Vertice Italia-Francia
Intesa tra Conte e Macron per rafforzare il ruolo di “attore globale” dell'Ue imperialista anche sul piano militare
Per i due governanti imperialisti il Mediterraneo e l'Africa sub-sahariana rappresentano la “priorità assoluta per l'Italia e per la Francia”

 
“Consapevoli delle loro responsabilità condivise in Europa e nel mondo, Italia e Francia desiderano riaffermare la comune volontà di progredire nel cammino storico dell’integrazione europea: solo una Unione Europea più unita, sovrana, e democratica, può assicurare benessere e prosperità ai propri cittadini e svolgere un ruolo di grande attore sulla scena della politica internazionale”, dove le responsabilità condivise sono soprattutto quelle per svolgere un ruolo imperialista di primo piano nella contesa globale con le principali concorrenti, Usa, Cina e Russia. E non solo a livello economico ma anche militare. La dichiarazione congiunta del 35esimo vertice intergovernativo Italia-Francia che si è tenuto a Napoli il 27 febbraio scorso inizia sottolineando l'intesa di fondo tra i due protagonisti, il presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanel Macron, alla vigilia dell'esplosione della bomba coronavirus in tutta Europa. Intanto i due governanti imperialisti mettono a punto l'intervento coordinato su tutti temi caldi che interessano la costruzione della superpotenza imperialista europea.
Al governo Conte l'asse con Parigi serve per restare agganciato al treno che guida la Ue e non essere retrocesso oltre la seconda fila, a non diventare marginale e mantenere un ruolo imperialista attivo dell'Italia nel Mediterraneo e in Libia dove i due paesi sono schierati su fronti concorrenziali. A Macron l'appoggio dell'Italia serve per rafforzare le sue ambizioni di leadership all'interno della Ue e dare una scossa al Vecchio continente, imballato sulla Brexit e sugli scontri sul bilancio per il periodo 2021-'27, che rischia di perdere posizioni irrecuperabili nella contesa globale con le maggiori potenze concorrenti; in attesa che riprenda a correre la sua principale e insostituibile alleata, la Germania della cancelliera Angela Merkel, guarda a Roma e per arruolare stabilmente alla sua causa l'imperialismo italiano concede una tregua sulla Libia.
Parigi e Roma hano rilanciato la loro relazione di alleati “storici”, sottolineava Conte dopo il vertice intergovernativo che si teneva dopo uno stop che durava dal 2017, e dovrebbero procedere verso la revisione entro l'anno del Trattato del Quirinale tra Francia e Italia. La dichiarazione congiunta che ha chiuso l'incontro di Napoli mette a punto alcuni passaggi del nuovo trattato indicando tra le altre nel settore militare un campo nel quale la collaborazione di Francia e Italia può andare avanti; per Macron l'intesa militare tra paesi Ue non serve solo a costruire il pilastro europeo della Nato, come si affermava in passato a Bruxelles per non irritare oltremodo l'alleato d'oltre Atlantico, è una della gambe autonome della superpotenza imperialista europea, tanto più dopo aver dichiarato lo scorso novembre la “morte cerebrale” dell'alleanza militare imperialista della Nato a guida Usa. D'altra parte uno dei primi atti del secondo governo del liberale e trasformista Conte lo scorso settembre era stato l'adesione dell'Italia all'Iniziativa europea di intervento, il progetto lanciato nel 2017 dal presidente francese per una cooperazione europea nel campo della Difesa, cui hanno aderito una decina di paesi.
A Napoli Macron e Conte hanno convenuto su una “Difesa in piena complementarità con la Nato” che serve a affrontare soprattutto le “sfide della sicurezza provenienti dal Sud”. Ma sulla Nato sostengono di voler prestare attenzione al processo di riflessione sul suo futuro centrato sulla “dimensione politica” mentre quando parlano della Pesc, la Politica di difesa e sicurezza della Ue, allargano il discorso alla costruzione concreta delle capacità militari di “un'Unione europea forte e strategicamente sovrana”.
