Le istituzioni latitano
“Repubblica” continua a essere sotto attacco dei neofascisti
Il PMLI e “Il Bolscevico” rinnovano la loro solidarietà a Berselli, Scalfari e ai giornalisti del quotidiano romano, in particolare a Paolo Berizzi e a Salvo Palazzolo
Anche le cosche mafiose la minacciano

 
“Ancora una volta, un articolo di Repubblica scatena attacchi sul web. Dopo le minacce al direttore Carlo Verdelli, con i neofascisti che continuano a prendere di mira Paolo Berizzi, i clan che hanno costretto Federica Angeli a vivere sotto scorta e gli avvertimenti a Floriana Bulfon per le sue inchieste sui Casamonica, tornano le intimidazioni delle cosche mafiose: qualcuno non ha gradito un mio servizio sulla spesa distribuita dal fratello di un boss della droga nella periferia dello Zen, a Palermo.”
Con queste parole il giornalista Salvo Palazzolo in un articolo pubblicato su “La Repubblica”, denuncia l’asse che continua a prendere di mira il quotidiano romano, “colpevole” di pubblicare inchieste scomode ai neofascisti e ai mafiosi.
 
L'inchiesta sul quartiere Zen di Palermo e le minacce dai mafiosi Palazzolo ha raccontato su “Repubblica” cosa stava accadendo nel quartiere Zen di Palermo, con la distribuzione di generi alimentari organizzata da Giuseppe Cusimano, fratello di un boss locale della droga, ai residenti più poveri del posto. L'inchiesta poneva alcune domande: cosa c’era davvero dietro quella distribuzione di generi alimentari nella periferia di Palermo? La risposta indiretta ma chiara l'aveva data qualche giorno prima sempre su “Repubblica” il procuratore antimafia Cafiero De Raho, che in una intervista aveva messo in guardia dal rischio che ambienti vicini al crimine organizzato potessero distribuire la spesa, "perché il consenso sociale è una parte del loro piano di espansione".
L'articolo è costato a Palazzolo una sequela di minacce, in particolare in post su Facebook, da “Giornalisti peggio del coronavirus”, fino ad una sorta di “chiamata” contro il giornalista da parte dello stesso Giuseppe Cusimano, (che un’informativa dei carabinieri lo annovera tra i partecipanti a un incontro col boss Calogero Lo Piccolo e altri noti mafiosi) che scriveva: “Signori, lo Stato non vuole che facciamo beneficenza perché siamo mafiosi e apposto di ringraziare mi fanno sti articoli. Ok per aiutare la gente e sfamare la gente sono orgoglioso di essere mafioso.. da questo momento non dono più niente.. Signori lo Zen non lo vogliono cambiare le istituzioni ora l’avete capito”.
Però è in altri post, vomitati rabbiosamente dai compari del fratello del boss della droga, secondo i quali i giornalisti di "Repubblica" diventano "infami, merde, pagliacci, bastardi, buffoni" e vanno puniti “prendendoli a bastonate”, che si palesano stili e metodi già adottati e sistematicamente rilanciati contro gli stessi obiettivi dai neofascisti quando tentano in ogni modo di riversare la violenza squadrista anche nella piazza virtuale.
 

Silenzio della stampa borghese, immobilismo del governo e rinnovata solidarietà de “Il Bolscevico”
La solidarietà del PMLI e de “Il Bolscevico” a Palazzolo si aggiunge a quella di pochissime altre testate, del Presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava e della Federazione nazionale della Stampa Italiana che ha segnalato l’accaduto al ministero dell’Interno affinché il caso sia esaminato nella prossima riunione dell’Osservatorio per la sicurezza dell’informazione assieme alle altre minacce di cui continuano a essere vittime il direttore di "Repubblica" Carlo Verdelli e il giornalista Paolo Berizzi che dal 2018 vive sotto scorta, essendo nel mirino dei neofascisti per aver, tracciato la mappa delle attività neofasciste nel libro “Nazitalia”. Quello fra neofascisti, camorristi e mafiosi è un sodalizio ormai consolidato e di lunga data, e recentemente confermato dall'asse tra il clan Spada e Casapound a Ostia.
Non ci sono dubbi quindi che dietro questa nera catena di atti intimidatori ai giornalisti di "Repubblica" ci siano i gruppi neofascisti e neonazisti italiani in combutta con la malavita. Prima c'era il nero governo Salvini-Di Maio a incoraggiarli e inspirarli e a garantire loro l'impunità alla quale sono stati abituati, ma oggi, col cambio di governo, cosa in sostanza è cambiato? Poco. Almeno a vedere la passività e l'immobilismo delle istituzioni. Accompagnati dal silenzio quasi totale degli altri giornali e mezzi di “informazione”, nonché delle forze antifasciste. Ad oggi niente è stato fatto per mettere finalmente al bando e sciogliere le organizzazioni neofasciste.
 

Oggi PD e LeU governano, ma le istituzioni latitano
Il PMLI e “Il Bolscevico”, rinnovano la solidarietà già espressa nella lettera inviata il 5 febbraio a “Repubblica”, ribadendone con forza i contenuti: “i marxisti-leninisti italiani considerano questo infame e intollerabile attacco come un attacco a tutte le forze antifasciste, antinaziste e antirazziste, che hanno il dovere di unirsi, aldilà di ogni divergenza ideologica e politica, per far scudo a “Repubblica” e per sbarrare la strada ai fascisti e ai nazisti del XXI secolo”. Un messaggio rivolto anche contro la mafia che ha firmato le minacce a Palazzolo.

15 aprile 2020