Già pubblicato su “Il Bolscevico” n.28 10 luglio 1981
Trasformare la nostra concezione del mondo
Di Dario Granito*

Fin dalla nascita ogni persona umana matura una concezione del mondo che deriva dalle sue origini di classe, dalla sua pratica sociale e dal tipo di società in cui vive. In ogni società l'ideologia dominante è sempre quella della classe che detiene il potere politico e perciò l'educazione e la formazione che si ricevono in un Paese socialista oppure in uno capitalista o feudale, sono molto differenti e influenzano in maniera diversa la mentalità delle persone.
In Occidente e nel nostro Paese le due concezioni del mondo che si contrappongono, come riflesso delle due classi antagoniste — proletariato e borghesia — in lotta tra loro, sono la concezione materialistica e dialettica e quella idealistica e metafisica. Per il fatto stesso di essere nati e di vivere in una società divisa in classi, per di più dominata dalla borghesia, la nostra concezione del mondo è inevitabilmente condizionata dall'ideologia reazionaria di questa classe, ed è continuamente sottoposta alla manipolazione dei suoi tentacoli soffocanti. In una società come quella capitalistica, l'idealismo borghese influenza e contagia negativamente perfino coloro che hanno origini di classe proletarie, e quindi a maggior ragione coloro che provengono da altre classi.
Affinché una nuova e avanzata mentalità possa maturare è necessaria la pratica sociale della lotta di classe e la volontà di soppiantare l’idealismo borghese col materialismo dialettico e storico, il quale ci aiuta nell’analisi della vita sociale e della storia della società in funzione della trasformazione rivoluzionaria del mondo. Per poter trasformare la nostra concezione del mondo ci occorre conoscere, studiare e applicare il marxismo, che è la scienza della rivoluzione proletaria, e divenire quindi degli autentici comunisti.
Dato che comunisti non si nasce ma si diventa militando nel Partito marxista-leninista, la scelta organizzativa di entrare nel Partito è importantissima e fondamentale e tuttavia non basta. Essa è solo il primo passo di una lunga marcia che ci dovrà portare a essere uomini e donne completamente nuovi tanto a livello ideologico, che politico e sociale.
Se i comunisti sono certamente coloro che dovrebbero avere la concezione più avanzata del mondo, tuttavia l'appartenenza al Partito non implica di per sé che si sia già dei comunisti completi. È necessario un continuo processo di trasformazione radicale della propria mentalità che non avviene automaticamente solo perché ad un certo momento della nostra vita siamo divenuti membri del Partito. In realtà tale trasformazione non è affatto pacifica poiché essa si realizza in noi attraverso una lotta tra il nuovo e il vecchio, tra ciò che è avanzato e ciò che è arretrato, tra proletariato e borghesia ed il suo esito vittorioso non è scontato ma deve essere perseguito con costanza, forte volontà politica soggettiva e l'aiuto del Partito.
Naturalmente il problema della trasformazione della propria concezione del mondo riguarda in primo luogo e in maggior misura i membri candidati del Partito, ma anche i membri effettivi e di lunga militanza hanno bisogno di tanto in tanto di fare un bilancio, un esame critico e autocritico della propria mentalità e del proprio stile di lavoro e di vita, immergendosi in bagni salutari di marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong. Tutti, dirigenti e militanti di base, secondo le proprie esigenze specifiche, le proprie arretratezze culturali, ideali, politiche e sociali, siamo interessati e impegnati a rivoluzionarizzare la nostra mentalità, ad assumere un atteggiamento mentale e pratico, pubblico e privato, conforme e coerente con i principi e la morale comunisti.
Occorre avere coscienza che quando si entra nel Partito, per quanto avanzate possano essere le nostre concezioni, sussiste sempre una contraddizione tra noi e le posizioni rivoluzionarie e d'avanguardia del Partito. Solo se ci poniamo con modestia alla sua scuola, se ci armiamo del marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong e ci impegnamo con slancio rivoluzionario nella trasformazione della nostra mentalità sarà possibile risolvere dialetticamente tale contraddizione e attestarci gradualmente sulle posizioni avanzate del Partito.
