Oltre quattro elettori su cinque hanno disertato le urne
82,5% di astenuti alle suppletive a Roma
Eletto il ministro Gualtieri (PD) con un pugnello di voti. M5S crolla al 4,4% sui voti validi. 855 voti alla falce e martello che vanno conquistati all'astensionismo
Continuiamo a sostenere e a qualificare l'astensionismo in senso rivoluzionario

Dopo Napoli, astensionismo recordo anche nella Capitale.
Alle elezioni suppletive nel collegio uninominale Lazio 1 della Camera, lasciato vacante da Paolo Gentiloni nominato commissario europeo agli Affari economici, oltre quattro elettori su cinque hanno disertato le urne e la percentuale degli astenuti nelle sue tre componenti (diserzione, schede nulle e bianche) ha raggiunto la storica cifra dell'82,5%.
Su 186.234 aventi diritto, hanno votato appena 32.880 elettori, per una affluenza del 17,66%. I voti validi sono stati 32.622, 73 le schede bianche e 185 le schede nulle.
Numeri e percentuali da record che ridicolizzano le affermazioni del ministro piddino dell'Economia e Finanze Roberto Gualtieri, vincitore della competizione farsa con appena 20.304 voti, secondo cui si tratta di "Un successo che premia la coalizione di centrosinistra e rafforza l'azione di governo".
Ridotti ai minimi termini anche tutti gli altri contendenti in lizza a cominciare dal candidato del “centro-destra” Maurizio Leo (Fdi) sostenuto anche da Lega-Udc-FI che ottiene un misero 26% sui voti validi pari ad appena 8.508 voti; Mario Adinolfi del Popolo della famiglia all'1,3% (432 voti); Luca Lo Muzio Lezza del Movimento paneuropeo (Volt) allo 0,9% (316 voti).
Mentre la candidata del Movimento Cinquestelle Rossella Rendina ottiene appena 1.422 preferenze pari al 4,3% dei voti validi: un tonfo verticale rispetto Cirulli Angiolino che alle politiche del 4 marzo 2018 nello stesso collegio aveva ottenuto 19.363 preferenze pari al 16,79% dei voti validi. Appena due anni fa il M5S era risultato di gran lunga il partito più votato a Roma città con punte fino al 38% nella circoscrizione che comprende la zona di Ostia e del litorale. Dunque il crollo elettorale dei Cinquestelle, rappresenta un chiaro segnale politico anche per la giunta Raggi specie se si pensa che in alcuni dei quartieri storicamente di sinistra, come ad esempio Testaccio e Trastevere, il M5S è risultato addirittura il quarto partito, alle spalle non solo di Pd e “centro-destra” ma anche dei falsi partiti comunisti e trotzkisti come il PC di Marco Rizzo, che su tutto il collegio ha ottenuto il 2,6% dei voti validi e 855 preferenze, e di Elisabetta Canitano di Potere al popolo: 2,4% e 785 voti in totale.
Un risultato che Rizzo ha ottenuto soprattutto grazie alla propaganda elettorale e al trattamento di riguardo che buona parte dei mass media borghesi e di regime, a cominciare dal foglio fascista Libero, riservano all'imbroglione trotzkista. Non a caso Rizzo, nonostante si dichiari un “marxista-leninista” partecipa a pieno titolo al teatrino elettorale borghese col chiaro obiettivo di “ricucire il distacco della popolazione dalla politica dei partiti” e così imbrigliare gli estimatori del socialismo e in particolare i giovani nelle pastoie dell'elettoralismo e del parlamentarismo borghesi.
La conferma arriva dalle sue ormai consuete comparsate nelle televisioni e nei giornali di Berlusconi. Si pensi che alla conclusione della campagna elettorale, il venerdì, era ospite, tanto per cambiare, alla trasmissione “Stasera Italia” su Rete 4. Egli viene osannato e presentato come l'”ultimo comunista rimasto” e lui “giustamente” si guarda bene dal dire anche una sola parola contro il capitalismo, a favore dell'abbattimento del potere borghese e del socialismo, contro i fascisti del XXI secolo e l'aspirante duce d'Italia Salvini, gli infami decreti sicurezza e perfino nemmeno contro il governo del liberale trasformista Conte, che non nomina neanche. Ci piace pensare che chi ha votato Pc più che votare Rizzo abbia voluto votare la bandiera rossa e la falce e martello e tutto quello che esse significano. Il nostro auspicio è che questi compagne e compagni non lo facciano più e impugnino l'arma dell'astensionismo anticapitalista per il socialismo.
I sinceri comunisti devono capire che attraverso il parlamentarismo, al contrario di quanto predicano il Pc e Pap, la classe operaia e le masse popolari non otterranno mai alcun beneficio e miglioramento. Solo con la conquista del potere politico da parte del proletariato attraverso la lotta di classe, la rivoluzione e l'instaurazione della dittatura del proletariato e del socialismo e sotto la guida dell'unico vero partito comunista, il PMLI, la classe operaia e il popolo avranno tutto!
Continuiamo perciò a sostenere e a qualificare l'astensionismo elettorale in senso rivoluzionario.
Mentre al referendum costituzionale confermativo del 27 marzo tutti gli astensionisti di sinistra hanno il dovere antifascista di votare No al taglio dei parlamentari per impedire un ulteriore restringimento delle libertà democratiche borghesi come fece Mussolini durante la dittatura fascista.

4 marzo 2020