funzione del grande balzo in avanti. Oggi, quando manca un anno al 3° Congresso, viene di nuovo riproposto all’attenzione del Partito. Ciò al fine di scuotere le coscienze di tutti i militanti del Partito affinché si prenda il toro per le corna e si dia una soluzione soddisfacente a questo problema. Anche se esso esisterà sempre, e domani o dopo domani lo dovremo riprendere di nuovo in esame.

1. Perché dobbiamo studiare
Dobbiamo studiare perché l’impegno fondamentale che ci siamo assunti è quello di sconvolgere il vecchio mondo, di rovesciarlo e di costruirne uno nuovo, la società socialista.
Se non conosciamo la realtà che ci circonda, se non conosciamo i segreti del vecchio mondo e le leggi che lo regolano, se non conosciamo neanche le leggi della rivoluzione socialista e l’orientamento che dovrà avere il nuovo mondo, ben difficilmente riusciremo a realizzare nella pratica gli obiettivi del nostro impegno rivoluzionario. Dunque se vogliamo trasformare il mondo, sostituire un mondo nuovo al vecchio, bisogna studiare.
Studia la borghesia per mantenere in piedi il vecchio mondo, dobbiamo studiare noi per rovesciarlo. Se non studiamo, non solo non sapremo nella pratica come si fa a rovesciare il vecchio mondo, ma finiremo con l’essere subalterni alla borghesia, la quale ha tutto l’interesse che i suoi avversari siano degli asini politici e incapaci di vedere oltre il proprio naso.
Lo studio per noi non è un fatto puramente culturale, ma un elemento fondamentale per far sviluppare ed avanzare la lotta di classe, per smantellare la costruzione teorica, politica e morale della classe dominante.
I marxisti-leninisti, in particolare gli operai marxisti-leninisti, devono essere in grado di contendere tutti gli spazi, anche culturali, alla borghesia, e hanno il dovere di essere ben armati sul piano culturale, non solo per difendersi ma soprattutto per attaccare la borghesia e il revisionismo. La nostra è e deve essere una lotta rivoluzionaria di attacco e non di difesa. E per attaccare sul piano ideologico, per vincere questo tipo di battaglia e assolvere i nostri compiti rivoluzionari, bisogna attrezzarsi con degli strumenti culturali adeguati.
C’è sempre bisogno di studiare per accrescere la propria cultura, rimuovere le acque e respingere il revisionismo, ma al momento attuale c’è bisogno di studiare per afferrare fino in fondo la linea politica del Partito, proprio nel momento in cui si sviluppa il lavoro di massa e raccogliamo i primi successi. È proprio per questo che bisogna studiare, altrimenti si rischia di costruire sulla sabbia.
Anche la DC e il PCI guidano dei movimenti di massa. Ma su che basi li costruiscono? Su basi borghesi. Noi invece su che basi vogliamo costruire i nostri movimenti? Sulla sabbia o sulla roccia? Io penso sulla roccia. Su basi revisioniste o su basi rivoluzionarie? Io penso su quelle rivoluzionarie.
Dove dobbiamo condurre le masse? A sinistra o a destra? Naturalmente a sinistra, ma per guidarle a sinistra, verso il socialismo e la rivoluzione dobbiamo essere un Partito colto. Dobbiamo quindi andare a fondo sulla questione dello studio. Questa non è una questione secondaria, altrimenti passano i Krusciov, i Deng, i Natta, i quali potrebbero essere un giorno nelle nostre cellule e dovunque nel Partito, anche nel Comitato centrale.
Dobbiamo essere coerenti, e tutti quanti dobbiamo diventare degli scienziati della rivoluzione proletaria. I marxisti-leninisti devono essere dei quadri, dei dirigenti del proletariato. Essere dei quadri completi significa organizzare bene le affissioni, le diffusioni e tutte le attività del Partito e di massa, ma significa anche sapere spiegare alle masse come stanno effettivamente le questioni, saper fare una relazione, un comizio, un’inchiesta, insomma avere una cultura e una preparazione rivoluzionarie adeguate ai propri compiti.
Bisogna essere in grado di rispondere a tutti i problemi che ci vengono sollevati. In particolare lavorando fra i giovani, specialmente di origine piccolo-borghese, bisogna essere ferrati riguardo a Stalin, la dittatura del proletariato, la violenza rivoluzionaria, il ruolo del Partito del proletariato e il centralismo democratico.