Se ci riflettiamo con un po' di attenzione, è facile rendersi conto che in molti casi la nostra concezione del mondo riguardo ai rapporti sociali, familiari, di coppia, sessuali e interpersonali e più in generale in riferimento allo stile di vita all'interno e all'esterno del Partito, risulta relativamente avanzata e che occorrono ulteriori trasformazioni in senso proletario, se vogliamo che i nostri atteggiamenti e le nostre azioni risultino coerenti con la nostra scelta di classe, le norme statutarie del Partito e il ruolo di avanguardia che devono svolgere i comunisti nella società. Occorre in particolare rendere più maturi e avanzati i rapporti interpersonali e di coppia e nel quadro di questi rapporti mirare a una effettiva parità tra uomo e donna. A questo proposito bisogna studiare bene quanto è stato pubblicato da Il Bolscevico riguardo alla famiglia e alla coppia ed attestarsi su quelle posizioni.
Le opere dei maestri che trattano del materialismo dialettico e del materialismo storico, la linea politica e i documenti del Partito sono le armi necessarie per modificare la propria mentalità, ma occorre studiarli, assimilarli e metterli in pratica. Questo ci permetterà di compiere significativi salti di qualità verso posizioni sempre più avanzate e ci eviterà di trovarci invece via via trascinati senza difese nelle spire dell'ideologia borghese, su posizioni di retroguardia, staccati dal Partito e lontani dalle masse rivoluzionarie.
Dobbiamo avere coscienza che in questa società capitalistica vi sono tutta una serie di pseudovalori, che ne riflettono il carattere reazionario e putrescente, che vengono esaltati e inculcati nelle nostre menti e particolarmente in quelle delle giovani generazioni, e che dobbiamo saper respingere e ribaltare completamente, sostituendovi quei valori autentici che prorompono vitali dalla lotta di classe e dalla concezione del mondo propria della classe operaia.
In questa società borghese caratterizzata dalla proprietà privata dei mezzi di produzione, dalla ricerca del massimo profitto, dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dove vige la legge della giungla, è logico che l'individualismo e il liberalismo siano magnificati e contrabbandati come valori assoluti, legittimi e morali. E che l'arrivismo, la tendenza ad accaparrarsi il posto più comodo e meno faticoso, le mire di agiatezza e di benessere personale, la ricerca solo del proprio piacere, l'egoismo, la corruzione, i costumi decadenti e la depravazione morale dilaghino ad opera della classe dominante nella vita sociale e politica del Paese.
Ma questi pretesi valori sono tali solo in senso negativo e non sono assoluti ma relativi, storicamente determinati e legati a questo tipo di società borghese e con essa saranno spazzati via dalla rivoluzione socialista e dalla edificazione dell'uomo nuovo socialista e gettati nella pattumiera della storia. Sono in effetti la classe operaia e i comunisti i portatori di valori autentici, positivi, nuovi e rivoluzionari. La nuova concezione proletaria del mondo e le nostre idee sociali avanzate scaturiscono dalla maturazione del conflitto insanabile tra le forze produttive e i vecchi rapporti di produzione, esse riflettono gli interessi vitali della classe operaia e servono a organizzare e mobilitare le masse per sopprimere con la rivoluzione socialista il vecchio ordine economico, politico e sociale e conquistare una nuova società in cui finalmente questi valori autentici saranno predominanti e riceveranno impulso e sviluppo nella prospettiva comunista dell'eliminazione delle classi.
Come comunisti noi siamo coscienti che la vittoria definitiva sul fronte della trasformazione proletaria della concezione del mondo potrà essere compiutamente raggiunta solo col socialismo e poi il comunismo, ma dobbiamo essere anche consapevoli che essa può e deve essere costruita fin d'ora agendo da marxisti nel Partito e nella società. Questo è ciò che ci indica anche lo statuto del Partito quando prescrive a ciascuno di noi di: "pensare, agire e vivere da rivoluzionario, trasformare la propria concezione del mondo, elevare la propria coscienza politica, essere risoluto e coraggioso nella lotta di classe, non temere alcun sacrificio, anteporre gli interessi della rivoluzione a quelli personali e non esitare a dare anche la vita per la causa del proletariato".
Essere fin d'ora dei buoni comunisti non è impossibile, purché sappiamo eliminare gradualmente le nostre concezioni idealistiche e metafisiche e trasformare senza sosta la nostra mentalità soggettiva nel corso della lotta per trasformare il mondo oggettivo. Così facendo saremo in grado di sviluppare rapporti sociali e familiari più avanzati e soddisfacenti, saremo capaci di costruire meglio il Partito, di legarlo sempre più saldamente alle masse e di crescere insieme ad esso e potremo certamente dare un contributo maggiore alla causa della rivoluzione socialista.
 
Il Responsabile della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI

1 luglio 2020