Meno del 20% dell'elettorato afghano è andato alle urne
Rieletto il presidente in carica Ghani. I due sfidanti denunciano brogli

 
Che la democrazia borghese restaurata dall'aggressione imperialista al governo dei Talebani non sia stata la panecea dei problemi delle masse popolari afghane non è un mistero quando anche per una semplice operazione come quella di contare le schede dei meno dei due milioni di votanti alle presidenziali del 28 settembre scorso ci sono voluti ben tre mesi e solo il 22 dicembre la Commissione elettorale indipendente ha proclamato vincitore il rieletto presidente Ashraf Ghani. A dire il vero il lavoro non è finito in quanto la proclamazione finale dei risultati passava alla Commissione per i reclami che ha tempo finoi alla fine di gennaio per raccogliere accuse di irregolarità e di verificarne la legittimità. Un lavoro non da poco dato che due tra i candidati battuti a Ghani hanno presentato oltre 4 mila segnalazioni di irregolarità, almeno 300 mila voti irregolari e il riconteggio di quasi un terzo delle 26 mila sezioni che invaliderebbero la rielezione del presidente uscente al primo turno, dove ha superato di solo 11 mila voti la soglia richiesta del 50%. Nel caso ipotetico la commissione accogliesse il reclamo degli sfidanti sarebbe necessario il ballottaggio tra Ghani e il secondo arrivato, Abdullah.
Il dato certo e definitivo è che più dell'80% dell'elettorato afghano ha disertato le urne e delegittimato ancor prima della verifica dei risultati la riconferma di Ghani o dell'altro candidato. Gli iscritti ai registri elettorali erano circa 9,7 milioni, i votanti sono arrivati a malapena a 1,8 milioni.
Il 50,64% dei voti validi, circa 924 mila schede, avrebbero segnato la vittoria al primo turno di Ashraf Ghani, che ha raccolto i pochi consensi in particolare nelle province meridionali del Paese, a maggioranza pashtun. A poco più di 720 mila voti, il 39,5% di quelli validi, si sarebbe fermato il primo ministro Abdullah Abdullah, rappresentante del partito a maggioranza tagica Jamiat-e-Islami, forte soprattutto nelle province settentrionali. Terzo il leader di Hezb-e-Islami, Gulbuddin Hekmatyar, con 70 mila voti pari al 3,85% di quelli validi.

5 febbraio 2020