L'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'istituzione dell'odio razziale e all'occupazione abusiva
Ordinato il sequestro del palazzo occupato da CasaPound a Roma
L'Anpi chiede lo scioglimento di tutti i gruppi fascisti

Ci sono voluti quasi due anni di indagini e denunce, ma alla fine, il 4 giugno, la Procura di Roma ha finalmente ordinato il sequestro preventivo del palazzo di via Napoleone III in pieno centro a Roma, covo nazionale dei fascisti del terzo millennio, occupato abusivamente 17 anni fa dai militanti in camicia nera di CasaMontag poi diventata CasaPound.
Il Pubblico ministero Eugenio Albamonte ha anche iscritto nel registro degli indagati i caporioni fascisti Gianluca Iannone, Andrea Antonini e Simone Di Stefano tutti accusati insieme ad altri tredici militanti neofascisti di associazione a delinquere finalizzata all'istigazione all'odio razziale e occupazione abusiva di immobile.
Le indagini sono partite sulla base di un doppio esposto: quello dell’Anpi, presentato subito dopo le “rivolte” anti-Rom fomentate dai fascisti nei quartieri di Torre Maura e Casal Bruciato fra il 2018 e il 2019; e quello del Ministero Economia e Finanze proprietario, attraverso l’agenzia del Demanio, dello stabile.
Sull’edificio pende anche una procedura amministrativa, avviata dal Mef e impugnata da CasaPound prima al Tar e ora al Consiglio di Stato, e un’indagine della Corte dei Conti di Roma, che ipotizza un danno erariale di circa 4,3 milioni di euro.
Nello stabile, oltre alla sede nazionale di CasaPound, trovano alloggio ben 18 famiglie che si dichiarano in “emergenza abitativa e/o economica” ma che in realtà usufruiscono degli alloggi perché hanno legami familiari e di militanza molto stretti con i capi del movimento fascista.
In un comunicato congiunto della presidenza e della segreteria nazionali l'ANPI esprime tra l'altro: “grande soddisfazione per il ripristino della legalità e per il raggiungimento di un risultato che fa onore ad anni di battaglie antifasciste... adesso attendiamo con fiducia anche lo sgombero degli stabili occupati ad Ostia richiesto dal Ministero della Difesa”.
Infatti da qualche settimana, sotto le nuove insegne e vessilli di “Area 121”, i fascisti di CasaPound hanno occupato un nuovo immobile in via delle Baleniere, a Ostia, di proprietà dell’Aeronautica Militare e che potrebbe diventare presto il nuovo covo nazionale sponsorizzato dal gerarca locale Luca Marsella in combutta con Roberto Spada, l’ex boss dell’omonimo clan, in carcere per mafia.
Non a caso l'Anpi provinciale di Roma, pur dicendosi soddisfatta per il sequestro, avverte però che ciò: “Non basta a chiudere la vicenda” perché “CasaPound è un progetto reazionario, contrario alla Repubblica fondata sul lavoro che è nata dalla Resistenza e dall’antifascismo... Abbiamo denunciato tutte le organizzazioni fasciste per apologia di fascismo e razzismo e per l’uso della violenza”. Il sequesto e, speriamo al più presto, lo sgombero di CasaPound sono solo un primo passo verso lo scioglimento di tutte le organizzazioni fasciste a cominciare da CasaPound e Forza Nuova e la contestuale chiusura di tutti i loro covi.

24 giugno 2020