Costruire un grande, forte e radicato PMLI

di Dario Granito
 
Ripubblichiamo le parti generali del Rapporto presentato dal compagno Dario Granito a un'importante riunione interna del Partito tenutasi il 28 febbraio 1999 e volta ad aiutare l'intero Partito a realizzare l'obiettivo strategico posto con forza dal 4° Congresso del PMLI.
L'articolo è stato pubblicato per la prima volta su “Il Bolscevico” n.12 1999.
 
Come avvertiva il compagno Segretario generale, nel suo discorso di chiusura al 4° Congresso: “Sul nuovo Comitato centrale pesano delle grandi responsabilità riguardo alla costruzione e allo sviluppo del Partito, alla direzione, all'organizzazione e all'educazione dei militanti del Partito, alla formazione del proletariato come classe per sé, alla conquista delle nuove generazioni al socialismo, al risveglio rivoluzionario del proletariato e delle masse, la lotta alla seconda repubblica in camicia nera col volto del rinnegato D'Alema e col simbolo di Gladio”, tali grandi responsabilità sono anche le nostre, bisogna averne profonda coscienza e saper volare alto tanto nelle piccole e quotidiane nostre incombenze quanto in quelle più importanti, impegnative e fondamentali.
Ma col nostro insediamento e poi nei giorni, mesi e anni a venire fino al prossimo Congresso che cosa dobbiamo concretamente fare in senso generale? “Dobbiamo mettere in pratica - come ci ha indicato il compagno Scuderi al Congresso - ciò che abbiamo compreso e approvato senza farci condizionare dai 5 grossi ostacoli che rallentano il nostro cammino, senza prestare attenzione alle sirene riformiste, elettoralistiche, parlamentariste e pacifiste che cercheranno di distoglierci dai nostri impegni rivoluzionari e senza cadere nelle tentazioni della vita borghese”, in altre parole come ha sintetizzato efficacemente sempre il compagno Scuderi: “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare. È questa la parola d'ordine che dobbiamo tenere a mente nel nostro lavoro politico quotidiano”. Un processo ininterrotto, reso molto bene graficamente da Il Bolscevico, con quella spirale rossa che al centro ha il Partito raffigurato dal suo simbolo. Questo è ciò che ci accingiamo a fare, cominciando da questa riunione che ha lo scopo di stendere un programma di lavoro a breve e medio termine e di procedere alla divisione degli incarichi all'interno della Commissione. Faremo ciò in base ai compiti generali delle Commissioni di lavoro del Comitato centrale e in base ai compiti specifici della nostra Commissione, alle deliberazioni del Congresso e alle forze di cui disponiamo. Nel nostro caso si tratta soprattutto di gestire sul piano operativo l'ultimo capitolo del Rapporto dell'UP presentato al Congresso dal Segretario generale e il suo discorso di chiusura del Congresso stesso, stabilendo le iniziative che si può prendere fin da subito, improntando il nostro lavoro con le analisi, indicazioni e parole d'ordine che vi sono contenute e utilizzando le occasioni di rapporto diretto con istanze, compagni, simpatizzanti e amici, le circolari, il lavoro giornalistico, la prossima campagna di proselitismo (che data la concomitanza di referendum e elezioni si terrà in autunno) e gli altri strumenti che saranno opportuni.
Vorrei anche in questa importante riunione, così come ho fatto intervenendo al Congresso, sottolineare che il Rapporto presentato dal compagno Scuderi è un gioiello politico di inestimabile valore per il proletariato, i rivoluzionari, l'intero Partito. Come ogni pietra preziosa varie sono le sue sfaccettature e solo con uno studio minuzioso e serio, individuale e collettivo potremo apprezzarne i tanti riflessi di luce a livello ideologico, politico e organizzativo che illuminano il nostro cammino per gli anni a venire e che con il 4° Congresso hanno proiettato il PMLI con forza e slancio rivoluzionari a varcare la soglia del terzo millennio. In preparazione di questa riunione ho invitato i compagni della Commissione a rileggersi e studiare soprattutto il V capitolo del Rapporto, perché la coerenza con quanto detto finora vuole che proprio dallo studio si cominci, altrimenti ogni altro passo avanti ci sarebbe precluso.
