Contro la discriminazione razziale praticata dall'imperialismo Usa
(8 agosto 1963)
Dichiarazione rilasciata da Mao in occasione del ricevimento di ospiti provenienti dall'Africa

 
Un dirigente nero americano ora rifugiato a Cuba, Robert Williams, ex presidente della sezione di Monroe, North Carolina, dell'Associazione nazionale per il progresso della gente di colore, quest'anno già due volte mi ha chiesto di rilasciare una dichiarazione in sostegno alla lotta dei neri americani contro la discriminazione razziale. Colgo l'occasione per esprimere a nome del popolo cinese il nostro fermo sostegno ai neri americani impegnati nella lotta contro la discriminazione razziale e per la libertà e l'uguaglianza dei diritti. Negli Stati Uniti vi sono più di diciannove milioni di neri che costituiscono circa l'11 per cento della popolazione. Vivono nella società in condizioni di asservimento, di oppressione e di discriminazione. La stragrande maggioranza dei neri non gode del diritto di voto. A loro in generale sono riservati unicamente i lavori più faticosi e disprezzati. I salari che percepiscono vanno da un terzo alla metà dei salari dei bianchi e la più alta percentuale di disoccupati si riscontra proprio tra i neri. In molti Stati non possono frequentare le stesse scuole dei bianchi, non possono mangiare alla stessa mensa né viaggiare negli stessi scompartimenti degli autobus e dei treni. I neri sono spesso arbitrariamente arrestati, torturati e assassinati dalle autorità americane a ogni livello, dai membri del Ku Klux Klan e da altri razzisti. Oltre la metà della popolazione nera è concentrata in undici Stati del sud, soggetta a discriminazioni e a persecuzioni particolarmente vessatorie. I neri americani si stanno risvegliando e il loro movimento di resistenza si fa sempre più forte. Negli ultimi anni si è costantemente sviluppata, giorno dopo giorno, la lotta di massa dei neri americani contro la discriminazione razziale e per la libertà e l'uguaglianza dei diritti. Nel 1957 i neri di Little Rock, Arkansas, hanno condotto una fiera battaglia per protestare contro l'esclusione dei loro figli dalle scuole pubbliche. Le autorità hanno fatto ricorso alle forze armate e hanno provocato l'incidente di Little Rock che ha impressionato il mondo intero. Nel 1960 i neri di venti Stati hanno indetto dei sit-in per protestare contro la segregazione razziale. nei ristoranti, nei negozi e in altri luoghi pubblici. Nel 1961 i neri hanno lanciato una campagna per la “libertà di trasporto” contro la discriminazione razziale sui mezzi pubblici, campagna che si è estesa rapidamente a molti Stati.
Nel 1962 i neri del Mississippi hanno combattuto una battaglia per ottenere il diritto all'iscrizione negli istituti universitari e le autorità hanno risposto con misure repressive culminate in un bagno di sangue. Quest'anno la lotta dei neri americani è iniziata a Birmingham nell'Alabama, ai primi di aprile. I neri, che erano del tutto disarmati, sono stati arrestati in massa e sottoposti alla più feroce repressione soltanto perché avevano indetto comizi e marce per protestare contro la discriminazione razziale. Il 12 giugno con il barbaro assassinio di Medgar Evers, un dirigente del popolo nero del Mississippi, si è giunti al culmine. Le masse nere indignate e non domate da questo illegale ricorso alla violenza, hanno continuato con raddoppiato coraggio la loro battaglia guadagnandosi il sostegno di tutti i neri e di tutti gli strati della popolazione americana. In ogni Stato e in ogni città dell'America, si svolge una gigantesca e vigorosa lotta che cresce come una marea su scala nazionale e si fa sempre più acuta. Le organizzazioni dei neri americani ora hanno deciso di intraprendere una “marcia della libertà” su Washington il 28 agosto, marcia alla quale parteciperanno 250 mila persone. Il rapido sviluppo della lotta dei neri americani è una manifestazione del costante acuirsi della lotta di classe e della lotta nazionale negli Stati Uniti: alla cricca dirigente USA tutto ciò causa inquietudini sempre più gravi. L'amministrazione. Kennedy ha fatto ricorso a una scaltra tattica bifronte. Da una parte avalla la discriminazione razziale e partecipa alla persecuzione dei neri, giungendo fino al punto di inviare truppe per reprimerli. Dall'altra si presenta come avvocato della “difesa dei diritti umani” e della “protezione dei diritti civili dei neri”, invita i neri alla “moderazione” e propone al Congresso la cosiddetta “legislazione dei diritti civili” nel tentativo di paralizzare la combattività del popolo nero e di ingannare le masse popolari di tutto il paese. Tuttavia sono sempre di più i neri che capiscono il vero scopo di questa tattica dell'amministrazione Kennedy. Le atrocità fasciste commesse dagli imperialisti USA contro il popolo nero hanno messo a nudo la vera natura della “democrazia” e della “libertà” negli Stati Uniti e hanno rivelato i legami che intercorrono tra la politica reazionaria che il governo USA persegue in patria e la politica di aggressione che persegue all'estero. Faccio appello agli operai, ai contadini, agli intellettuali rivoluzionari, agli elementi illuminati della borghesia e a tutti i progressisti del mondo, bianchi, neri, gialli o bruni che siano, perché si uniscano contro la discriminazione razziale praticata dall'imperialismo USA e sostengano i neri americani nella loro lotta contro la discriminazione razziale. In ultima analisi, una lotta nazionale è una lotta di classe. Tra i bianchi degli Stati Uniti soltanto la cricca dirigente reazionaria opprime il popolo nero. Questa cricca non può assolutamente rappresentare gli operai, i contadini, gli intellettuali rivoluzionari e gli altri elementi illuminati che formano la stragrande maggioranza della popolazione bianca. Oggi soltanto un pugno di imperialisti, capeggiati dagli Stati Uniti e dai reazionari dei vari paesi al loro rimorchio, opprimono, aggrediscono e intimidiscono la stragrande maggioranza delle nazioni e dei popoli del mondo. Loro sono una minoranza, noi siamo la maggioranza. Loro sono, anche a dir tanto, meno del dieci per cento dei tre miliardi di persone che popolano il mondo. Sono fermamente convinto che, con l'appoggio dei popoli che costituiscono più del novanta per cento della popolazione mondiale, la giusta lotta dei neri americani sarà senz'altro vittoriosa. Questo esecrabile sistema colonialista e imperialista si è sviluppato di pari passo con l'asservimento e la tratta dei neri: con la completa emancipazione del popolo nero sarà definitivamente seppellito.
 


