Elezioni comunali 2020 a Monte di Procida (Napoli)
4 candidati si disputano la poltrona di sindaco
Boicottiamo le istituzioni borghesi astenendoci nel quadro della lotta per il socialismo
Dopo circa 40 anni, a Monte di Procida (Napoli) è stato approvato il nuovo Piano Urbanistico Comunale esaltato dai media locali e dal sindaco Giuseppe Pugliese come capace di realizzare recupero ambientale, turismo consapevole e mobilità sostenibile. Il sindaco promette che, entro 10 anni, le auto con motore a scoppio non potranno raggiungere la parte alta di Monte di Procida e che un sistema di ascensori orizzontali e verticali collegherà le zone alte e quelle basse del comune.
Intanto, la crisi generata dal Covid ha colpito l'intera popolazione, nel caso montese non a livello di vittime, ma a livello economico. Infatti sono note a tutti le macroscopiche difficoltà verificatesi, come licenziamenti e paghe dimezzate per i dipendenti che già lavoravano a nero ed erano supersfruttati.
Nemmeno il turismo, una delle attività più redditizie data anche la posizione della cittadina, potrà essere sfruttato appieno per risollevare l'economia.
Ennesima prova dell'incapacità dell'economia di mercato di resistere agli imprevisti e della sua impopolarità. Anche se le promesse di Pugliese dovessero verificarsi, ossia quelle di un aumento dell'occupazione, sappiamo benissimo che ai proletari saranno date solo le briciole rispetto agli smisurati profitti che otterranno i borghesi.
Intanto, a breve si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del sindaco e del Consiglio comunale.
Tra i quattro candidati borghesi, tre di questi si sono presentati attraverso liste di “centro-destra”; soltanto uno, l'attuale sindaco, attraverso una di “centro-sinistra”.
 
“Centro-sinistra”
Giuseppe Pugliese: sindaco dal 2015, recentemente ha annunciato l'approvazione del PUC e promette che ciò garantirà sviluppo, occupazione e crescita socio-economica. Ciò si traduce, come detto precedentemente, in profitti per le imprese a discapito dei salariati a cui verrà espropriato tutto il plus-valore. Durante la quarantena, in occasione di un atto di generosità costituito da un camion di surgelati da distribuire alle famiglie donato da un suo conoscente che ha altre idee politiche, approfitta per ricordare che "tutti i muri politici crollano dinanzi al Covid" riprendendo lo slogan interclassista "siamo tutti sulla stessa barca".
 
“Centro-destra”
Francesco Paolo Iannuzzi: ex democristiano entrato in politica al fianco di Paolo Cirino Pomicino, successivamente è diventato un fedele berlusconiano. È stato sindaco dal 1983 al 1986, dal 1988 al 1992 e dal 2006 al 2015, si presenta con la lista "Onda civica". Il suo obiettivo dichiarato è quello di far risorgere il senso di comunità (interclassista) persa nel corso degli anni. In un recentissimo video pubblicato sul suo profilo Facebook, si scaglia contro il comunismo esaltando indirettamente la Democrazia Cristiana definita "grande forza politica" e i suo leader "protagonisti della crescita del paese dal dopo guerra" e "difensori del paese sconfiggendo il terrorismo di quella folle ideologia rossa". Soltanto con un tono decisamente meno entusiasta e con un'aria di sfida minore, cita anche le "forze nere". Come se poi i provocatori, avventuristi e piccolo-borghesi delle "Brigate Rosse" c'entrassero qualcosa con il marxismo-leninismo e la gloriosa Rivoluzione d'Ottobre; evidentemente parla anche senza sapere nulla.
Secondo lui, il comune dovrebbe annullare i tributi locali alle attività socio-economiche già gravate; poi si rivolge allo Stato, chiedendogli una semplificazione e più libertà nei rapporti con le imprese. Demagogicamente, sostiene che anche i più poveri debbano essere aiutati. L'ex e aspirante podestà è senza dubbio il peggiore tra i candidati.
Nunzia Nigro: In passato ha ricoperto la carica, per due volte, di assessore e di presidente comunale, anche durante l'amministrazione Iannuzzi. La sua è una candidatura all'insegna del “femminismo”. Sostiene che è lei che deve dare l'esempio delle regole ai cittadini e fa risalire al divieto di assembramento il motivo della momentanea non apertura della sua sede. Dice di candidarsi per vincere, smentendo così le dicerie che l'accusavano di cercare una coalizione con altri candidati. Aggiunge che non fa della sua candidatura una questione di identità di genere, ma la considera come il coronamento del suo percorso politico e della sua passione di amministrare e governare un territorio, ma aggiunge che il fatto di essere donna, può essere un valore aggiunto, dato che le donne hanno sempre partecipato in prima linea allo sviluppo sociale ed economico del paese. Apprezzabile il tentativo che la candidata compie per emancipare ulteriormente le donne, ma è palese che fa leva sul progressismo per nascondere sotto il tappeto tutto il resto.
Pino Lubrano Lavadera: già sindaco dal luglio al novembre del 1992, si candida con la lista "L'Italia è Popolare" (un nome che è tutto un programma, ovvero "L'Italia è interclassista"). Critica spesso Giuseppe Pugliese, anche indirizzandogli lettere pungenti. Ad esempio, lo accusa di aver "negato il diritto all'informazione ai cittadini poiché, il sindaco, è responsabile dell'inaccessibilità del centralino telefonico comunale, lasciandoli per 4 mesi senza l'unico punto di riferimento certo in un momento di grandissima difficoltà come quello dell'emergenza del Virus". La sua strategia politica, come si evince da un comunicato inviato proprio a Giuseppe Pugliese, è quella populista-salviniana, infatti scrive che il comune dovrebbe garantire "zero tasse ad artigiani e commercianti", in poche parole vorrebbe proteggere il ceto medio che, come ci ricorda il compagno Stalin: "la piccola borghesia come classe non si sviluppa; essa, viceversa, si disgrega giorno per giorno e si scompone in borghesi e proletari" ("Anarchia o Socialismo").
Conclusione.
Nessuno dei candidati, ovviamente, puó garantire dignità per i lavoratori. Al contrario, non solo Iannuzzi che ha avuto il coraggio (seppur con un vigliacco velo di demagogia) di ammettere le sue reali intenzioni, ma tutti i candidati farebbero l'impossibile pur di salvaguardare gli interessi dei padroni. È inutile ribadire che le uniche ancore di salvezza sono il socialismo e la dittatura del proletariato, il primo passo per raggiungere ciò è astenersi alla prossima tornata elettorale per boicottare le istituzioni borghesi.

 

Lorenzo - provincia di Napoli
 
17 giugno 2020