La polizia del dittatore fascista Erdogan attacca il funerale dell'oppositore Ibrahim Gokcek
Sequestrato il corpo del bassista del gruppo Yorum. 20 persone arrestate tra cui gli avvocati del martire

 
Ibrahim Gokcek, il trentanovenne bassista della band turca Grup Yorum in sciopero della fame da 323 giorni, è morto il 7 maggio. Il 3 aprile scorso, dopo 288 giorni senza mangiare, era morta la cantane del gruppo, Helin Bolek di 28 anni, seguita il 24 aprile da un altro membro della band, il coetaneo Mustafa Kocak, condannato all’ergastolo aggravato grazie a una testimonianza anonima e dopo 297 giorni senza cibo. I musicisti del gruppo erano stati arrestati nel 2016, nella repressione generalizzata seguita al fallito golpe militare del 15 luglio 2016 per rovesciare il presidente Recep Tayyip Erdoğan; nel loro caso l'accusa era di vilipendio alle istituzioni e di appartenenza all'organizzazione definita terrorista del Fronte Rivoluzionario della liberazione popolare, Dhkp-C, una voce della comunità curda e di quella alevita che si definisce marxista-leninista.
Peraltro nel repertorio del gruppo ci sono anche Bella ciao e l’Internazionale per denunciare l'arresto e la enormità della condanna e chiedere la possibilità di tornare a tenere i concerti, come quelli del 2010, in occasione del 25esimo anniversario della fondazione del gruppo nello stadio del Besiktas di fronte a oltre 55mila persone e del milione presenti nel 2015 a Smirne.
La repressione feroce contro le opposizioni scatenata dal fascista Erdogan, combattuta dalla band anche dalla galera con la protesta estrema dello sciopero della fame fino alla morte, non si è fermata neanche di fronte alla salma del martire Gokcek che la polizia sequestrava l'8 maggio con un assalto all'obitorio con lacrimogeni, cariche e manganellate e una ventina di arresti compresi due avvocati difensori. Solo alcune ore dopo la famiglia di Ibrahim ha potuto recuperare la salma per trasferirla da Istambul alla sua città natale Kayseri.
Erdogan ha bisogno di tenere il paese stretto in una ferrea morsa, di liquidare ogni opposizione, dai giornalisti non allineati ai progressisti, ai curdi per continuare senza preoccupazioni interne a rilanciare quella politica imperialista che segue le tracce dell'Impero ottomano e porta l'esercito di Ankara a occupare il nord della Siria d'intesa con la Russia di Putin; a colpire nelle zone arabe del nord dell'Iraq in accordo coi curdi iracheni, all'accordo di cooperazione militare appena ratificato con l'Albania sulla direttrice dei Balcani, a sostenere il governo libico di Tripoli e costruire nuove teste di ponte in Sudan e in Somalia, nello strategico Corno d'Africa, una situazione portata tra l'altro alle cronache dal contributo sembra determinante dei servizi turchi nelle operazioni che hanno portato alla liberazione della cooperante italiana Aisha Silvia Romano.
 
 
 

20 maggio 2020