Lettere

 
Onorati i partigiani sovietici nel 75° della grande vittoria sul nazifascismo
Sono passati 75 anni dalla Grande Vittoria sul nazifascismo. Oggi abbiamo portato i fiori ai partigiani sovietici morti sul nostro Appennino, al cimitero di Ligonchio, Pekunov Nicola e Ivan, di cui è noto solo il nome.
Quel 9 Maggio 1945 il popolo sovietico e la gloriosa Armata Rossa di Stalin, sacrificando quasi 30 milioni di donne e di uomini, liberavano l'Europa dal fascismo italiano di Mussolini e dal nazismo di Hitler.
Oggi l'Europa nelle sue istituzioni, equipara vergognosamente vittime e carnefici. In Italia con la complicità delle istituzioni, è stato sdoganato il fascismo e oggi si insulta in modo infamante la storia dei partigiani e della Resistenza, relegando l'antifascismo a macchietta da canticchiare nelle ricorrenze comandate. In Russia oggi, nonostante sia completamente cambiato il governo e non ci sia più l'Unione Sovietica, dopo settantacinque anni l'antifascismo è ancora il valore fondante della nazione. L'antifascismo viene insegnato nelle scuole, così come il rispetto e la "venerazione" per la generazione che ha sacrificato tutto, spazzando via i nazisti dall'Europa. Purtroppo non dalla lordura dei suoi epigoni che oggi la infettano nuovamente.
Oggi 9 maggio 2020, come tutti i 9 maggio di ogni anno, i veterani di quella Grande Vittoria sono rispettati e assunti come più alto esempio di Liberazione e di libertà. E non come in Italia, dove i monumenti dei partigiani vengono vandalizzati e insozzati di svastiche, con i partigiani quasi a doversi scusare di essere morti. Per nulla.
Alessandro Fontanesi - Reggio Emilia
 
“Immuni”, marchingegno governativo per nuova schedatura di massa
Questo marchingegno ordito dal governo borghese, "Immuni" è diretto chiaramente a colpire i compagni, a provvedere a una nuova, ulteriore schedatura.
Come insegnano i Maestri, i reazionari "sono tigri di carta " ma al tempo stesso "sono tigri autentiche " (Mao, Intervento alla riunione di Wuchang dell'Ufficio politico del CC del Partito Comunista cinese, 1° dicembre 1958) ed è questa "doppia natura " (ancora Mao) che dobbiamo considerare attentamente. Se la natura di "tigre di carta" si manifesta nella sua cronica incapacità di essere coerente, finendo con il contraddirsi sempre, con la confusione di provvedimenti che si mordono continuamente la coda, d'altra parte la "tigre autentica" rispunta fuori nella natura repressiva, nella volontà di ammorbare l'atmosfera rispetto alle feste laiche e sinceramente popolari e realmente di classe come il 25 Aprile e il 1° Maggio.
Tutti i Maestri, con accenti vari dati dai tempi nei quali scrivevano, parlavano, ragionavano, ma rimanendo assolutamente concordi nella sostanza, hanno sempre rilevato il pericolo di un ritorno al passato, di un consolidamento dei reazionari. Se il borghese progressista Giacomo Leopardi irrideva giustamente "le magnifiche sorti e progressive", noi sappiamo che il pericolo di un ritorno dei cani da guardia nazifascisti del capitale è concreto e pericolosissimo.
Eugen Galasso - Firenze

13 maggio 2020