L'intesa Conte-Macron viaggiava a vele spiegate fino a mettere il sigillo all’accordo di gennaio tra Fincantieri e Naval Group per la costituzione della joint venture Naviris, un gigante mondiale della cantieristica militare che ha in portafoglio progetti importanti quali la modernizzazione di mezza vita delle fregate franco-italiane della classe Orizzonte e lo sviluppo delle future corvette pattugliatrici europee; alcuni pezzi importanti dei 47 progetti dell'industria militare definiti dalla Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) in materia di sicurezza e difesa della Ue. “Naviris apre la strada per la costruzione di una vera difesa navale europea” dichiaravano congiuntamente i due responsabili di Fincantieri e Naval Group, Giuseppe Bono e Hervé Guillou.
Per il ministro della Difesa Lorenzo Guerini l'intesa è “un esempio più che mai tangibile della solidità e dell’unicità delle nostre relazioni bilaterali che ci vedrà agire, anche in questo settore ed in maniera strutturata, non più come competitor ma come validi alleati. Un modello che può e deve essere replicato a tutti gli ambiti della cooperazione militare”. L’ulteriore rafforzamento della cooperazione bilaterale nel campo della Difesa e della Sicurezza tra Italia e Francia “assume pertanto una valenza che non esito a definire strategica”, ribadiva il ministro Guerini che dopo l'incontro con la collega francese Florence Parly sottolineava la profonda identità di vedute su molti dei principali dossier, a partire da Libia e Sahel.
“È essenziale che l’Unione Europea diventi a tutti gli effetti un attore globale che si sprima in maniera unitaria, tempestiva e concreta sulle questioni internazionali”, afferma la dichiarazione congiunta nella quale Conte e Macron indicano nel Mediterraneo e nell'Africa sub-sahariana la “priorità assoluta per l'Italia e per la Francia”. I due governanti imperialisti parlano di “stabilità a lungo termine” delle due aree e indicano nella cooperazione economica definita dal partenariato Ue-Africa lo strumento per intervenire. Intanto però in nome della “lotta al terrorismo” progettano di schierare alte truppe oltre a quelle già presenti, sopratutto francesi nelle ex colonie, nella regione del Sahel.
Liquidata la questione delle divergenze sulla Libia, con l'Italia schierata dalla parte del governo di Tripoli e la Francia con quello di Tobruk, con un riferimento alle conclusioni unitarie della conferenza di Berlino sul cessate il fuoco e l'embargo sulle armi, tutt'altro che rispettati, Conte e Macron si soffermano sulla situazione del Sahel, “una regione di rilievo strategico per la rispettiva sicurezza nazionale e europea e per il controllo dei flussi migratori dall'Africa verso l'Europa”, recita la dichiaarazione di Napoli. Stante l'importanza “strategica” dichiarata dai due paesi imperialisti di questa remota regione africana ne conseguirebbe una necessità non solo di Roma e Parigi ma di tutta la Ue di intervenire in particolare con missioni militari a sostegno della Forza congiunta del G5 Sahel, quella costruita su iniziativa e il contributo determinante dell'imperialismo europeo, francese e italiano in particolare che già vede migliaia di soldati dei due paesi e della Germania presenti nella regione. L'interventismo militare della superpotenza europea crescerà con la “futura creazione della Task Force Takuba per la quale l'Italia sta valutando le modalità di un contributo”, specifica la dichiarazione congiunta.
Dichiarazione che termina con l'impegno dei due paesi a elaborare un nuovo trattato di “collaborazione bilaterale rafforzata e sistematica”, focalizzate “sulla definizione di un'agenda europea comune, sulla gestione delle crisi internazionali in ambito bilaterale e multilaterale”. Trattato che avrebbe dovuto vedere la luce entro la fine dell'anno alla programmata visita del presidente italiano Sergio Mattarella a Parigi. Sempre che tenga agli sviluppi politici della crisi coronavirus.

18 marzo 2020