Questo è assolutamente necessario farlo. Dobbiamo al compagno Scuderi, alla sua mente, alla sua sensibilità, alla sua lungimiranza marxista-leninista se tutto il Partito, sulla spinta forte del Rapporto e degli esiti del 4° Congresso, è oggi una sola cosa insieme al suo massimo dirigente, unito e forte, con chiarezza di vedute e di intenti. Ma questa coesione politica che egli ci ha dato, questa più alta coscienza politica che ci ha fatto acquisire, dobbiamo far sì che non sia un evento passeggero e emotivo che svanisca via via che ci si allontana dal Congresso e quindi dobbiamo studiare a fondo il Rapporto, imparare letteralmente la lezione marxista-leninista del compagno Scuderi, essere suoi validi allievi come egli è, e ce l'ha dimostrato una volta di più proprio al Congresso, il più brillante e capace allievo dei grandi maestri del proletariato, che noi conosciamo e non solo in Italia.
Vediamo allora di richiamare alla nostra memoria certi elementi fondamentali del V Capitolo del Rapporto, che abbiamo studiato, e che ci servono per impostare bene il nostro lavoro in linea col Congresso, a conclusione del quale il compagno Segretario generale ha detto “Usciamo dal Congresso più forti, più rossi, più uniti, più attrezzati e più determinati a concludere al più presto il primo grande balzo organizzativo e del proselitismo e a costruire un grande, forte e radicato Partito”, questa è la direttrice su cui dobbiamo avanzare, andando sempre avanti anche se con i famosi “passi piccoli o piccolissimi” quando le circostanze non ci consentono di fare di più.
Certo il grande obiettivo storico che ci preme raggiungere è quello di essere presenti in tutte le 20 regioni d'Italia e in più città possibili, ma come ha spiegato bene il compagno Scuderi dovremo sudare molto per realizzarlo e questo a causa di quei 5 grossi ostacoli che intralciano ancora oggi il nostro cammino e salvo eventi straordinari continueranno a rendere difficile lo sviluppo del Partito nell'avvenire immediato e prossimo. Ricordiamo tali ostacoli, che sono:
1) l'intossicazione parlamentarista, elettoralista, riformista e pacifista della classe operaia e delle masse in conseguenza della predicazione di oltre cento anni da parte dei falsi comunisti
2) il forte indebolimento dell'attrazione del socialismo a causa dello sfascio operato dai revisionisti
3) l'esistenza di un falso partito comunista, il PRC, creato apposta dalla borghesia, dai neorevisionisti e dai trotzkisti per contenderci lo spazio e cancellarci
4) la nostra povertà di mezzi e di risorse economiche
5) il ferreo black-out stampa che vige da sempre su di noi.
Certo se questi ostacoli non esistessero ovvero fossero meno marcati e consistenti ci troveremmo a operare in ben altre condizioni e con ben altre prospettive immediate, rimane il fatto che per rimuovere progressivamente questi ostacoli tutto il Partito e la nostra Commissione per quanto le compete, devono lavorare sodo, non perdersi mai d'animo e tenere conto che la nostra è una Lunga Marcia politica e organizzativa, e che non dobbiamo mai dimenticare le cinque fiducie con le quali possiamo affrontare qualsiasi tempesta sicuri che oltre l'orizzonte verranno momenti migliori e arriverà il tempo della riscossa del proletariato sotto la guida del PMLI, quindi occorre che si abbia fiducia:
1) nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao
2) nel socialismo
3) nel Partito
4) nelle masse
5) in noi stessi.