Su questi 5 temi si misurano costantemente il proletariato e la borghesia. Riguardo ad essi, non dobbiamo concedere nulla ai borghesi e ai revisionisti.

2.Chi deve studiare
Tutti dobbiamo studiare, dirigenti e militanti di base, intellettuali e operai. Lo studio non può essere delegato ai soli dirigenti o ai soli compagni intellettuali, ma deve investire tutto il Partito. Lo studio è un campo dove è inammissibile ogni e qualsiasi forma di delega. Chi è incolto, chi non conosce le regole della rivoluzione, finisce inevitabilmente con l’essere subalterno non solo a chi possiede la cultura in senso generale, ma anche a chi possiede la cultura rivoluzionaria.
In particolare devono studiare gli operai membri del Partito, sia perché la loro istruzione scolastica è inferiore rispetto a quella dei membri del Partito provenienti anche da altre classi che hanno frequentato l’Università o le scuole medie superiori, sia soprattutto perché essi devono essere i padroni e i dirigenti del Partito a tutti i livelli.
Lenin nel 1899 trattando questa questione così affermava: “Tra gli operai emergono gli autentici eroi, i quali - nonostante le orribili condizioni di vita, nonostante il lavoro forzato, abbrutente della fabbrica - trovano in se stessi abbastanza carattere e forza di volontà per studiare e far di sé dei socialdemocratici coscienti degli ‘intellettuali operai’.
In Russia esistono già questi ‘intellettuali operai’, e noi dobbiamo fare ogni sforzo possibile perché le loro fila si estendano continuamente, perché le loro elevate esigenze intellettuali vengano soddisfatte appieno, perché dai loro ranghi emergano dei dirigenti del Partito operaio socialdemocratico russo”. (Una tendenza retrograda nella rivoluzione russa).
Lo studio da parte degli operai membri del PMLI è una questione strategica fondamentale, il PMLI vuole che i suoi membri operai siano degli “intellettuali operai” armati del marxismo- leninismo, per i motivi suesposti e per evitare che il Partito cambi colore. Non dobbiamo dimenticare l’esperienza che ci viene dal movimento operaio internazionale e nazionale. Se per esempio nel PCC vi fossero stati più operai di cultura marxista-leninista in grado di fronteggiare e smascherare gli imbrogli dell’omuncolo Deng certamente costui avrebbe fatto poca strada, e non sarebbe riuscito, con le sue chiacchiere, la cultura borghese, le manipolazioni della storia e del marxismo, a stravolgere la linea politica, economica, filosofica, ideologica, teorica e organizzativa del PCC.
Dobbiamo far tesoro di questa esperienza, che poi è analoga a quella dell’Urss. Anche nel PCI è avvenuta la stessa cosa. Occorre quindi studiare per non farsi ingannare dai revisionisti aperti o mascherati, per difendere la linea del Partito e il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, per combattere la borghesia e il revisionismo. Bisogna che gli operai del Partito diventino attraverso lo studio, come indicava Lenin, degli “intellettuali operai”, dei marxisti-leninisti completi anche sul piano culturale affinché sappiano tenere in pugno la lotta ideologica e politica nd Partito e fra le masse.
 

3.Che cosa bisogna studiare
Anzitutto bisogna studiare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao che costituisce il microscopio e il telescopio dei marxisti-leninisti e del proletariato rivoluzionario.
Se vogliamo vedere le cose come stanno effettivamente, se vogliamo indagare a fondo sulle questioni che sono sul tappeto, bisogna ricorrere a questo microscopio che è il marxismo-leninismo. Se invece vogliamo vedere lontano, sapere quali saranno gli sbocchi delle tendenze attuali, ricorreremo al telescopio, ugualmente rappresentato da questa brillante teoria.
La teoria marxista-leninista non è un dogma ma una guida per l’azione. Essa non è finita con i 5 Maestri storici, ma potrà avere ulteriori sviluppi attraverso le nuove esperienze della lotta di classe e le ulteriori vittorie della rivoluzione socialista sia italiana che di altri paesi Ma non ci può essere sviluppo del marxismo-leninismo se si nega e si mette in discussione anche una sola parte di quello che i Maestri del proletariato hanno già analizzato, provato e definito scientificamente.
Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao infatti non è altro che la sintesi e la sistematizzazione dell’esperienza che dalla sua nascita fino a qui ha compiuto il movimento operaio internazionale. Rappresenta quindi un patrimonio immenso che va difeso e utilizzato a piene mani.
La borghesia ha la sua cultura, filosofia, “scienza” per conservare questa società e questo mondo, il proletariato ha la sua cultura, filosofia e scienza per rovesciare la società borghese e trasformare il vecchio mondo. Non esistono vie di mezzo, una terza cultura; su questo bisogna essere chiari e precisi. Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao è la nostra più grande ricchezza, ed è l’unica arma dal punto di vista teorico e scientifico che noi possediamo per capire e rovesciare il vecchio ordinamento economico, sociale e istituzionale.
Ma non basta studiare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Occorre studiare anche la linea politica del PMLI attraverso i documenti ufficiali e “Il Bolscevico”. L’uno studio senza l’altro non è sufficiente e non sarebbe in grado di aiutarci ad assolvere i nostri compiti rivoluzionari.
Quando esce un documento del Partito, va subito letto con diritto assoluto di precedenza, sia a livello personale che collettivo. Quando esce “Il Bolscevico” deve essere letto entro 24 ore, al massimo entro 48. Certo non subito dall’A alla Z, ma cominciando dagli articoli più importanti, come ad esempio gli editoriali di politica interna e internazionale.
Se non si studia il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea politica del Partito appassiamo facilmente, invecchiamo, giriamo a vuoto intorno a noi stessi e siamo già quasi preda della borghesia e dei revisionisti. Non ce ne rendiamo conto ma è la realtà, poiché la classe dominante borghese e i revisionisti hanno tanti mezzi ed esercitano la loro enorme influenza anche all’interno delle nostre fila, persino sul gruppo dirigente, oltre che sui militanti.
Noi invece abbiamo poche armi, per controbatterli. Non abbiamo radio, televisioni, quotidiani e periodici di larga tiratura, ecc. per combattere e respingere quotidianamente, ogni minuto l’influenza della borghesia e dei revisionisti E se non prendiamo dei controveleni ogni giorno finiamo facilmente avvelenati ed influenzati dai nemici di classe. In ogni momento e su tutte le questioni abbiamo bisogno di avere le idee chiare e di essere sempre in linea con il Partito.
Bisogna studiare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del Partito, ma bisogna studiare anche la realtà che ci circonda. Ciò è necessario per il lavoro politico e pratico che portiamo avanti non solo occorre studiare la storia del nostro Paese e la situazione che esiste in generale in Italia, ma occorre studiare anche nel piccolo, l’ambiente in cui si opera concretamente, come cellula, come Partito. Di quell’ambiente bisogna conoscere tutto. Qual è la situazione economica, sociale e politica; quali sono le forze politiche e sociali che vi si muovono; quali sono i programmi di queste forze, la loro consistenza, le loro iniziative, contraddizioni e problemi; quali sono le rivendicazioni più sentite delle masse.
Tutto ciò serve per conoscere bene i nostri nemici e i nostri alleati o possibili alleati, per colpire più facilmente il centro dei nostri bersagli, assestare colpi demolitori agli avversari e alle istituzioni, e allargare l’influenza del Partito tra le masse.
Una linea, una strategia, in ultima analisi la vita politica complessiva del Partito e delle singole istanze, si costruisce attraverso l’analisi concreta della situazione concreta.
Se manca questa analisi, anche se siamo forti dal punto di vista teorico, non riusciremo a tradurre la nostra cultura rivoluzionaria, la conoscenza del marxismo-leninismo, in azione corretta, concreta ed efficace. La conoscenza della realtà che ci circonda è quindi un fattore fondamentale per il successo del lavoro politico rivoluzionario.
In questo quadro, bisogna studiare attentamente le posizioni della borghesia e dei revisionisti. Naturalmente non bisogna studiarle per imparare da esse, ma per individuarne i punti deboli e per trovare le forme, i modi e i mezzi per smascherarle e mostrarne l’erroneità. Bisogna sapere non solo in generale e su scala nazionale che cosa pensano i nostri avversari, ma occorre scendere nel particolare, nel concreto del proprio ambiente per vedere come la pensa quel determinato padrone, quella specifica sezione di partito, ecc. per stabilire la linea di azione e di attacco della propria istanza.

