In 18 città, da Milano a Palermo
In migliaia in piazza per la Palestina
A Roma e Milano consensi intorno alle parole d'ordine del PMLI: Palestina libera. Uno Stato due popoli. Contestato D'Alema
No all'annessione del 30% della Cisgiordania

In risposta al criminale e provocatorio annuncio di presentare entro il 1° luglio
alla Knesset una legge per l’estensione della sovranità israeliana sulla Valle del Giordano e gli insediamenti dei coloni nella Cisgiordania palestinese occupata da Israele nel 1967 da parte dei due boia sionisti Benyamin Netanyahu e Benny Gantz, il 27 giugno migliaia di manifestanti si sono riversati nelle piazze di 18 città dal Nord a Sud Italia per gridare forte: “No all’annessione!”.
A Milano e Roma (due delle manifestazioni più partecipate a cui ha preso parte anche il PMLI, vedi servizi a parte) e poi ancora a Torino , Palermo , Bologna , Genova , Venezia , Bari , Napoli , Messina , Cagliari e in tanti altri piccoli e grandi centri, i manifestanti hanno aderito all'appello lanciato dalla Comunità palestinese e dai Giovani palestinesi in Italia affinché “si fermi il processo di annessione dei territori palestinesi nello stato d’Israele e che sia riconosciuto lo stato di Palestina”.
Molto apprezzate dai manifestanti a Milano e soprattutto in Piazza Del Campidoglio a Roma (dove si è tenuta la manifestazione nazionale) la presenza del PMLI e le parole d'ordine "Palestina libera! Uno Stato - due popoli” riportate sui cartelli e sui corpetti indossati dai compagni, superfotografati dai media.
Non gradita dai manifestanti invece la presenza in piazza a Roma del rinnegato D'Alema che è stato sonoramente contestato dalla piazza fino a impedirgli di svolgere l’intervento dal palco.
A Messina durante il flash mob di protesta si è svolto anche un “rito di condivisione per la pace e il dialogo tra i popoli. A tutti i partecipanti è stato offerto lo ZA’ATAR - pane, olio e una miscela di aromi e spezie del Mediterraneo - pietanza tradizione palestinese, simbolo di essenzialità”.
A Palermo la manifestazione si è svolta in Piazza Giuseppe Verdi per ribadire che: “Il popolo palestinese ha diritto di vivere in pace – ha scandito Manel Bousselmi, presidente dell’Associazione delle donne islamiche Fatima - ripristinando la democrazia per le donne, i bambini, per gli anziani che muoiono ogni giorno. Purtroppo partecipiamo a questi crimini perché stiamo zitti. Dobbiamo, invece, gridare e dire a viva voce: 'No all’annessione. No all’Occupazione. Palestina libera'”. Mentre Zaher Darwish, dell’associazione “Freedom Flotilla Italia” ha aggiunto: “Vorremmo che il governo italiano prendesse una chiara posizione e assumesse un ruolo fondamentale nel conflitto israelo – palestinese... una ferma presa di posizione per chiedere l’immediato avvio di quel processo di pace che porti alla creazione dello Stato della Palestina. L’unica strada da perseguire”.
Al presidio in Piazza Nettuno a Bologna i manifestanti hanno sottolineato con slogan, striscioni e cartelli che: “Oggi siamo in piazza per dire No all’annessione dei territori palestinesi, no al regime di apartheid israeliano, basta con l’impunità per Israele, sanzioni subito contro le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale”. Al grido di “Palestina libera” i manifestanti hanno rivolto anche un appello alle Istituzioni per “porre fine all’impunità del governo di Tel Aviv”.
A Cagliari i numerosi partecipanti alla manifestazione promossa da dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina, la Comunità palestinese in Sardegna e BDS Sardegna, hanno fra l'altro denunciato pubblicamente “i continui e quotidiani soprusi compiuti dai soldati israeliani nei confronti dei Palestinesi e sui numerosi insediamenti illegali, vere e proprie Colonie, costruite intorno a paesi e città palestinesi che in questo modo si trovano ad essere circondati, controllati costantemente e impediti in ogni tipo di attività e spostamento”. La protesta si è conclusa tra balli e tamburiate e l'invito “a tutti di sostenere con maggior forza il boicottaggio dei prodotti israeliani, come mezzo incisivo contro l’apartheid Israeliana, ricordando quale ruolo abbia avuto contro l’apartheid in Sud Africa”.
Al sit-in di Piazza Dante a Verona i partecipanti hanno fra l'altro chiesto “al governo italiano e all’Unione Europea di sospendere la cooperazione militare con lo Stato di Israele, fin quando persiste l’occupazione e l’isolamento della Striscia di Gaza. Non si può continuare a far finta di nulla di fronte alla sofferenza del popolo palestinese e all'esproprio della sua terra. Il popolo palestinese ha diritto ad avere il proprio stato e a vivere in pace".
A Napoli in piazza della Repubblica, presso il Consolato americano, i manifestanti hanno chiesto con forza “il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina da parte del governo italiano” e hanno urlato slogan e esposto cartelli e striscioni “contro l’annessione israeliana dei territori occupati, formalizzata da Israele il prossimo 1 luglio”.
Anche a Bari la comunità palestinese è scesa in piazza per protestare contro lo stato di Israele. I manifestanti si sono dati appuntamento in piazza Libertà per dire no all'annessione dei territori palestinesi da parte dello stato di Israele e per rivendicare il riconoscimento internazionale dello stato di Palestina.
La manifestazione ha raccolto solidarietà e adesione da parte di diverse realtà politiche e associative, locali e nazionali. Presente anche Cgil Bari.

1 luglio 2020