Dichiarazione in appoggio alla lotta degli afroamericani contro la repressione violenta
(16 aprile 1968)

Giorni fa il pastore afroamericano Martin Luther King è stato brutalmente assassinato dagli imperialisti americani. Martin Luther King era un partigiano della non-violenza, ma non per questo gli imperialisti USA si sono mostrati tolleranti verso di lui, al contrario, sono ricorsi alla violenza controrivoluzionaria e lo hanno ucciso a sangue freddo. Questo avvenimento costituisce una profonda lezione per le larghe masse afroamericane; esso ha scatenato una nuova tempesta di lotte contro la repressione violenta, una tempesta che ha spazzato oltre cento città degli Stati Uniti e non ha pre-cedenti nella storia di quel paese. Ciò dimostra che una forza rivoluzionaria estremamente potente è racchiusa nei venti milioni e più di afroamericani.
La tempesta della lotta afroamericana che imperversa negli Stati Uniti è una chiara manifestazione della crisi politica e economica che oggi soffoca l'imperialismo americano. Essa infligge un duro colpo all'imperialismo USA che si dibatte nelle difficoltà all'interno e fuori del paese. La lotta degli afroamericani non è soltanto una lotta per la libertà e l'emancipazione condotta dai Negri sfruttati e oppressi, ma è anche un nuovo squillo di tromba che chiama a raccolta tutti gli americani sfruttati e oppressi perché lottino contro il barbaro dominio della borghesia monopolistica. Essa è di grande aiuto e di grande incoraggiamento a tutti i popoli del mondo in lotta contro l'imperialismo americano, al popolo vietnamita che combatte contro questo imperialismo. A nome del popolo cinese, esprimo il mio fermo appoggio alla giusta lotta degli afroamericani.
La discriminazione razziale praticata negli Stati Uniti è frutto del sistema colonialista e imperialista. La contraddizione tra le masse degli afroamericani e i circoli dominanti USA è una contraddizione di classe. Solo rovesciando il dominio reazionario della borghesia monopolistica americana e distruggendo il sistema colonialista e imperialista, gli afroamericani potranno conquistare la completa emancipazione. Le masse degli afroamericani e le masse dei lavoratori bianchi hanno interessi e obiettivi di lotta comuni. La lotta degli afroamericani gode perciò negli USA della simpatia e dell'appoggio di un numero sempre crescente di lavoratori e di progressisti bianchi. Questa lotta è destinata a fondersi con il movimento operaio americano; si potrà così porre fine per sempre al dominio criminale della borghesia monopolistica negli Stati Uniti.
Nel 1963, nella "Dichiarazione in appoggio agli afroamericani nella loro giusta lotta contro la discriminazione razziale praticata dall'imperialismo americano", dissi che "l'odioso sistema colonialista e imperialista, la cui prosperità è cominciata con l'asservimento e la tratta dei Negri, sparirà con la completa emancipazione dei popoli di razza nera". Sono ancora oggi della stessa idea. La rivoluzione mondiale è ora entrata in una nuova e grande era. La lotta degli afroamericani per l'emancipazione e una componente della lotta generale dei popoli del mondo contro l'imperialismo USA, una componente della rivoluzione mondiale del nostro tempo. Faccio appello agli operai, i contadini, gli intellettuali rivoluzionari di tutti i paesi e a tutti coloro che vogliono lottare contro l'imperialismo americano perché passino all'azione e appoggino energicamente la lotta degli afroamericani. Popoli del mondo, unitevi ancora più strettamente, lanciate una offensiva prolungata e violenta contro il nostro nemico comune, l'imperialismo americano, e i suoi complici! Possiamo affermare che non è lontano il giorno in cui crolleranno completamente il colonialismo, l'imperialismo e tutti i sistemi di sfruttamento, il giorno in cui i popoli e le nazioni oppresse conquisteranno la completa emancipazione.

10 giugno 2020