Ottaviano (Napoli)
A fuoco la fabbrica di componentistica Adler: 1 operaio morto e 2 feriti
Il bilancio poteva essere ancor più grave dentro e fuori la fabbrica. Nube tossica sul quartiere

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Nola del PMLI
La fase 2 della lotta al Covid-19 conferma che la barbarie e la scelleratezza del capitale non conoscono limiti temporali né che possa esistere cura in grado di guarire il virus principale di nome capitalismo.
Il Coronavirus sembra derivare e trovare terreno fertile dalle stesse pratiche di manomissione e distruzione dell'ambiente che il sistema di sfruttamento dominante opera sulle forze della natura.
Basta riaprire un'attività sospesa per decreto che le porte dell'inferno del profitto immolino al proprio altare altre vittime sacrificali senza soluzione di continuità.
Il 5 maggio, secondo giorno di ripresa di attività, dopo la chiusura decretata dal Dpcm, a Ottaviano in provincia di Napoli, paese alla falde del Vesuvio a un tiro di schioppo da Nola, un forte boato intorno alle 16, ha fatto sussultare gli abitanti del paese e zone limitrofe, causando seri danni alle abitazioni circostanti.
L'industria di componentistica per vetture Adler Spa ha preso fuoco per uno scoppio avvenuto nel reparto dei forni causando la morte di un operaio di 55 anni e il ferimento grave di altri due lavoratori. La ripartenza a turnazione ridotta ha evitato che il bilancio dell'incidente fosse più grave, ma la fortuna più grande è stata che gli abitanti delle case circostanti non abbiano riportato danni fisici, pur non evitando quelli materiali alle abitazioni. Con l'ulteriore aggravante dell'inquinamento causato dalla nube tossica e ammorbante sprigionatasi sulle loro teste, in un territorio già martoriato dal problema della “Terra dei fuochi”.
L'industria infatti tratta la componentistica con polietilene, materiale altamente tossico. Proprietario della Multinazionale Adler (8 mila dipendenti in 18 Paesi) è il pescecane capitalista Paolo Scudieri, che a quanto pare, presiedendo una multinazionale, ha ottimi rapporti al di qua e al di là dall'oceano Atlantico. Ed essendo fornitore della Fiat si trova chiaramente in contatto stretto con i rappresentati della finanza internazionale, tra cui Elkann. In Campania il gruppo ha 4 stabilimenti disseminati tra le province di Napoli e Avellino.
Questo ennesimo “incidente" riconferma la sempre poco considerata problematica degli infortuni sul lavoro che sono una piaga sociale permanente, alla quale però si deve pagar dazio perché la produttività continui a far girare il motore del profitto, a mantenere stabile il Pil già morente dell'economia italiana, poiché secondo il verbo di Confindustria, la felicità e stabilità sociale le dobbiamo misurare con la bilancia dell'utile e perché il lavoratori devono essere dei semplici ingranaggi di un' orologio senza anima.
Capitale umano, materiale umano, produttività, risorse umane. Questo l'astruso linguaggio del capitalismo contemporaneo globalizzato. Competitività, meritocrazia, dedizione al lavoro, propensione al miglioramento continuo. Questa la sentenza della società capitalista e individualista. La globalizzazione mette davanti sempre nuove sfide continue: è questo il mantra dei pescecani capitalisti.
Il capitalismo cerca oggi di ridurre i costi, una volta smantellati i diritti dei lavoratori.
E tra questi ridurre il capitolo dei costi sulla sicurezza dei lavoratori è certamente quello gettonato. Da qui l'aumento esponenziale di morti, feriti, invalidi sul lavoro.
 

13 maggio 2020