4.Come studiare
Bisogna studiare facendo delle letture, sgobbando sui libri e sulla stampa. Ciò però non basta. Per fare uno studio completo occorrono altre due cose fondamentali.
Una è l’inchiesta. Bisogna fare delle inchieste sulle questioni che sono sul tappeto, sui temi su cui il Partito vuole intervenire. Ci sono vari modi per fare l’inchiesta. Per esempio andando in giro fra la gente per raccogliere le loro opinioni, usando il registratore o dei questionari scritti oppure invitando nelle nostre sedi determinati gruppi di persone (disoccupati, cassintegrati, giovani, ecc.).
Un altro modo per condurre un’inchiesta è quello di frequentare le sedi di massa (sindacato, “case del popolo”, ecc.) che esistono nella nostra zona per vedere “l’aria che tira” e raccogliere le informazioni che interessano il nostro studio. Allo scopo è utile anche seguire i dibattiti pubblici delle forze politiche e sociali della zona dove si opera.
Fare l’inchiesta è importante perché ci permette di scendere tra le masse, attingendo così alla fonte diretta i dati, i fatti, le richieste, gli umori della gente.
Il libro è fondamentale, l’inchiesta è fondamentale, ancor più fondamentale è la partecipazione attiva alla lotta di classe.
Partecipare alla lotta di classe è anche un fatto culturale, anche se bisogna vedere come ci si partecipa, se in maniera attiva o passiva, se dalla parte del proletariato o da quella della borghesia.
Attraverso la lotta di classe si impara, si conosce la realtà e si fa esperienza. Il problema semmai è quello di saper sistematizzare gli insegnamenti che ci pervengono da essa. Le idee non nascono dagli alberi e il marxismo-leninismo non viene giù dal cielo, ma essi provengono dalla pratica sociale, dalla lotta di classe e dalla lotta per la produzione e la sperimentazione scientifica. Quindi bisogna partecipare attivamente alla lotta di classe per tradurla in un fatto culturale, di conoscenza e di idee.
Riguardo al come studiare, si può dire inoltre che esistono due tipi di studio: quello ordinario e quello straordinario. Lo studio ordinario è quello che dobbiamo fare tutti i giorni. Come tutti i giorni ci laviamo la faccia o mangiamo. Cosi dobbiamo fare un po’ di studio. Ad esempio la lettura de “Il Bolscevico”, dei documenti del Partito, di un quotidiano borghese o revisionista, rientra nello studio ordinario.
Ma non basta fare solo lo studio ordinario, bisogna anche fare dello studio straordinario, cioè quello studio che si fa in determinati momenti, e in situazioni particolari. Ad esempio quando emergono dei problemi particolari sui piani teorico, politico, tattico, organizzativo, oppure dei problemi di carattere personale, di istanza, di settore o dell’intero Partito. Per dare delle risposte corrette a tali problematiche occorre produrre uno sforzo aggiuntivo e suppletivo rispetto allo studio ordinario. Si può quindi dire che lo studio ordinario corrisponde all’alimentazione quotidiana, mentre quello straordinario è paragonabile ad un pranzo di festa. Entrambi sono necessari alla nostra alimentazione intellettuale e culturale.
Accanto a questi due tipi di studio se ne può aggiungere un terzo: quello programmato.
Lo studio programmato è quello studio che si organizza, si prepara e si esegue quando abbiamo particolari momenti di maggiore libertà dagli impegni politici e professionali, come ad esempio le ferie, gli intervalli festivi scolastici, le festività infrasettimanali, viaggi in treno o con mezzi pubblici, oppure delle convalescenze per malattia o infortunio.
Lo studio programmato è necessario per riempire determinati vuoti o per eliminare delle lacune personali e collettive riguardo al marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la linea del Partito e la conoscenza della realtà nazionale e internazionale.
Riassumendo, sia coi libri, sia con le inchieste, sia con la partecipazione alla lotta di classe bisogna studiare sempre, ogni giorno, e per tutta la vita, senza mai stancarsi.

