A Polistena, in provincia di Reggio Calabria
Il sindaco PCI celebra il 75° della Liberazione appiattendosi sulla Costituzione borghese del '48

Dal corrispondente della provincia di Reggio Calabria
Il comune di Polistena accogliendo l’appello lanciato dal Comitato provinciale Anpi di Reggio Calabria, ha celebrato il 75° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo dinanzi al Monumento al Partigiano situato dal 2018 nel Parco della Liberazione con incise parole di Piero Calamandrei.
All’appuntamento, nel rigoroso rispetto delle norme antiCovid-19, hanno partecipato il sindaco Michele Tripodi nonché segretario regionale del PCI, il presidente del consiglio comunale Angelo Borgese e il presidente della sezione Anpi di Polistena Rino Tripodi, accompagnati dal contributo musicale di Francesco Albanese.
Dopo aver deposto un omaggio floreale sul monumento, venivano intonate le note dell’inno di Mameli e di Bella Ciao. Una celebrazione ambigua e dai contenuti sbagliati perché ha mischiato pericolosamente i valori della Resistenza con la difesa dei principi della Costituzione borghese del ‘48 come in seguito dichiarato dallo stesso Tripodi: “La guida per il nostro popolo è rappresentata dalla Costituzione nata da quella lotta che molti vorrebbero dimenticare ma che rimane scolpita nella storia del nostro Paese, da Nord dove la Resistenza si è combattuta, a Sud dove essa si è pianificata. Vivono gli articoli della nostra Costituzione come una roccia, il nucleo di principi fondamentali e i valori di libertà costituiscono il fondamento della nostra democrazia e per questo in nessuna epoca storica dovremo vorremmo mai rinunciarvi. Non c’è libertà senza eguaglianza, non c’è eguaglianza senza giustizia sociale. Non c’è futuro senza la nostra Costituzione”.
Parole revisioniste e riformiste che ancora una volta ingannano e deviano il proletariato italiano dalla sua missione storica: la conquista del potere politico per mezzo della rivoluzione socialista.
In un momento storico difficile e senza precedenti dove con la scusa della cura “antivirus” sono state ristrette molte delle libertà democratiche rimaste, è senz’altro giusto ispirarsi ai valori della Resistenza e all’eroico coraggio dimostrato dalle partigiane e dai partigiani nel liberare l’Italia dalla belva nazifascista per dare battaglia e liberare oggi l’Italia dal capitalismo, dalla dittatura del governo del trasformista liberale Conte al servizio del regime capitalista e neofascista e dai fascisti del XXI secolo guidati da Salvini e Meloni.
Ma è sbagliato richiamarsi acrticamente ai principi sanciti dalla Costituzione del ‘48 (ormai carta straccia), essendo la legge suprema che tutela lo Stato democratico borghese.
Così come è sbagliato mescolare l’inno di Mameli, un inno ormai conservatore e reazionario comodo alla borghesia capitalista e imperialista, con “Bella Ciao”, un canto di lotta antifascista e progressista.
Il PCI ha come maestri di riferimento Gramsci, Togliatti e Berlinguer, noi del PMLI abbiamo invece Marx, Engels, Lenin Stalin e Mao.
O si sta sulla barca del proletariato e del socialismo o si sta sulla barca della borghesia e del capitalismo. Gli interessi degli uni sono opposti agli interessi degli altri e non possono essere conciliati. L’emergenza coronavirus ha acuito ulteriormente questo contrasto che potrà essere risolto solo quando i lavoratori e le masse sfruttate diventeranno ad un tempo padroni dei mezzi di produzione e padroni dello Stato e di se stessi.
Viva il 25 Aprile! Viva la Resistenza! Viva la Liberazione! Abbasso il capitalismo!
Tutto per il proletariato, le masse e il socialismo!

29 aprile 2020