Il controllo sociale al tempo del Covid 19

di Vincenzo – Nola (Napoli)
Con la globalizzazione capitalista, si è entrati in una nuova fase di controllo sociale e lo si era capito da tempo. Se nell'antichità il controllo avveniva limitatamente alle famiglie, in prossimità, all'interno dello stesso nucleo, tra tribù confinanti, con la formazione degli Stati ciò è diventato più generalizzato più stringente e maggiormente invisibile.
Dalla gogna, dai roghi medioevali, siamo passati a forme di controllo più sofisticate, capillari, nascoste, che instillano nella maggior parte delle persone l'illusione di vivere ancora in “democrazie" liberali.
L'esempio di ciò che sta accadendo in questo triste periodo di coronavirus è lapalissiano. La scuola, la fabbrica, l'esercito, l'ospedale, il carcere: tutte strutture dove si esercita un controllo. Ormai anche luoghi di svago, come parchi pubblici, impianti sportivi, bar, ristoranti, sono controllati tramite videosorveglianza.
Queste strutture sono ordini di sistema entro cui il soggetto, perde attività autonoma consapevole, per diventare un oggetto misurabile, calcolabile, un automa alienato dalla società della mercificazione.
Si ferma tutto, vero, ma la pubblicità televisiva e l'invito a comprare mai. Se non è marcescenza capitalistica questa.
Oggetto inserito in una struttura impersonale, l'essere umano è un semplice ingranaggio, funzionale al capitale. Nell'epoca globale l'alienazione aumenta esponenzialmente. Ogni forma di dissenso viene esorcizzata. Dal pensiero unico globalista non ci si può discostare. La pena magari non è più corporale, ma l'emarginazione è il dazio.
L'approssimazione, la disorganizzazione delle varie istituzioni mondiali sanitarie, europee e nazionali, dall'OMS al burattino trasformista Conte e il loro braccio armato mediatico, rischiano di causare una vera e propria psicosi da cui sarà difficile uscire.
Le libertà garantite dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo, derivanti dalla rivoluzione francese democratico-borghese del 1789 sono sempre e soltanto state formali, come ben evidenziato da Marx e diventano oggi carta straccia. Ad una libertà e uguaglianza politica sulla carta non è mai seguita una vera e propria uguaglianza e dunque libertà, a livello di struttura economico-sociale. Le classi dominanti borghesi devono imporre il proprio dominio su quelle subalterne, e per far ciò, usano i mezzi più disparati.
L'avvento delle televisione, se da un lato ha dato una spinta iniziale positiva all'alfabetizzazione delle masse, dall'altra le ha portate a seguire un modello totalitario di consumismo che ancora si dispiega e in modo sempre più prepotente. Vite mercificate con la proposizione di modelli stereotipati nei film, negli spettacoli funzionali soltanto al feticcio merce, che trova nella pubblicità ossessiva la manifestazione più alta di accumulazione capitalistica. Come non bastasse, accortosi ormai che i tradizionali metodi coercitivi non servivano più allo scopo, il potere ne crea di diversi e più subdoli.
Dal panem et circenses della distrazione a quelli più eterei della televisione collocata a mò di occhio nel bar o nel ristorante: l'occhio che tutto vede e a cui tutti volgono lo sguardo. Peggio ancora il caffè preso con la videocamera che scruta.
Tranne il fatto di non farci caso e essere assuefatti, si pensa realmente a quale limitazione di libertà si va incontro nell'accettare questo?
L'ultimo decreto del governo Conte che ha esteso la zona rossa a tutta l'Italia, è frutto soltanto dell'incompetenza e dell'incapacità di questo governo, come di tutti quelli occidentali capitalisti, che non hanno preso misure necessarie quando era il momento. Causa la sanità pubblica disastrata e per scelte politiche liberiste di privatizzazione ci ritroviamo in stato di emergenza. Ne rispondono sempre le masse.
Esiste un persuasore occulto, qualcuno che tira le fila della società, attraverso il braccio armato della televisione e dei media in genere come anche per le testate giornalistiche (altri comitati d'affari che ammininistrano gli interessi dei poteri finanziari). Questo è senz'altro lo Stato borghese, miglior involucro per il capitalismo e la sua sete di profitto e di mercati sempre più ampi.
Non sono imparziali i suoi "impiegati", coloro che dispongono del copione calato dall'alto e che devono suggestionare i telespettatori. Burattini della scienza e della comunicazione diffondono angoscia, con dovizia di particolari e solo per impaurire.
Questo potente medium che ormai condiziona la vita del Paese e dei cittadini da 60 anni e più deve esser tolto di mano ai vertici di Stato, lobby e potentati vari e gestito dal popolo.
Uno schermo e una voce in casa che ti comanda cosa fare (tv), telecamere che ci spiano in ogni dove, oggi termoscanner o scanner che misurano in secondi la temperatura corporea o rilevano impronte digitali e facciali.
Non possiamo essere inerti di fronte a questa situazione. Non possiamo esser seguiti in ogni passo della nostra vita dalla culla alla tomba.
Siamo in questi giorni alla prova finale di ciò che sarà delle nostre vite se non poniamo rimedio. Il potere capitalista neoliberista globale si sta rivelando intenzionalmente per quel che è. Sta svelando le sue intenzioni, cala definitivamente la maschera.
Dobbiamo davvero conquistare la libertà definitiva, perché quella della Rivoluzione francese è e resta solo una conquista formale, mentre la via dell'Ottobre Rosso 1917 è sempre quella da seguire e non ha ancora chiuso la sua carica propulsiva e di questo hanno ancora paura i poteri oligarchici finanziari.
 
 
 
 

11 marzo 2020