Manifestazioni dell'ultima settimana di maggio
In piazza per diritti, assunzioni e sicurezza
Dopo gli operai si mobilitano i lavoratori di altri settori. A Firenze e a Catania tenuto alto il manifesto del PMLI Non siamo sulla stessa barca

Nonostante le stringenti regole legate alla diffusione del coronavirus ancora oggi limitino fortemente il diritto di sciopero e di manifestazione, le iniziative e le mobilitazioni continuano e si sviluppano in tutta Italia. Sabato 24 maggio insegnanti, studenti, genitori, educatrici, sono scesi in piazza per chiedere “l'apertura delle scuole in presenza e in continuità da settembre”.
Da Roma a Napoli, da Firenze a Bologna, da Milano a Torino, in ogni città sono stati in centinaia coloro che hanno manifestato per ribadire che le scuole hanno tutto il tempo per mettere in pratica le misure atte ad assicurare un regolare anno scolastico. La “didattica a distanza” è la didattica dell'emergenza, è stato sottolineato, perciò “non sarà possibile proporla come soluzione per il nuovo anno scolastico 20-21”.
Alcuni giorni prima i sindacati della scuola di Cgil, Cisl e Uil avevano organizzato a Milano una manifestazione sotto la sede comunale di Palazzo Marino per chiedere procedure semplificate per l'assunzione di centinaia di precari, altrimenti nel capoluogo lombardo a settembre c'è il rischio che le scuole riaprano senza insegnanti.
Forte e partecipata anche la protesta dei lavoratori dello spettacolo e della cultura. Le iniziative più grandi si sono svolte a Roma, Milano, Venezia, Firenze e Bologna. In alcune di queste città i partecipanti erano oltre un migliaio, seppur distanziati e con le mascherine. L'iniziativa del 30 maggio, in simultanea anche in altre piazze italiane, tra cui Livorno, Napoli e Torino, aveva l'obiettivo di chiedere al governo una convocazione e misure a sostegno del settore della cultura e degli spettacoli.
Striscione dei lavoratori della Fenice davanti alla stazione di Venezia mentre a Firenze e Bologna si sono svolti dei flash mob . Particolarmente numerosa la presenza in Piazza Duomo a Milano. Tanti i cartelli che chiedevano la riapertura di teatri, cinema, festival, che rivendicavano il ruolo e l'importanza della cultura. Su uno di questi c'era scritto: "il nostro lavoro è dal vivo no al netflix della cultura".
"Siamo 2.000 qui in piazza oggi - dichiaravano gli organizzatori lombardi -. Abbiamo ricevuto la notizia che il 15 giugno ricominceranno le attività dello spettacolo, ma tutto il live sappiamo che è saltato al 2021, i teatri stanno chiudendo e i festival non andranno in scena, non c'è una riprogrammazione" e per questo "chiediamo un reddito di sussistenza e di continuità". Ricordiamo che nel settore non lavorano solo nomi famosi ben retribuiti, ma una moltitudine di maestranze che per la legge vigente non hanno nessun ammortizzatore sociale.
Il 29 maggio per la prima volta sono scesi nelle piazze di molte città d'Italia i giovani medici specializzandi, chi era al lavoro si è astenuto per 15 minuti dall'attività. La manifestazione è stata organizzata da Link Area Medica, dalle associazioni Salviamo Ippocrate , e Chi si cura di te? , ER-Ex Rappresentanti in prima linea, Farmacia Politica, Materia Grigia e Segretariato Italiano Giovani Medici.
In questi mesi di emergenza sono stati in prima linea, spesso dipinti come eroi ma senza tutele normative e sanitarie: “siamo lavoratori solo quando bisogna coprire i turni, adesso pretendiamo più diritti. Gli strumenti che stiamo rivendicando sono indispensabili per poter dare il nostro sostanziale contributo al sistema della Salute" si legge nel comunicato che lanciava l'iniziativa.
Il manifesto del PMLI Non siamo sulla stessa barca è stato tenuto alto nel Flash Mob tenutosi a Firenze il 30 maggio e nel presidio svoltosi a Catania il 23 maggio (si vedano gli articoli a parte).

3 giugno 2020