Assemblea unitaria a Catania per il No al referendum del 29 marzo
Schembri anima il dibattito

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Catania, sabato 22 febbraio, nella sede del PCI "Olga Binario" si è svolta una assemblea "No alla riduzione del numero dei parlamentari. Eliminare i privilegi salvare la democrazia". Hanno partecipato Pina La Villa segreteria provinciale del PCI Catania, Luciano Daniela (del Comitato per il No Catania), Ettore Palazzolo, giurista. Ha concluso Roberto Buaccio, segretario regionale del PCI, Salvo D'Arrico del PCI. Il PMLI ha partecipato come componente del Comitato per il No con il compagno Sesto Schembri.
Dopo l'apertura del dibattito da parte di Pina La Villa che ha spiegato perché bisogna votare No al taglio dei parlamentari il 29 marzo, c'è stato un dibattito unitario, con qualche pessimismo sull'esito dati i sondaggi che danno vincitore il Sì. Il dibattito è stato ricco con analisi che dimostrano lo spostamento a destra della costituzione con l'obiettivo del presidenzialismo per un parlamento subalterno al governo; tutti gli intervenuti concordavano sul falso dei tagli alla casta, dove ogni italiano risparmia meno di un euro, un caffè l'anno, uguale 50 milioni di euro.
Il compagno Schembri nel suo intervento ha animato l'assemblea: non è detto che si perda il referendum abbiamo dei buoni motivi per vincere e questo è l'antifascismo "il referendum costituzionale del 29 marzo 2020 sul taglio dei parlamentari è una battaglia politica di importanza cruciale per tutti gli antifascisti, i democratici e i progressisti... un vecchio disegno della destra fascista e piduista”. Il compagno parla di un precedente taglio al parlamento sotto la dittatura fascista di Mussolini, "il piano di rinascita democratica" di Gelli, che auspicava di ridurre a 450 i deputati e a 250 senatori, piano golpista della P2, favorevole alla destra neofascista a trazione leghista, PD e Leu opportunisti un vergognoso volta faccia, tanti i tentativi di controriformare da destra la Costituzione dalla commissione Bozzi a quella De Mita-Iotti, dalla bicamerale golpista di D'Alema fino alla controriforma del Senato Renzi-Boschi del 2016 tutti andati a vuoto fino alla legge attuale che realizza uno dei capisaldi del piano golpista della P2, è stata affrontata la caduta della rappresentanza popolare e una degli ultimi a livello europeo.
Ci sono tutte le condizioni di un fronte unito ampio per il No, contro lo stravolgimento della Costituzione in senso neofascista. L'assemblea termina tutti uniti per il No che rilanciano prendendo le parole del documento referendario del Partito: "Rivolgiamo un caloroso appello a tutti gli antifascisti, i democratici e i progressisti a votare No e convincere le elettrici e gli elettori a non astenersi e a votare No senza scoraggiarsi dal fatto che la quasi totalità dei partiti rappresentati in parlamento e dei mass-media del regime capitalista neofascista sostengono il Sì e i sondaggi lo danno in netta maggioranza. Non bisogna dare per scontato l'esito di questa importante battaglia così come non ci facemmo scoraggiare dai sondaggi avversi nella battaglia referendaria del 2016, poiché in questo referendum non e previsto quorum un solo No in più è sufficiente per la vittoria".

26 febbraio 2020