...Intanto il governo acquista 15 elicotteri da guerra

 
In piena emergenza coronavirus non si attenua la politica bellicista del governo Conte, funzionale alle esigenze guerrafondaie ed egemoniche dell'imperialismo italiano.
Non bastava a gennaio l'acquisto di quattro nuovi sottomarini U-212 NFS, la continuazione in piena pandemia della produzione dei famigerati cacciabombardieri F-35, presso la fabbrica Leonardo di Cameri (Novara) in Piemonte, proprio nel cuore dei focolai d'infezione più pericolosi della pianura padana, a scapito della sicurezza dei lavoratori, non bastava il mancato ritiro delle truppe italiane dai vari teatri di guerra in cui è impegnato l'imperialismo italiano e gli affari riguardanti l'acquisto e la vendita di armi con altri paesi, a cominciare dall'Egitto con cui l'Italia ha un giro d'affari stimato nel 2018 in circa 7,2 miliardi di dollari e con il quale è in procinto di firmare un contratto da 9 miliardi di dollari, legato alla fornitura di almeno due fregate Fremm, diversi pattugliatori, 24 cacciabombardieri Tifone, oltre ad aerei da addestramento Macchi M-346, con i relativi costi economici che tutto questo comporta, che vedono le spese del governo e dello stato italiano vergognosamente sbilanciate in direzione delle spese militari, a scapito dei capitoli di spesa che mai come in questo momento servirebbero per la disastrata sanità pubblica, per la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle masse oltre che per aiutare i senza lavoro e reddito, gli anziani, i migranti e tutti coloro i quali si trovano in enorme difficoltà(per non dire alla fame)per effetto del coronavirus e delle scelte del governo al servizio della borghesia.
A tutto questo ora si aggiunge l'acquisto di ben 15 elicotteri AW-169M, prodotti sempre nella Leonardo di Cameri, dotati di armamenti interni ed esterni, diverse mitragliatrici, razzi guidati e non, missili terra-aria, acquistati con il consenso del ministro Pd della difesa, Lorenzo Guerini, per la cifra di 337milioni di euro, negli stessi giorni in cui lo stesso governo stanzia 400milioni, una cifra quasi equivalente, da destinare ai comuni per l'emergenza sociale.
Plastica dimostrazione delle nere scelte di questo governo che sono sbilanciate verso l'industria militare sulle spalle della crescente miseria delle masse alle quali viene destinato un piatto di lenticchie.
Come abbiamo già avuto modo di denunciare e documentare, il fatto è che sull'altare della legge del massimo profitto lo stato borghese italiano, parte integrante della UE imperialista e completamente al servizio dei monopoli, non può e non vuole fermare la produzione di armi, né tagliare le spese militari, per difendere gli interessi economici, politici e militari della classe dominante borghese alla quale è completamente asservito.
Mandando così al macello gli operai e i lavoratori del settore e distogliendo fonti preziosissime di uomini, mezzi e denari dall'emergenza coronavirus.
Basti pensare che l’Italia spende ogni anno 5,4 miliardi di euro in nuovi armamenti, circa 15 milioni di euro al giorno.
Il nostro paese poi nel quinquennio 2015-2019 si è piazzato al nono posto tra i primi dieci paesi esportatori di armi, esportando soprattutto verso Turchia, Arabia Saudita e Pakistan.
Il tutto con la complicità dei vertici sindacali, troppo morbidi nel concedere ''deroghe'' al blocco della produzione, essenziale anche per la sicurezza dei lavoratori, come avviene in troppe realtà produttive.
Oltre alla stessa Leonardo sono almeno 70mila(!) le deroghe richieste dalle organizzazioni padronali per far continuare la produzione nell'indotto delle fabbriche coinvolte nell'industria bellica,basti citare la Fincantieri, la quale dopo aver minacciato i licenziamenti di migliaia di dipendenti, ha poi optato per la CIG e preme ora per la riapertura immediata delle fabbriche, nonostante la secca contrarietà della Fiom che in una nota fa sapere: “I confronti avvenuti in ogni sito e sede non sono stati sufficienti per condividere modalità, tempi e numeri per la ripartenza. Non sono stati condivisi gli specifici protocolli operativi né è stata discussa nel dettaglio l’effettiva attuazione delle misure, tanto meno sono state coinvolte le aziende sanitarie per le verifiche del caso”. “Se lunedì si dovessero registrare forzature nei siti da parte di Fincantieri o situazioni di rischio, la Fiom metterà in atto tutte le opportune azioni per la tutela della salute dei lavoratori”.
Nessuno dice nulla però delle circa 65mila aziende riaperte SENZA formale permesso, in piena pandemia, che vede gran parte del nostro popolo chiuso in casa, sfruttando il silenzio-assenso dovuto ufficialmente al risibile (se non ci fosse da piangere) pretesto che i prefetti non riescono ad esaminare le domande (!) e a chiedere il parere dei sindacati(!) previsto nel Protocollo nazionale.
È assolutamente necessario che la lotta di classe contro il capitalismo e la dittatura del governo Conte continui.
Il PMLI propone, per tutta la durata della pandemia e finché non riprenderanno le normali attività lavorative, il reddito di emergenza o di quarantena di 1200 euro al mese per tutti coloro che non hanno né reddito né ammortizzatori sociali e lotta strenuamente per fermare l'industria bellica al servizio dell'imperialismo italiano e per riconvertirla alla produzione di materiale sanitario e non per l'emergenza sanitaria in corso, garantendo nel contempo la massima sicurezza per i lavoratori del settore, lottando strenuamente per la sanità pubblica, gratuita, finanziata tramite la fiscalità generale, cogestita dai lavoratori del settore e dai pazienti e dotata di servizi capillari di cura, diagnosi e riabilitazione su tutto il territorio nazionale, garantendo la massima sicurezza al personale medico e non impegnato in prima linea nella lotta alla pandemia.
 
 

29 aprile 2020