Il governatore del Piemonte Cirio (FI) nomina il fascista Marrone assessore all'immigrazione

Sempre più a destra la fallimentare giunta regionale piemontese del governatore Alberto Cirio di Forza Italia.
In piena pandemia e mentre esplode il “caso Piemonte” riguardante la scellerata e criminale gestione della sanità regionale ed in particolare delle RSA (vedi “Il Bolscevico” n. 13) il governatore forzista proprio durante il 25 Aprile ha scelto di convocare la giunta regionale, invece di celebrare degnamente la ricorrenza come avrebbe dovuto, la qual cosa ha già un significato politico neofascista ben preciso, nominando poi il 27 aprile il consigliere regionale e capogruppo di FdI, Maurizio Marrone, assessore regionale ai Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione, Cooperazione internazionale e Post olimpico, in sostituzione di Roberto Rosso, l'ex deputato e assessore regionale alla legalità, ex FI, Pdl, FLI passato poi con i fascisti della Meloni, arrestato il 20 dicembre scorso per voto di scambio politico-mafioso accusato di aver pagato 15 mila euro alla 'ndrangheta per un “pacchetto” di circa 2.000 voti, controllati dalla 'ndrine ramificate in Piemonte, per le ultime elezioni regionali del 2019.
Maurizio Marrone, classe 1982, laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in Diritto pubblico, dal 2010 al 2013 è stato consigliere d’amministrazione di Ires Piemonte. Dal 2011 al 2016 consigliere comunale di Torino. Dal 2014 al 2017 è stato eletto per la prima volta in Consiglio regionale, dove è stato confermato per la seconda volta nelle elezioni del 2019.
Figlio del borghese Virgilio Marrone, vicinissimo alla famiglia Agnelli, fu direttore della finanziaria di famiglia, la Ifil Exor, è noto per essere un fascista doc e in particolare molto vicino ai separatisti filorussi di estrema destra della regione del Donbass, in Ucraina, dove hanno costituito con l'appoggio del nuovo zar Putin, le repubbliche autonome (non riconosciute da Kiev) di Donetsk e Luhats, che costituiscono appunto la regione del Donbass, dando il via il 6 aprile del 2014 al sanguinoso conflitto del Donbass, frutto della contraddizione interimperialista fra le superpotenze Usa e Ue da un lato e la Russia dall'altro per il dominio dell'Ucraina, tutt'ora in corso e che ha prodotto ad oggi almeno 8.000 morti.
Fin dal 2013 è apparso evidente, lo testimonia anche un'inchiesta della magistratura di Genova, il coinvolgimento al soldo dell'imperialismo russo di neonazisti italiani come Irina Osipova (naturalizzata italiana e candidata alle ultime elezioni comunali di Roma con la Meloni), molto amica di Salvini e anello di congiunzione insieme a Gian Luca Savoini tra Salvini e la borghesia russa, Gabriele Carugati, figlio della segretaria della Lega di Cairate, Andrea Palmeri, noto neofascista e capo degli ultras della Lucchese, più tutta una serie di altri neri personaggi provenienti direttamente dalle fogne più nere e schifose: dalla sezione italiana del Ku Klux Klan, a Forza Nuova, passando per Militia Christi e CasaPound, Stormfront e simpatizzanti della stessa Lega dell'aspirante duce Salvini.
Marrone ha incontrato personalmente Palmeri nel 2017, quando quest'ultimo era già ricercato per aver violato l'obbligo di firma in Italia e subito prima della sua definitiva condanna a 2 anni e 8 mesi da parte della magistratura di Lucca per aver accecato con un tirapugni Stefano Benassi, antifascista di Lucca, oltre che per altre spedizioni punitive contro degli antifascisti ed è tuttora ricercato dalla magistratura genovese per il reclutamento di mercenari fascisti italiani nel Donbass, dove si è rifugiato.
Sempre nel 2017 Marrone fu ripreso dalle telecamere della trasmissione “Nemo” mentre cenava con lo stesso Palmeri e altri fascisti quando ricopriva il ruolo di sedicente presidente del “Centro di rappresentanza in Italia della Repubblica popolare di Donetsk”.
Un fascista doc dunque, legato apertamente a doppio filo al fascismo internazionale e alle sue organizzazioni.
Totalmente insufficiente la denuncia della nomina di Marrone da parte di alcuni consiglieri regionali del PD, Domenico Rossi e Diego Sarno, i quali si sono guardati dal chiedere le dimissioni di Marrone da consigliere regionale in questi mesi, come non ne chiedono le dimissioni da assessore regionale oggi, si limitano a chiedere solo il ritiro della delega alla Cooperazione internazionale (ma non quella all'Emigrazione) perché il sostegno di Marrone ai neonazisti del Donbass sarebbe “in evidente contrasto con le scelte di politica estera dell'Italia e della UE”, quindi non ne chiedono le dimissioni in quanto fascista e amico di criminali, oltre che esponente di un partito illegale e fascista che andrebbe sciolto come legge prevede (il quale partito vorrebbe invece mettere fuori legge i partiti comunisti con il disegno di legge costituzionale del camerata Cirielli), ma solo il ritiro di una delega perché sostenitore in questo caso dell'imperialismo russo, concorrente a quello dell'asse USA-UE.
La nomina di Marrone dimostra invece che la nera giunta Cirio va spazzata via al più presto senza fare affidamento in alcun modo sulla sedicente “opposizione consiliare” (che è poi la maggioranza che sostiene Conte a Palazzo Chigi) e che la lotta di classe contro il capitalismo, il suo governo e i fascisti del XXI secolo deve continuare anche in piena pandemia.
Occorre lottare per sciogliere le organizzazioni neofasciste e neonaziste, razziste, xenofobe, omofobe, antiabortiste e antifemminili e chiudere i loro covi, sbarrando la strada ad ogni tentativo di messa al bando dei partiti con la bandiera rossa e la falce e martello e contro ogni infame, vergognoso e menzognero tentativo di equiparazione tra comunismo e nazifascismo e tra fascisti e antifascisti.
Alberto Cirio dimettiti, sei la vergogna del Piemonte!

6 maggio 2020