Osservava acutamente il compagno Scuderi che non tutto dipenderà dai nostri sforzi, che certo non vanno per questo rallentati, anzi ma occorre che le masse facciano esperienza da sé e che gli avvenimenti aiutino a chiarire la situazione. In effetti è proprio così, avrete ad esempio notato che oggi i militanti di base di Rifondazione sono più aperti e interessati al dialogo col PMLI, grazie alle negative esperienze vissute in tale partito, pensiamo per esempio ai nostri nuovi simpatizzanti che provengono dal PRC. In senso più generale quello che ci occorre, diceva sempre il compagno Scuderi, è la lotta di classe che è il nostro pane quotidiano e senza la quale non possiamo vivere, appunto perché è nella lotta di classe che avvengono le grandi trasformazioni oggettive e soggettive. Il proletariato, le masse e noi stessi, non possiamo crescere e maturare, essere all'altezza dei nostri compiti e delle nostre possibilità e capacità inespresse se il proletariato e noi marxisti-leninisti insieme a lui non trasformiamo noi stessi, per questo occorre però che la lotta di classe monti fortemente e prenda un ritmo travolgente, che grandi eventi e battaglie si susseguano, che in questo crogiolo si forgino le forze della rivoluzione e la loro guida marxista-leninista, il PMLI. In concreto noi abbiamo bisogno che il proletariato ci dia forza e si decida a farlo in base anche alla propria diretta esperienza e presa di coscienza, ma siamo noi che dobbiamo risvegliare la sua consapevolezza di classe per sé e la sua combattività, armarlo nei suoi rappresentanti più avanzati col marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea politica e organizzativa del Partito, è allora evidente come ci ha indicato il compagno Segretario generale e il Congresso che ciò che ci occorre oggi è sviluppare assolutamente il lavoro locale specifico, forgiare l'anello mancante e col radicamento del Partito dov'è presente e dove alzeremo sue nuove bandiere, fare grande e forte il PMLI.
Per quanto riguarda la lotta di classe “quando e dove non c'è, o segna il passo, - ci indica Scuderi - dobbiamo rimuovere le acque per rilanciarla. Altrimenti tutto ristagna e imputridisce, la borghesia impera indisturbata, i revisionisti, i neorevisionisti e i trotzkisti hanno campo libero per imbrogliare e corrompere il proletariato e le masse e il progresso sociale rallenta”.
In questo senso e a questo scopo è molto importante tenere in pugno l'iniziativa politica senza dare tregua ai governi centrale e locali e ai partiti ad essi asserviti, incalzandoli, soprattutto quelli falsamente comunisti nella loro assemblee pubbliche e avere sempre il necessario coraggio, che non è temerarietà, e la giusta combattività, che non è avventurismo. A questo riguardo noi della Commissione di organizzazione dobbiamo essere, come lo è il compagno Denis, degli esempi e degli alfieri, formando, educando e stimolando le istanze, le compagne e i compagni. Là dove vediamo che c'è un calo di tensione dobbiamo nelle dovute forme e utilizzando opportunamente i vari strumenti di cui disponiamo, riattivare il fuoco e la spinta, questi interventi dobbiamo farli anche per altre carenze politiche di vario tipo, che rileviamo, assolvendo doverosamente al nostro ruolo propulsivo a livello organizzativo.
Per quanto riguarda l'ostacolo che ci impedisce attualmente di affrontare nelle migliori condizioni gli altri ostacoli che ci intralciano il cammino, esso è stato individuato in quello economico.
In effetti è proprio così e ogni volta che dobbiamo fare una qualsiasi spesa, per non parlare dell'impossibilità di avere molti rivoluzionari di professione come occorrerebbe, ci scontriamo con questo problema economico. Ricette miracolose purtroppo non ne esistono, ma condividiamo con la Commissione di amministrazione l'onere, dati i nostri frequenti contatti con le istanze locali, di riproporre continuamente all'ordine del giorno le iniziative che le Cellule, in base alla loro condizione concreta, potrebbero intraprendere per arrivare come minimo all'autosufficienza economica.
