Reggio Calabria
Arrestato Creazzo (da PD a FdI) accusato di voto di scambio
Arrestati altri 65, e chiesto l'arresto del senatore Marco Siclari (FI)

 
Dal corrispondente dell'Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
Martedì 25 febbraio alle prime luci dell’alba è scattata una maxioperazione della polizia di Stato coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato all’arresto, in diverse regioni d’Italia, di 65 persone affiliate a una tanto articolata quanto pericolosa ‘ndrangheta locale operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte, alle strette dipendenze della più potente e temibile cosca Alvaro di Sinopoli che oltre a controllare diversi comuni della Piana ha propaggini anche in Lombardia, Marche, Umbria e Australia.
I reati che vengono contestati sono: violenza privata, detenzione abusiva d’armi di vario calibro con matricola abrasa, traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento reale e scambio elettorale politico-mafioso.
Le indagini, effettuate dagli investigatori della squadra mobile di Reggio Calabria e dal commissariato di Palmi, hanno permesso di scoperchiare gli sporchi affari della ‘ndrangheta eufemiese sempre più protesa a radicarsi sul territorio attraverso un’attività mirata di infiltrazione negli apparati amministrativi, istituzionali e politici.
Oltre all’arresto di decine di capi storici e altri elementi di vertice, il provvedimento di custodia cautelare ha interessato il transfugo Domenico Creazzo (“mister 8.000 voti”) sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, neo eletto consigliere regionale nella liste di Fratelli d’Italia della fascista Meloni dopo essere stato scaricato dal Pd nonostante il suo appoggio incondizionato al filomafioso “palla palla” Oliverio che lo aveva nominato presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte, e il “forzista” Marco Siclari, molto vicino ad Antonio Tajani, eletto senatore della Repubblica nel marzo del 2018 ma ancora a piede libero fino a quando il suo arresto non verrà autorizzato da palazzo Madama.
Per entrambi l’accusa è voto di scambio. È bene ricordare che Marco Siclari è fratello di Giovanni Siclari, sindaco di Villa San Giovanni arrestato lo scorso dicembre nell’inchiesta sui presunti favori ai manager della Caronte&Tourist.
Figura centrale dell’inchiesta denominata “Eyphemos” e diretta dal Procuratore capo Giovanni Bombardieri, è il 50enne Domenico Laurendi alias “Rocchellina”, imprenditore ed esponente di primissimo piano del locale eufemiese già processato per associazione mafiosa e assolto nel procedimento “Xenopolis”. In base a quanto emerso dalle intercettazioni ambientali, a Sant’Eufemia era in corso una redistribuzione del potere che coinvolgeva tre fazioni 'ndranghetiste. Quella dei Cannizzaro, quella riconducibile a Cosimo Idà soprannominato “u diavulu” vicesindaco del comune - anche lui finito in manette - e quella appunto di Domenico Laurendi. Proprio queste ultime due, nel tentativo di prendere il sopravvento dell’una sull’altra, cercando di imporre la propria linea strategica, erano entrate da qualche anno in contrasto tra loro. Si trattava di una vera e propria “guerra fredda”, che prevedeva da parte di Idà, la corsa sfrenata a potenziare il proprio organico militare ricorrendo all’affiliazione del maggior numero possibile di nuovi “manovali” non sempre ritenuti idonei sotto il profilo dell’affidabilità, anche con riti - secondo Laurendi - ritenuti irregolari e lo stesso avallati dai Cannizzaro, in grado di alterare gli equilibri nei rapporti di forza tra le due frange mafiose. L’intento era quello di creare a Sant’Eufemia un nuovo locale di 'ndrangheta indipendente dagli Alvaro di Sinopoli che potesse ottenere il riconoscimento del Crimine di Polsi.
Oltre ad occuparsi della redistribuzione del potere mafioso, Domenico Laurendi si occupava anche di politica, era a lui che ci si doveva rivolgere per potere essere eletti in cambio di futuri “favori”.
E a lui si erano rivolti Giuseppe Galletta intermediario di Marco Siclari, e il massone Antonino Creazzo intermediario del fratello Domenico nonché marito del tenente dell’Arma dei Carabinieri, Ivana Fava, figlia dell’appuntato ucciso durante le stragi di mafia.
Secondo quanto scritto dal Gip, non ci sarebbero dubbi: “La cosca Alvaro rappresentata da Domenico Laurendi gioca infatti un importante ruolo nella espansione del bacino elettorale del senatore Marco Siclari e si è impegnata attivamente nel sostegno, alle elezioni regionali del gennaio 2020, del candidato Creazzo Domenico, sindaco di Sant'Eufemia d'Aspromonte. Nell'uno e nell'altro caso, anche con la mediazione di terzi. Laurendi Domenico ha preteso di interloquire direttamente con il politico 'da favorire', ciò perché l'impegno assunto fosse consacrato in accordo bilaterale, da cui sarebbe stato difficile divincolarsi nel futuro”.
Insomma, ecco spiegata la valanga di voti presi dai due compari in Aspromonte, guarda caso, in quei comuni controllati proprio dalla cosca Alvaro.
Ormai, inchieste ed arresti per associazione mafiosa in Calabria sono all’ordine del giorno.
Risulta sempre più evidente e preoccupante il consolidamento del rapporto tra la criminalità organizzata e la vecchia politica borghese al servizio del regime capitalista, neofascista e piduista. La 'ndrangheta, che ormai dal XIX secolo attanaglia una delle regioni più povere d’Italia, potrà essere estirpata solo abolendo il capitalismo (ad esso connaturata) e instaurando il socialismo. Da sempre i marxisti-leninisti italiani invitano tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose democratiche intenzionate sinceramente a combattere qualsiasi tipo di mafia, a formare assieme al PMLI un vasto fronte unito nazionale di massa che deve essere articolato nelle varie regioni della Penisola. Solo in questo modo si potranno ottenere, nell’immediato, importanti vittorie contro la criminalità organizzata.

4 marzo 2020