5.Studio individuale e studio collettivo
Vi sono due forme di studio: quello individuale e quello collettivo. Occorrono entrambe, perché lo studio individuale serve a soddisfare le esigenze personali, mentre lo studio collettivo serve a capire meglio una determinata questione e ad uniformare le vedute ideologiche e politiche del Partito e dei suoi singoli settori e istanze.
Lo studio collettivo è particolarmente necessario ai compagni operai che hanno bisogno dell’aiuto e della collaborazione dei compagni intellettuali per poter afferrare quelle questioni che da soli e in un primo momento non possono capire, mancandogli l’istruzione scolastica e la comprensione di certi termini. Inoltre lo studio collettivo è anche un buon mezzo per compattare il Partito e le sue istanze.
Lo studio collettivo dovrebbe essere svolto dalle istanze del Partito, specialmente dalle cellule, almeno una volta al mese. Bisognerebbe prendere l’abitudine di ritrovarsi mensilmente per discutere insieme un tema suggerito dalla lotta di classe, dalle questioni interne, dai documenti del Partito, dagli articoli de “Il Bolscevico” ed anche dai problemi personali e dell’azione concreta che stiamo portando avanti.
Io non so se un giorno riusciremo a creare una scuola di Partito centrale a cui tutti i compagni a turno possano partecipare. Sarebbe molto bello. Purtroppo attualmente è impensabile realizzare una cosa del genere, però è possibile cominciare a studiare fin da oggi in maniera programmatica e sistematica.

6. Studiare è un dovere marxista-leninista
Studiare è un dovere marxista-leninista. Così come nessuno ci ha obbligati a diventare dei marxisti-leninisti, nessuno ci obbliga a studiare. Ma dal momento che abbiamo compiuto questa scelta di vita, dobbiamo comprendere che non si può essere marxisti-leninisti se non si studia.
Come ho già detto tutti abbiamo il dovere marxista-leninista di studiare, per il bene di noi stessi e per il bene del Partito. La rivoluzione è un’opera collettiva che richiede lo sforzo e il contributo di pensiero, azione e studio di ciascun membro del Partito.
Studiare non vuol dire stare dalla mattina alla sera sui libri. Il nostro compito principale è di fare azione politica, ma non ci può essere azione politica efficace e ben orientata senza lo studio, che precede e segue sempre l’azione. La precede perché la prepara, e la segue perché ne fa il bilancio e delinea le azioni successive.
Questa verità universale a viene confermata dalla vita stessa del Partito e dall’esperienza lasciatati dai grandi maestri del proletariato. Quando i nostri maestri hanno studiato? Sempre e in tutto l’arco della loro straordinaria vita. Tuttavia quanto più la lotta di classe si sviluppava e avanzava la rivoluzione, tanto più producevano immensi sforzi di studio e di elaborazione per conoscere la nuova situazione, risolvere i nuovi problemi e orientare correttamente il corso della lotta di classe e della rivoluzione. Lo studio quindi è anche un riflesso, una prova dell’amore che si ha verso le masse e la rivoluzione socialista. Quanto più il Partito ha bisogno di risolvere dei problemi nuovi, tanto più deve accrescere lo sforzo nello studio. Se non si studia non si sviluppa la linea del Partito, non si tiene la testa della classe operaia e delle masse popolari, non si afferma il nostro Partito sugli altri.
Specialmente per quanto riguarda i giovani, studiare non significa certo rinunciare allo svago, allo sport, alle esigenze associative. Il problema è di far rientrare lo studio nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo mettere la politica al primo posto, e il lavoro ideologico e lo studio in cima alla politica.
Su ciò bisogna essere coerenti e conseguenti.
Tante sono le cose che si potrebbero dire ancora sullo studio, ma io penso che si possa concludere, che l’essenziale sia stato detto. Mi sembra che abbiate compreso che bisogna studiare di più e meglio. Abbiamo davanti un anno molto importante. Ci saranno le elezioni amministrative, dobbiamo lavorare per il grande balzo in avanti e abbiamo da preparare il 3° Congresso. E al Congresso dobbiamo arrivarti non da marxisti-leninisti incolti, ma da marxisti-leninisti preparati anche dal punto di vista ideologico e culturale.
Io penso che sarà un bel Congresso nella misura in cui voi studierete di più e farete più azione politica.
 
(pubblicato la prima volta su Il Bolscevico n. 33 del 17/9/92)

29 gennaio 2020