Oltre tutto un vile attentato terroristico intimidatorio di stampo fascista come quello alla sede partenopea de “Il Bolscevico”, per il quale anche in questa occasione esprimiamo calorosa, fraterna e rossa solidarietà ai compagni napoletani, ha un'incidenza economica negativa notevole, e per questo tipo di situazioni come per ogni altra emergenza dobbiamo avere condizioni economiche tali da poterle affrontare adeguatamente da parte del Centro, mentre oggi lo riusciamo a fare solo con affanno. C'è poi da tenere anche conto che per fronteggiare la repressione poliziesca e giudiziaria nelle sue varie forme, a volte molto pesanti e con implicazioni penali, a volte a livello amministrativo con sanzioni e multe, occorrono molti soldi, per non parlare di tempo e energie, per le spese e gli onorari legali.
 

La costruzione di un grande Partito
 
Il 4° Congresso ha posto l'obiettivo di portare ancora più avanti i lavori della costruzione del PMLI. “Spetta a noi, ancora piccola pattuglia di ardimentosi pionieri, realizzare un'epica impresa che nessuno è mai riuscito a compiere in Italia - sottolinea Scuderi - quella di costruire un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista” e dopo aver efficacemente argomentato perché il PMLI sul piano qualitativo è già un grande Partito, evidenziando però che non lo è ancora sul piano quantitativo e organizzativo, elenca le cinque cose che occorrono per costruire un grande Partito anche sul piano pratico e operativo, che sono:
1) una linea politica proletaria rivoluzionaria
2) una linea organizzativa bolscevica
3) dei dirigenti ai vari livelli autenticamente marxisti-leninisti
4) un profondo radicamento nei luoghi di lavoro, di studio e di vita
5) molti militanti e Cellule in tutte le città, specialmente nelle fabbriche, nelle scuole e nelle università.
Le prime tre cose si dice le abbiamo già, per quanto ci riguarda l'importante è che con lo studio si impugni sempre la linea politica e la linea organizzativa del Partito e si sia in grado di trasmetterla a istanze, militanti e a chi si avvicina al PMLI, il che significa poi che se siamo dei dirigenti autenticamente marxisti-leninisti oggi, non ci possiamo considerare tali per sempre e dobbiamo sforzarci di crescere e migliorare restando modesti e avveduti.
La quarta cosa, cioè il radicamento, è iniziata già e quindi è in corso di attuazione ma va curata bene, anche perché è un cambio di marcia rispetto alla precedente priorità della grande semina nazionale e quindi dobbiamo modificare una certa mentalità e impostazione, mentre la quinta cosa cioè la conquista di molti militanti e la costruzione di molte cellule è l'obiettivo che vogliamo raggiungere al più presto possibile.
A questo riguardo il Rapporto evidenzia e illustra molte questioni utili allo scopo e richiama la nostra attenzione anche su certi errori che può capitare di fare, tutto ciò è materia nostra di Commissione e dobbiamo digerirla bene per poterla generalizzare nel Partito, mi riferisco alle condizioni e i tempi per far entrare nel Partito chi desidera essere membro, tenendo conto che il periodo di candidatura è lo strumento ottimale di verifica del candidato per capire se ha la stoffa per essere un buon militante o è più adatto a ricoprire un ruolo di simpatizzante. E per quanto riguarda i simpatizzanti, quale ricchezza politica possono costituire per il Partito, se correttamente utilizzati, ben organizzati, assiduamente curati anche in apposite riunioni, abilmente valorizzati e responsabilizzati, nonché consultati su determinate questioni cui possono dare un contributo, così stringendoli maggiormente al Partito, sia pure tenendo conto della distinzione tra simpatizzanti attivi, semiattivi e passivi. Dobbiamo anche saperci conquistare tantissimi amici e non sottovalutare l'apporto che pur con tale collocazione e naturalmente a seconda che siano amici stretti, meno stretti o generici possono darci in tanti frangenti e settori.
