Al magazzino Fedex Tnt di Peschiera Borromeo (Milano)
Polizia e carabinieri manganellano operai licenziati
Cinque lavoratori all'ospedale

Nella notte di mercoledì 10 giugno le “forze dell'ordine” del dittatore antivirus Conte hanno caricato e manganellato con brutale ferocia gli operai in sciopero da diversi giorni davanti al magazzino Fedex Tnt di Peschiera Borromeo in provincia di Milano, cinque lavoratori sono stati ricoverati per curare le ferite.
A denunciare questo grave atto repressivo contro gli operai è il Si Cobas, che in un comunicato corredato con foto, filmati, testimonianze e denunce penali afferma che la Fedex Tnt si è avvalsa di polizia e carabinieri per trasformare “una normale vertenza sindacale in una notte di violenza e repressione inaudita”.
Gli operai interinali, circa un'ottantina, ingaggiati dalla Fedex Tnt tramite l'agenzia Adecco, erano da giorni in sciopero contro il loro licenziamento da parte del colosso della multinazionale americana per aver aderito allo sciopero del 1° Maggio, indetto a livello nazionale dal sindacato per denunciare le condizioni di lavoro degli addetti alla logistica che non hanno mai smesso di lavorare durante il lockdown . Si Cobas ritiene quindi che il licenziamento sia “politico” “nonostante un preaccordo sindacale prevedesse la continuazione del rapporto di lavoro”, si legge nel comunicato.
Già il 5 maggio scorso in una protesta analoga la polizia era intervenuta contro il picchetto dei lavoratori davanti ai cancelli dell'azienda.
Mercoledì 10 giugno gli operai verso le 21 hanno iniziato il loro picchetto e a riempire il piazzale davanti ai cancelli della Fedex Tnt, con loro anche i familiari e le persone solidali alla lotta dei lavoratori interinali licenziati, gli attivisti del Centro sociale “Vittoria” e molti migranti. Verso le 23 sono arrivati 7 blindati di polizia e carabinieri accompagnati da diverse volanti e agenti della Digos. I delegati del Sicobas presenti hanno cercato di trattare con le “forze dell'ordine” richiedendo un incontro in prefettura per verificare con la controparte le condizioni di un possibile accordo. Ma polizia e carabinieri hanno improvvisamente iniziato ad avanzare verso i manifestanti che nel frattempo si erano seduti per terra e avevano iniziato a urlare: “Vergogna, vergogna”. “Abbiamo immediatamente capito che l’indicazione era quella di far male e di lasciare il segno perché sono incominciati i calci i pugni e le manganellate distribuite con rabbia gratuita sulla faccia sulla testa, sulle braccia, schiene dei lavoratori che per scelta non hanno mai opposto alcuna resistenza se non quella di tenersi stretti l’uno all’altro per resistere ai colpi”, spiega Alessandro Zadra, coordinatore Si Cobas Milano.
Polizia e carabinieri hanno diviso in due gruppi i lavoratori in sciopero, uno stretto contro i cancelli e l’altro verso il piazzale e lì è immediatamente partita una carica immotivata e violentissima contro chi si avvicinava ai compagni caduti per soccorrerli. La carica è poi proseguita verso un folto gruppo di lavoratori che non potevano più muoversi schiacciati tra i cancelli e i cordoni di polizia e carabinieri.
È stato l’intervento di cinque ambulanze e un’auto di due medici del pronto intervento a fermare la violenza e a soccorrere i feriti.
I lavoratori hanno successivamente svolto un’assemblea davanti ai cancelli del colosso multinazionale della logistica rilanciando lo sciopero ad oltranza contro i licenziamenti e per richiedere la cassa integrazione.
Mentre esprimiamo la solidarietà militante dei marxisti-leninisti agli operai interinali licenziati ingiustamente dalla Fedex Tnt condanniamo fermamente la brutale carica delle “forze dell'ordine”. Essa è funzionale al piano del dittatore antivirus Conte per “ridisegnare l'Italia” e cioè dare una mano a confindustria, multinazionali e grande capitale e reprimere con violenza ogni accenno di risveglio della lotta di classe per difendere e rafforzare il regime capitalista neofascista.

17 giugno 2020