Emergenza coronavirus
A Reggio Calabria il razzista Falcomatà se la prende coi Rom che non rispettano le regole


Dal corrispondente della provincia di Reggio Calabria e della Calabria
Arghillà è uno dei quartieri più poveri e degradati della periferia di Reggio Calabria.
Situato nella zona Nord, è popolato in gran parte da famiglie di etnia rom che vivono ammassate in piccoli appartamenti in condizioni igienico sanitarie precarie.
Sabato scorso, il sindaco PD Giuseppe Falcomatà, con microfoni e telecamere al seguito, nella sua caccia ai trasgressori delle norme anticoronavirus, ha visitato il quartiere popolare registrando un video che è stato pubblicato sulla sua pagina Facebook.
Una trovata pubblicitaria vergognosa che gli ha permesso di vomitare odio xenofobo addosso ad alcuni rom della zona intenti a riparare il motore di un’automobile. “Non potete uscire, come ve lo devo dire?” “Tu che stai facendo? Lo puoi riparare da solo il motore, o no?” “Sempre voi siete, sempre voi siete!”. E per rincarare la dose se la prendeva finanche con un signore lì vicino, dicendo: “C’erano venti persone di là, pericolose per noi e per gli altri, glielo devi dire pure tu che non possono stare fuori” “Possibile che non riusciamo a fare le persone serie cercando di restare a casa ed evitare contagi fino a Pasqua!”. E lui per difendersi gli rinfacciava il fatto che ad Arghillà non si è mai fatto vedere nessuno. Di fronte all’evidenza il sindaco continuava arrogantemente ad insistere: “Sì, ma io passo e i vigili passano”.
Utilizzando il “coronavirus” come pretesto e facendo leva sulle paure della cittadinanza, si consumava così, l’ennesima impresa donchisciottesca dell’imbroglione Falcomatà col duplice obiettivo di ottenere, da un lato nuovi consensi in vista delle elezioni - ormai rinviate ad ottobre, dall’altro di deviare l’attenzione dai problemi reali e irrisolti che affliggono la città dello Stretto.
I risultati ottenuti dalla giunta di “centro-sinistra” Falcomatà dopo oltre cinque anni di cattiva amministrazione sono palesemente sotto gli occhi di tutti. Interi quartieri sono sommersi dai rifiuti. In molte zone della città manca l’acqua corrente per potersi lavare. Le strade sono piene di buche, un serio pericolo sopratutto per i motociclisti. Alle prime piogge torrenziali, la città si trasforma in una laguna. Non c’è lavoro, il tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Italia supera il 60%.
A distanza di anni, gli alloggi popolari non sono stati assegnati alle famiglie vincitrici del bando di concorso. I rom vivono sempre più emarginati dal resto della popolazione nel degrado e nell’abbandono più totale. Eppure, in questa grave emergenza sanitaria nazionale andrebbero aiutati invece di essere intimiditi e discriminati, o peggio ancora strumentalizzati per creare allarmismo; fomentando di fatto razzismo e xenofobia. Ciò nonostante, il pluri-indagato Falcomatà invece di rassegnare assieme a tutta la sua giunta le dimissioni - forte dell’appoggio di Zingaretti - ha deciso di ricandidarsi nuovamente alla guida della città.
 

15 aprile 2020