Se è vero che per avere molti militanti il proselitismo va esteso un po' in generale a tutte le masse, il Rapporto però ben focalizza l'esigenza che i nostri sforzi vanno concentrati verso la classe operaia, i disoccupati, gli studenti e i giovani e giovanissimi delle periferie urbane, secondo la situazione concreta della singola città in cui il Partito è presente. Per conquistare gli operai occorre soprattutto che si attivizzino i compagni operai, lavoratori e pensionati, giustamente. Lo stesso è per gli studenti, il proselitismo lo possono fare meglio i compagni studenti ma, come anche per gli operai, ci vogliono sempre dei pionieri rossi e quindi questi battistrada vanno individuati, seguiti, attrezzati con la linea politica generale e quella specifica particolare che li riguarda più da vicino, per altro è propedeutica una certa presenza a livello di propaganda sulle fabbriche, come sulle scuole, particolarmente nei quartieri cittadini dove siamo presenti, in mancanza della quale rimaniamo troppo sconosciuti alla maggior parte degli operai e lavoratori e degli studenti, un po' si può recuperare con la presenza alle loro manifestazioni che però hanno pur sempre una frequenza limitata. Il Rapporto sottolinea bene come ci servano assolutamente studentesse e studenti di avanguardia e combattivi perché fra l'altro hanno più tempo a disposizione rispetto agli operai e ai lavoratori, da utilizzare per il lavoro di Partito e di massa.
Molto importante è la sottolineatura del Rapporto riguardo alla fondamentale questione della formazione ideologica e politica dei nuovi militanti e della trasformazione della loro concezione del mondo che ruota intorno alla questione centrale dello studio, la cui importanza viene dimostrata fra l'altro portando a esempio proprio il compagno Denis che fa parte della nostra Commissione ed è un giovane operaio che siamo estremamente fieri di avere in “squadra”.
L'importanza della formazione dei militanti e quindi anche del nostro ruolo al riguardo, la si comprende facilmente in via teorica ma per realizzarla nella pratica va tenuta sotto costante attenzione, avanzando proposte concrete alla Commissione. Avere militanti ideologicamente, politicamente e organizzativamente ben preparati è l'obiettivo che si devono porre le attuali Cellule per avere una funzione di cellule madri proprio attraverso i loro militanti che possono dare vita ad altre cellule nel loro ambiente, in particolare nelle fabbriche, nelle aziende agricole e nei luoghi di lavoro ma anche in quelli di studio e di vita. Certo decisivo è il ruolo dei Segretari di Cellula, l'esempio l'abbiamo a Firenze con la compagna Claudia che fa parte della nostra Commissione, ma anche il compagno Vincenzo, oppure il compagno Denis a Forlì e il compagno Francesco a Napoli. Solo cellule correttamente dirette, dinamiche, in linea col Programma e lo Statuto e che assolvono i compiti che sono loro propri possono essere la matrice per altre cellule, quindi nel formare i militanti va saputo intuire al più presto quali hanno potenziali qualità di quadri e dedicare loro a livello collettivo e individuale delle cure particolari per farli crescere il più rapidamente possibile e poter affidare loro responsabilità sempre più impegnative, secondo quella che è la politica dei quadri portata avanti da sempre dal Partito, fino a farne dei buoni segretari delle tante cellule che ci occorrono affinché, anche per questo aspetto, il PMLI diventi un grande Partito.
 

La costruzione di un forte Partito
 
Il Rapporto ci indica che noi non dobbiamo costruire solo un grande Partito ma anche un forte Partito e ci precisa che questo significa sostanzialmente tre cose:
1) Difendere e applicare la linea politica e la linea organizzativa del Partito
2) Formare dei quadri sul modello dei Maestri
3) Elevare la combattività interna ed esterna al Partito dei militanti.
