Catania
Riuscito presidio unitario in difesa della scuola pubblica
Richieste le dimissioni della ministra Azzolina. Il PMLI, con l'intervento di Schembri, al fianco dei lavoratori della scuola e degli studenti

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Nel pomeriggio di giovedì 25 giugno in contemporanea con altre piazze d'Italia si è svolta a Catania, in piazza Università un presidio con assemblea per la "giornata nazionale di mobilitazione per rilanciare la scuola pubblica statale".
La partecipazione è stata numerosa. Insegnanti, personale ATA, studenti, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati in una unità di popolo per difendere la scuola pubblica a dimostrazione di quando sia fondamentale la scuola per le masse popolari, cosa che i governi di “centro-destra” e di “centro-sinistra" non hanno mai davvero considerato, anzi l'hanno penalizzata.
Gli organizzatori hanno stilato un documento piattaforma di rivendicazioni al governo, condiviso dal PMLI: "docenti, personale ATA, studenti e famiglie, attraverso la didattica a distanza, hanno mantenuto vivo il dialogo scolastico- educativo. Ma la scuola è un'altra cosa, è relazione, empatia, contatto, non è addestramento e si può fare solo in presenza, in sostanza, bisogna superare l'emergenza educativa per fare sì che in classe gli studenti acquisiscono il sapere necessario per partecipare criticamente ai processi storico-sociali. Per fare ripartire a settembre la scuola in sicurezza occorre: Investire risorse per almeno 15 miliardi di euro .anche sfruttando, soprattutto nel meridione, i Fondi strutturali del periodo 2014-2020 ancora non utilizzati; Ridurre il numero di alunni per classe (max 15); Un piano straordinario per l'edilizia scolastica: per ristrutturare i locali in uso (in Italia, l'età media degli edifici è di oltre 50 anni) e individuarne nuovi, recuperando il patrimonio immobiliare pubblico sfitto e determinando grandi opportunità occupazionali assumere immediatamente tutti i precari, docenti e ATA, con almeno 36 mesi di servizio. Se non verrà fatto, a settembre mancheranno circa 200.000 dipendenti; Dire no ai piani Colao, Bianchi e dell'Associazione nazionale presidi sulla scuola, il cui comune denominatore, figlio dei desiderata di Confindustria, è il pieno compimento del processo di gerarchizzazione e aziendalizzazione iniziato con l'autonomia scolastica; Dire no a qualunque forma di esternalizzazione del lavoro docente e ATA, assumendo a tempo indeterminato tutto il personale che, senza dipendere dal MIUR, lavora nelle scuole (assistenti alla autonomia, alla comunicazione ecc.) ridare centralità alle esigenze degli alunni diversabile, tra i più discriminati dalla Did a distanza; Estendere il tempo pieno in tutte le regione d'Italia; Dire no alla distruzione del gruppo classe e alla costituzione di classi omogenee per livello: ogni idea di scuola è idea di società, dire no alle ore di 40 minuti, dire no al finanziamento delle scuole private".
La piattaforma continua con una critica alla ministra Azzolina che nonostante le promesse non ha ridotto il numero delle classi pollaio, rinviando la stabilizzazione del personale precario, ottenendo per la scuola la metà dei fondi rispetto a quelli stanziati per Alitalia: per questo e per non essere stata in grado di fare ripartire la scuola in sicurezza gli organizzatori chiedono le dimissioni della ministra.
Tanti gli interventi che hanno animato il presidio, dai sindacati Cobas scuola, Cobas Asacom scuola, USB scuola, e che hanno toccato i temi per una scuola in sicurezza. Dal netto no alle classi pollaio, alla richiesta di nuovi edifici scolastici, alla ristrutturazione di quelle vecchie e fatiscenti. E poi l'assunzione di nuovi docenti e personale ATA, a tempo indeterminato a partire da tutti i precari, dal no a qualunque forma di esternalizzazione, al respingimento delle linee guida progettate dal MIUR che sono irricevibili, perché la scuola ha bisogno di fondi, strutture, personale.
Combattivi gli interventi degli studenti che hanno toccato come l'emergenza sanitaria abbia messo in luce tutte le contraddizioni dell'istruzione pubblica italiana piegata con tagli miliardari dei governi di “centro-destra” e di “centro-sinistra".
La Cellula “Stalin” del PMLI ha partecipato al presidio dando il suo contributo unitario condividendo il documento rivendicativo "A settembre tutti a scuola in sicurezza". Nel suo intervento il compagno Sesto Schembri ha toccato i temi della scuola e della sanità sottolineando come con l'emergenza sanitaria del coronavirus sono emersi lo scempio che i governi di “centro-destra” e di “centro-sinistra" hanno fatto in questi settori fondamentali con i tagli di miliardi di euro mercificando sanità e scuola finanziando le strutture private nella logica del mercato capitalistico, trasformandole in sovrastrutture al servizio del profitto capitalistico sia pubblico che privato. E ha rilanciato la nostra parola d'ordine sulla scuola pubblica e la sua gestione.
Tra i tanti interventi quelli di Nino De Cristoforo (Cobas Scuola), di Luca Cangemi (PCI), di Lele Giardina studente in rappresentanza del gruppo studentesco LPS, di Elisabetta Sapuppo (Cobas-Asacom Scuola), di Fabrizio Russo, studente (Fronte della Gioventù Comunista), di Giusy Clarke (Azione Civile e Comitato Rodotà per i beni comuni), di Claudia Urzì (USB scuola) e di Mimmo Cosentino, segretario regionale di RC Sicilia.
Hanno aderito al presidio: Cobas scuola, La città felice, La Ragna Tela, Cobas asacom scuola, PMLI, PCI, PRC, Red militant, Rete antirazzista catanese, Lila-lhive Catania, Fronte della Gioventù comunista, Sinistra anticapitalista, Comitato di difesa della Costituzione, Comitato contro l'autonomia differenziata, Liberi pensieri studenteschi.
Tante le bandiere dei sindacati, Cobas, USB, No Muos, e quelle rosse con la falce e martello nonché di altre associazioni.


1 luglio 2020