Dopo l’uccisione di George Floyd, soffocato da un poliziotto a Minneapolis
Rivolta antirazzista negli Usa
Assediata la Casa Bianca, Trump si rifugia in un bunker

A Minneapolis (Minnesota) lunedì 25 maggio 2020 la polizia assassinava l’afroamericano George Floyd. Il poliziotto che lo arrestava, lo immobilizzava tenendogli per quasi 9 minuti un ginocchio sul collo, fino a soffocarlo. Lo aiutavano nel crimine altri tre agenti: uno per tenere i presenti lontani e impedire la registrazione dell'omicidio e gli altri due inginocchiati lo bloccavano a terra: “Lo hanno trattato peggio di un animale", così denunciava il fratello della vittima. Nessuno di loro raccoglieva le parole di aiuto sussurrate ripetutamente ma inutilmente con un filo di voce dalla vittima prima di morire: “Vi prego. Non riesco a respirare”. Ecco l'America del fascista e razzista Trump che, davanti al montare della protesta, ha definito i manifestanti “teppisti” e gettato benzina sul fuoco con queste provocatorie parole rivolte ai governatori: “Dovete dominare...Legge e ordine...quando inizia il saccheggio inizia la sparatoria ”
La diffusione del video dell’omicidio in rete provocava l'immediata rivolta antirazzista, dapprima limitata alla numerosa comunità afroamericana di questa importantissima città dello Stato del Minnesota ma poi dilagata come un incendio nella prateria agli altri Stati del Paese e a tutti gli strati della popolazione più poveri e oppressi e più combattivi nel fronte comune antifascista e antirazzista.
Per placarla non è bastato licenziare (ma non arrestare, in un primo tempo) i poliziotti assassini.
Nei giorni successivi la lotta si è allargata a macchia d’olio a Chicago, Huston, Denver, Dallas, Detroit (dove è stato ucciso un manifestante diciannovenne), Indianapolis (un altro manifestante ucciso dalla polizia), Portland, Los Angeles, St Paul, Louisville, Cincinnati, Columbus, Philadelphia per citare solo alcune città. A New York, a Brookliyn, suv della polizia piombavano contro gruppi di manifestanti e li investivano.
Anche nella capitale Washington le masse si sono mobilitate portando la protesta fin sotto la Casa Bianca messa in sicurezza da pannelli ai cancelli e da un ingente dispiegamento di forze di polizia, Guardia nazionale e Secret Service. Nonostante che l’inquilino della Casa Bianca Trump tuonasse gravi minacce fino all’uso di “cani feroci”, i manifestanti sono riusciti a bloccare e occupare le strade adiacenti e a sostenere e rispondere agli assalti della polizia. Nella notte del 31 maggio alla fine la Casa Bianca è stata “spenta” e sono stati evacuati Trump (che per i suoi appelli all’ordine e alla legge ha riscosso la solidarietà dall’Italia dell’aspirante ducetto Salvini) e familiari mentre i manifestanti sono riusciti ad appiccare alcuni incendi fin sotto i cancelli del palazzo presidenziale mettendo in difficoltà le forze di polizia.
In 40 città è stato proclamato il coprifuoco ed è stata mobilitata la Guardia nazionale in 15 Stati. La mobilitazione più imponente è stata a Minneapolis con 13.000 uomini. In questa città un’autocisterna ha cercato di travolgere un corteo di manifestanti. Fino ad ora sono state arrestate più di 2500 persone.
In Italia una manifestazione di solidarietà con la rivolta antirazzista negli Usa è avvenuta davanti al consolato americano a Milano, mentre altre mobilitazioni internazionali sono avvenute a Londra (11arresti), Toronto, Berlino e ad Auckland in Nuova Zelanda.

3 giugno 2020