Nardella svende Firenze a un magnate argentino
Funicolare e hotel per ricchi

Redazione di Firenze
La giunta di Dario Nardella (PD), nella riunione del 29 gennaio scorso, ha dato il via libera alla privatizzazione e svendita di uno dei più importanti complessi storici nel cuore di Firenze e allo scempio del giardino di Boboli per costruirvi un ascensore/funicolare collegato al mega hotel progettato.
Su proposta di Cecilia Del Re (PD), per la seconda volta in giunta e con una importante collezione di deleghe fra cui l'Urbanistica, la giunta ha approvato una variante urbanistica per permettere la realizzazione un nuovo mega hotel di lusso in Costa San Giorgio, ristrutturando la ex caserma Vittorio Veneto, acquistata per la modesta cifra di 19 milioni di euro dalla multinazionale Lionstone Development del magnate argentino Alfredo Lowenstein, proprietari di hotel e resort di lusso in tutto il mondo e della tenuta medicea di Cafaggiolo nel Mugello.
Si tratta non di un edificio ma di un grande complesso in parte risalente all’anno 1000, nato dalla fusione di due antichi conventi del 1300 e del 1500 e fino al 1998 sede della Scuola di sanità militare. È costituita da un insieme di spazi chiusi e aperti dove si alternano edifici, chiostri, terrazzamenti e cortili. La superfice coperta è di circa 9 mila metri quadrati e quella scoperta di 21 mila mq. Il tutto a 300 metri da Ponte Vecchio.
A completare lo scempio il progetto di un ascensore/funicolare dal giardino di Boboli, adiacente a Palazzo Pitti, e al Forte di Belvedere, che incontrerebbe a metà strada l'area dell'albergo. Gli ospiti entreranno nel complesso da Palazzo Pitti.
Dobbiamo ricordare che Palazzo Pitti è un'imponente reggia rinascimentale, passata dai Medici ai Lorena ai Savoia, che ospita attualmente una decina di musei; i giardini monumentali di Boboli annessi al palazzo sono considerati uno dei migliori esempi nel mondo di giardino all'italiana, con anfiteatro, viali, sentieri, vasche, statue, in un insieme scenografico; anche le numerose varietà di piante fanno parte del patrimonio del giardino.
Un vero e proprio “stupro” del centro come l'ha bollato Tomaso Montanari in un articolo su “Il Fatto quotidiano” del 24 febbraio scorso. "12 mila metri quadri di superficie adibiti per l'86% a struttura alberghiera di lusso, per l'8% a strutture commerciali (ristoranti, pizzerie, ecc.), l'1% a strutture commerciali di vicinato e per il restante 5% della superfice ad attività di servizio alla persona e alla residenza. In un'area sottoposta a vincolo archeologico e dal fragile equilibrio idrogeologico sono previsti vari interventi interrati: due autorimesse con accesso carrabile da Costa San Giorgio e da Via della Cava, ambienti di stoccaggio per le cucine e ambienti di servizio per la spa e il centro benessere, collegati tra di loro tramite un percorso carrabile interrato della lunghezza di circa 660 metri, con accesso da Costa San Giorgio”, descrive nella sua denuncia Perunaltracittà.
C'è anche da ricordare che la collina del Forte Belvedere è a pericolo di smottamento e proprio nel sottostante lungarno Torrigiani nel 2016 si aprì una grande voragine di 200 metri che ingiottì diverse auto e per pura fortuna non provocò morti e feriti.
La foglia di fico con cui si tenta di coprire la sostanza di questa svendita colossale è che il nuovo ascensore/funicolare sarebbe a disposizione anche degli abitanti.
Nardella con questa operazione fa fare un ulteriore salto di qualità alla privatizzazione del centro storico inaugurata dal suo ispiratore Matteo Renzi, che ha visto la chiusura di palazzi storici, piazze e anche di Ponte Vecchio per eventi privati di magnati di tutto il mondo, e ha accelerato il progressivo allontanamento dei fiorentini dal centro. Va notato che questo progetto di funicolare è stato preceduto nel 2009 dall’allora assessore alla cultura Eugenio Eugenio Giani, da sempre vicino alla massoneria e ai “poteri forti” e ora candidato governatore della Toscana da una coalizione con al centro il PD, che aveva lanciato l’idea di creare delle scale mobili tra San Niccolò e Forte Belvedere per arrivare anche al giardino Bardini.
Con questo progetto si sottrae alla città e si consegna nelle mani di speculatori e ricchi turisti un complesso di eccezionale valore. Per questo siamo d'accordo con "Perunaltracittà" nel rivendicare che la variante urbanistica dell'ex Caserma Vittorio Veneto venga rigettata in toto, invertendo in sostanza il percorso che oggi porta inevitabilmente la “rigenerazione urbana” a concludersi con il solito albergo di lusso, ignorando il crescente bisogno di residenze pubbliche per i senza casa e per gli immigrati, per le giovani coppie e per gli anziani, di spazi di aggregazione sociale, di sedi per le istituzioni culturali orientate alla tutela e al restauro del patrimonio artistico.
Fermare la diaspora di abitanti dal centro storico, rendere i quartieri vivibili e ricchi di servizi e vita sociale, è questa la strada per una città sostenibile e sicura, non le mille telecamere sbandierate dallo "sceriffo" Nardella o il progetto fumo negli occhi di inasprire i controlli sugli affitti turistici di piccoli appartamenti.
 
 

11 marzo 2020