La destra al potere in Sardegna favorisce la cementificazione delle coste
Gli ambientalisti mobilitati

Le coste sarde sono sotto attacco da anni. Il vento della speculazione edilizia soffia forte da sempre, alimentato da questo o da quel governo regionale, nessuno escluso, ed ha già lasciato il segno in gran parte dell'isola.
Oggi lo stesso vento si rinnova e rilancia, nel tentativo di scardinare definitivamente alcuni aspetti restrittivi del piano paesaggistico sardo (PPS) che tutelano le cosiddette “zone di rispetto totale” entro la fascia di trecento metri dal mare, e le limitazioni che nelle campagne consentono oggi di edificare a fini residenziali esclusivamente agli agricoltori, piccoli o grandi che siano, proprietari dei terreni che coltivano.
Dopo la scissione della maggioranza nella giunta dell'ex magnate di Tiscali Soru, autore del primo PPS, ma soprattutto dopo gli attacchi all'ambiente di Cappellacci (Forza Italia) al governo della regione dal 2009, e quelli della giunta Pigliaru del PD, entrambi respinti in larga parte da due grandissime mobilitazioni ambientaliste, il fronte trasversale della speculazione è oggi nelle mani del leghista Solinas che, come i suoi predecessori, ha promosso un disegno di legge in grado di scardinare i divieti di costruzione delle aree pregiate sotto tutela, dando il via alla cementificazione incontrollata di chiaro segno ultraliberista.
Secondo il testo, saranno possibili incrementi volumetrici non solo in tutti gli alberghi o villaggi per le vacanze che si trovano nelle zone turistiche, ma anche in quelli costruiti entro la fascia di trecento metri dal mare, in piena zona di rispetto totale; nelle campagne invece con la nuova legge tutti potranno edificare ville e piscine, e non solo i proprietari dei terreni coltivati.
Memori delle vicende passate e consapevoli che la loro sarà una battaglia che non conoscerà fine, il movimento ambientalista sardo ha già iniziato ad organizzarsi in difesa di litorali e paesaggio e pochi giorni fa tutte le sigle che lo compongono hanno diffuso un documento nel quale sottolineano che “Le coste della Sardegna sono un patrimonio non solo dei sardi, ma dell’umanità intera, come la cupola di Giotto o la Cappella Sistina . Oggi l’ennesimo tentativo di moltiplicare le cubature edilizie anche nelle zone protette dal PPR minaccia un paesaggio inestimabile, che va invece salvato e tramandato alle future generazioni. Chiediamo al mondo della politica, della cultura, dell’impegno civico di mobilitarsi perché le coste sarde non siano deturpate da norme anticostituzionali”.
Al fianco del movimento ambientalista ci sono anche altri organismi, come ad esempio il Gruppo di intervento giuridico (Grig) che ha già raccolto oltre novemila firme per fermare il disegno di legge. “Le firme che sostengono la petizione – spiega Stefano Deliperi, portavoce del Grig – sono accompagnate da commenti. E tutti ci dicono che vogliono una Sardegna senza cemento. Da tutto il mondo vengono nell’isola per questo, altrimenti sceglierebbero altre mete. Con il disegno di legge Solinas si vuole tornare indietro di quarant’anni. Da altre parti cercano di eliminare le costruzioni esistenti, qui vogliono cementificare”.
Insomma, la Lega tenta di realizzare ciò che in passato non è riuscito né al PD e nemmeno a Forza Italia, e cioè svendere agli appetiti di ricchi italiani e facoltosi “stranieri” anche gli ultimi tratti di coste intatte di una delle isole più belle del Mediterraneo, che sono scampate fino ad oggi alla cementificazione selvaggia.
La difesa dell'ambiente è fondamentale per tutto il mondo, ma soprattutto per una regione come la Sardegna ad alta vocazione turistica, in un tessuto economico difficile dove la deindustrializzazione, la disoccupazione alle stelle, la carenza di servizi sociali, sanitari, scolastici e universitari, le servitù militari e la deturpazione dell'ambiente e delle coste, pesano come macigni sulle spalle delle masse popolari ed in particolare sui giovani e sulle donne.
Qui più che mai è necessario legare la lotta per la difesa dell'ambiente alla lotta di classe per il socialismo poiché solo col socialismo sarà possibile chiudere una volta per tutte la partita delle popolazioni in lotta contro la svendita del territorio, contro la speculazione edile, per un ambiente in armonia con chi lo abita e per un lavoro stabile e ben retribuito per tutti.

26 febbraio 2020