Il nostro contributo alla difesa e applicazione della linea politica e della linea organizzativa può esserci solo se siamo sempre aggiornati nello studio, su questo tasto non si batte mai abbastanza, e inoltre se riflettiamo molto sul nostro lavoro e su quello delle istanze locali per fare interventi mirati a migliorare e rafforzare sempre tale difesa e tale applicazione a partire dallo Statuto e dal Programma. L'attenzione come ci indica giustamente il Rapporto va focalizzata sul centralismo democratico, la critica e l'autocritica, lo stile e i metodi di lavoro. All'interno della Commissione e nei nostri rapporti dobbiamo avere un atteggiamento fraterno e da compagni, ma reciprocamente educativo e quindi aiutarci con la critica e l'autocritica a mantenere saldo il centralismo democratico al nostro interno e a migliorarci in tutti gli aspetti del nostro lavoro che più di ogni altro, dato che è di carattere organizzativo, per sua stessa natura, non ammette approssimazioni, trascuratezze, superficialità, solo essendo esigenti con noi stessi potremo essere un esempio per le istanze intermedie e di base e saper svolgere un ruolo formativo nei loro confronti aiutandole a impugnare saldamente la linea politica e quella organizzativa, perché se il Partito è forte anche la sua crescita numerica non sarà effimera e soggetta a brusche cadute, ma si fonderà su solide basi, naturalmente ciò non toglie che nella dialettica della vita interna al Partito le contraddizioni possano esplodere nella lotta tra le due linee, ma a maggior ragione se il PMLI è forte nel senso anzidetto la linea errata, non proletaria rivoluzionaria e marxista-leninista non troverà vita facile e potrà essere isolata e sconfitta.
Per quanto riguarda la formazione dei quadri, la nostra Commissione, si è già detto, ha un ruolo particolare e il Rapporto, che mette a frutto la grande esperienza acquisita dal Partito, precisa tutta una serie di qualità che i quadri devono sfoderare e di difetti che devono bandire, dando un contributo importante a farci ricordare che nel nostro Statuto c'è tutto un capitolo dedicato ai quadri da tenere bene a mente per individuare e formare nuovi quadri, certamente, ma in primo luogo per misurare noi stessi e lo scarto che esiste fra quello che siamo come quadri del Partito e quello che dovremmo essere.
Per poter essere maestri sia pure modesti ma buoni di altri quadri, bisogna migliorare costantemente noi stessi, per non finire col predicare bene e razzolare male e quindi nuocere ai quadri in formazione e a tutto il Partito. Anche se ci può sembrare un modello irraggiungibile, però il Rapporto ci esorta a prendere come modello i Maestri, in tal modo qualcosa di buono riusciremo a fare e continueremo sempre a migliorarci se non ci riterremo mai paghi dei risultati conseguiti.
Sulla questione della combattività il Rapporto dice cose estremamente giuste, bisogna fare in modo che quella già esistente sul piano politico e giornalistico si rifletta anche a livello pratico, ancora di più. Per parte nostra dobbiamo incoraggiare, stimolare e far fare dei progressi a istanze e compagni che segnano un po' il passo a questo proposito e affinché tengano in pugno l'iniziativa politica.
 

La costruzione di un radicato Partito
 
A proposito del radicamento del Partito vorrei sottolineare i concetti che il Rapporto trasmette e dobbiamo capire, applicare e far rispettare se vogliamo affrettare i tempi nel forgiare l'anello mancante della catena della costruzione e dello sviluppo del Partito, cioè l'anello del lavoro locale, specifico che non è al palo di partenza ma non è ancora giunto al livello adeguato rispetto alle esigenze del Partito. Le parole di Scuderi sono: “Sul piano politico-organizzativo, il radicamento è attualmente la questione principale che dobbiamo risolvere. Ieri lo era la grande semina nazionale, oggi non più e sarebbe un grave errore continuare a ritenerla la questione principale. Oggi tutte le nostre energie, risorse, mezzi e tempo devono essere impiegati prevalentemente nel lavoro di radicamento. La partecipazione a manifestazioni nazionali di massa va vista in subordine al radicamento, salvo diverso avviso del Centro del Partito”.
Questo significa che le istanze e i compagni di base devono in via ordinaria non essere distolti dal loro lavoro di radicamento per utilizzarli in manifestazioni nazionali che non si svolgono nelle loro città, quando è necessario parteciparvi va privilegiato l'utilizzo di membri del Comitato centrale e in particolare della nostra Commissione.
