Peschiera Borromeo (Milano)
Gli operai Tnt-Fedex sospesi occupano lo stabilimento. Brutale intervento della polizia in tenuta antisommossa
Solidarietà dagli altri stabilimenti in tutta Italia che estendono la lotta

Dal corrispondente della Lombardia
Lo scorso 3 maggio sessantasei operai che lavorano nello stabilimento di Peschiera Borromeo (Milano) dell'azienda di logistica Tnt di proprietà della multinazionale americana Fedex, assunti attraverso l'agenzia interinale Adecco, sono stati improvvisamente lasciati a casa senza alcuna spiegazione, attraverso una lettera della stessa Adecco che li informava che “l'assegnazione è interrotta” e non dovevano pertanto più recarsi al lavoro presso lo stabilimento della Tnt.
Da anni gli operai lottano per vedere stabilizzato il loro posto di lavoro e lo scorso 6 marzo avevano costretto l'azienda a sottoscrivere con il sindacato Si Cobas un accordo dove si impegnava ad assumerli tutti con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, full time , entro il 2 maggio direttamente e non più attraverso l'agenzia. Secondo gli accordi le assunzioni avrebbero dovuto iniziare il 1 aprile ma in realtà non si sono mai viste e appunto il 3 maggio, proprio poco prima dell'inizio del turno di lavoro, a tutti i sessantasei facchini e ad altri trentaquattro che lavorano sempre nello stesso stabilimento e già direttamente alle dipendenze della Tnt, è arrivata la comunicazione di rimanere a casa.
Dopo essere stati costretti a lavorare anche durante le settimane del “lockdown” per garantire la movimentazione di merci non solo di beni essenziali, ma tutta una serie di beni che sicuramente essenziali non sono rischiando tutti i giorni il contagio, alla vigilia della cosiddetta “fase 2” dell'emergenza Coronavirus i padroni hanno ritenuto che quei lavoratori non servivano più. Al momento continueranno a ricevere lo stipendio ma unicamente finché perdurerà l'emergenza perché sarebbe difficile procedere subito al licenziamento, tuttavia il destino dei loro posti di lavoro appare segnato. Immediata è quindi scattata la protesta e nella stessa notte i capannoni sono stati occupati dagli operai che hanno bloccato i lavori.
La mattina di martedì 5 maggio un imponente dispiegamento di carabinieri e polizia in tenuta antisommossa è brutalmente intervenuto forzando il blocco e disperdendo gli operai i quali comunque sono rimasti in prossimità dei cancelli fino al tardo pomeriggio e hanno dichiarato di non avere alcuna intenzione di essere considerati carne da macello e continueranno pertanto la loro lotta. Nonostante l'azienda sostenga che vi è un calo dei volumi e si renderebbe conseguentemente necessario un taglio del personale, i lavoratori costretti il più delle volte a turni massacranti che li portano a dover caricare più di sessanta camion per ogni turno, hanno denunciato come non vi sia stato alcun calo, il lavoro sia normale e si tratti solo di un tentativo di scaricare la crisi sui lavoratori.
Nel frattempo, in segno di solidarietà e anche per protestare contro il governo e la mancata erogazione della cassa integrazione, la protesta si è estesa allo stabilimento di Teverola (Caserta) ed è stato annunciato un periodo di lotta di tutti i lavoratori del gruppo Tnt in Italia.

13 maggio 2020