Trattando alcune questioni importanti del lavoro di radicamento, il Rapporto ci rammenta anzitutto che disponiamo delle Coordinate del lavoro politico e di massa che sono fondamentali per muoversi correttamente e efficacemente in base all'esperienza acquisita e sistematizzata dal Partito, che noi per primi della Commissione dobbiamo avere sempre a portata di mano per orientare le istanze locali nel loro impiego, cosa che in certi casi non avviene o avviene troppo poco specialmente da parte di nuovi compagni e organizzazioni di Partito, per mancanza di studio e inesperienza, solo che ciò rallenta lo sviluppo del Partito e il suo lavoro di massa che invece sulla base di tali coordinate può essere fatto a dovere e con risultati politici positivi.
Per altro Scuderi puntualizza una questione molto importante quella cioè relativa a dove dobbiamo radicarci, si tratta dei due movimenti di massa principali dove sono concentrate le forze sociali fondamentali per costruire il Partito e per lo sviluppo della lotta di classe: il movimento operaio e sindacale e quello studentesco.
Nel ribadire poi la nostra proposta sindacale di carattere strategico di costruire dal basso un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori (SLL), analizzando situazione e prospettive, di lungo periodo, viene introdotta una novità riguardo al lavoro svolto all'interno della CGIL che va evidenziata. “Fino ad adesso abbiamo privilegiato questo sindacato rispetto a quelli alla sua `sinistra' d'ora in poi però si può valutare, situazione per situazione, in quale sindacato è più opportuno e proficuo lavorare in base ai nostri obiettivi sindacali immediati e strategici. In ogni caso tuttavia bisogna stare attenti a non infognarsi in piccoli sindacati di partito settari e velleitari che ci tagliano fuori dal rapporto con le masse lavoratrici”. Segue poi l'illustrazione della validità, in tutti i casi, della Corrente sindacale di classe (CSC).
“La questione della formazione dei successori della causa rivoluzionaria del proletariato - ha detto il compagno Scuderi dopo la sua elezione a Segretario generale - è sempre stata la chiave della continuità dei Partiti marxista-leninisti e degli Stati socialisti. Noi abbiamo imparato la lezione e quindi dobbiamo agire di conseguenza curando costantemente la formazione e l'educazione dei nuovi quadri, a tutti i livelli, in primo luogo nel CC e nell'UP, affinché il nostro Partito sia sempre diretto dal proletariato e dai marxisti-leninisti e non cambi mai di colore”.
Sagge parole, in effetti dai giovani quadri e militanti del Partito che avanzano e crescono alla sua scuola, e questo vale anche per la nostra Commissione, dipende se il nostro passo potrà accelerare o meno, dalla loro capacità di maturare, di imparare dai quadri più anziani, di proseguire le rosse tradizioni politiche e organizzative che contraddistinguono il PMLI, fra di esse non secondaria la totale dedizione senza riserva alcuna alla entusiasmante, avvincente, e che vale la propria vita, causa del socialismo, del proletariato e del Partito.
Attenendoci ora a quanto abbiamo stabilito e deciso di fare ispirandoci ai concetti che ci ha indicato il compagno Scuderi di:
- saper dosare le forze e che è un errore sia fare meno che fare più rispetto alle possibilità che abbiamo
- andare sempre avanti, anche se con passi piccoli o piccolissimi, costi quel che costi e qualunque siano le circostanze e le avversità
- resistere, proseguire, lavorare per quanto è possibile vuol dire dare l'esempio e incoraggiare altri a fare come noi
- il nostro lavoro politico non deve essere un fuoco di paglia, ma un continuo accendere scintille per dar fuoco alla prateria; “Lavoriamo di concerto fianco a fianco - come ha detto il Segretario generale a chiusura del Congresso - sostenendoci vicendevolmente imparando gli uni dagli altri, avanzando passo dopo passo con serenità e lungimiranza nella nostra Lunga marcia politica e organizzativa. È bellissimo ed entusiasmante costruire insieme un grande, forte e radicato Partito”.
Auguri, care compagne e cari compagni, per il tanto e importante lavoro che ci accingiamo a svolgere.
Coi Maestri vinceremo!
 

11 marzo 2020