Ancora però vacue promesse su qualche punto
Sanità molisana: la mobilitazione di piazza ottiene un primo risultato
Il DG dell’Asrem, Florenzano, costretto a incontrare una delegazione delle masse popolari concede qualcosa ma avanza troppe vacue promesse. Respinta la richiesta di retrocedere sulla vergognosa inchiesta su Rispoli
Non ci facciamo illusioni e continuiamo ad avere alta l’attenzione

Dal corrispondente del Molise
Si è svolta nella mattinata di giovedì 2 luglio, sotto la sede regionale di via Genova a Campobasso, l’ennesima manifestazione di protesta dell’“Aggregazione di liberi cittadini in lotta a sostegno della sanità pubblica”, evento a cui abbiamo dato il nostro appoggio come “Coordinamento delle sinistre di opposizione-Molise” (PMLI, PCI, PCL).
Dopo la riuscita manifestazione sotto il consiglio regionale a fine giugno, giovedì 2 si è avuto un numero di partecipanti sicuramente inferiore: comprensibile, dato il giorno lavorativo, il covid, il caldo e, appunto, il fatto che sia difficile mobilitare tante persone con tanta frequenza.
Le rivendicazioni della piazza: solidarietà al dottor Ettore Rispoli, vergognosamente fatto oggetto di inchiesta interna da parte dell’Asrem per alcune sue dichiarazioni ritenute potenzialmente lesive dell’immagine dell’“azienda” (eh già, nella sanità si applica oramai il linguaggio - e la repressione - del profitto!); denunciare alle masse popolari l’inefficienza e l’incompetenza dei governanti e amministratori locali in carica, il governatore della regione Toma su tutti, alle prese con i soliti giochini interni pur di mantenere il potere in vista della sfiducia delle opposizioni a palazzo D’Aimmo; reclamare più fondi per la sanità pubblica.
Non solo: una delegazione, tra cui il compagno Giovanni Colagiovanni, è stata ricevuta dal D.G. dell’Asrem Oreste Florenzano. “Gentile” da parte sua confrontarsi con i manifestanti, peccato che prima sia stata necessaria una dura battaglia, un forte pressing anche sulle “forze dell’ordine” per ottenere il colloquio. Fra l’altro, ha vietato alla stampa di poter assistere al dibattito. Non proprio una cordiale concessione, quindi!
Questi i contenuti del serrato faccia a faccia durato quasi due ore.
Prima richiesta: chiedere una retromarcia sul caso Rispoli. “Nein” secco del direttore che fa una difesa d’ufficio. Sappiamo bene che “fatta la legge trovato l’inganno” come si usa dire; il boss di via Pietrunto ha tutto il potere di bloccare o “aggiustare” il procedimento in atto ma figurarsi… Il motto dura lex sed lex (la legge è dura ma è legge) non ci pare minimamente degno di considerazione; non riteniamo accettabile aver sentito dire che “le dichiarazioni si possono rilasciare alla stampa solo previa autorizzazione”: la libertà di parola, specialmente per il personale sanitario (ma non erano gli eroi della nazione?), è, prima ancora che un diritto costituzionale, una questione di etica, di rispetto sacrosanto per chi si batte in prima linea per la difesa, per la salute di tutte/i le/i cittadine/i. Molto grave negarlo! Purtroppo, ahinoi, queste sono le conseguenze di un modello di sanità sempre più aziendalizzato e antipopolare.
Altro tema delicato, tutte queste sovrapposizioni fra il presidente Toma, il commissario Giustini e lo stesso Florenzano. Spesso abbiamo assistito a comunicazioni contrastanti fra loro, ordini e contrordini, quasi ci fosse una precisa volontà di intorbidire le acque più che per incomprensioni fra i protagonisti. Replica dell’avvocato campano: “da me che volete? Sono un tecnico, eseguo gli ordini! Se la politica o il commissario mi dicono di fare una cosa la faccio; i soldi, poi, questi sono!”. Eh no, non crediamo proprio che questo dirigente non ha voce né potere! Fra l’altro, come ha agito l’Asrem ultimamente? Dove sono i bandi per il personale? Conosce il livello di sottorganico in cui operano le strutture sanitarie pubbliche? Possibile che si pubblichi un bando e poi debba essere ritirato per “errori di procedura”? Possibile che si debba andare avanti con proposte di assunzione a partita Iva e a tempo determinato? Perciò i medici non vengono in Molise: fra tipologia di contratto non appetibile, costi e tasse … E comunque, in base a quanto previsto dal “Patto per la salute”, il Molise è fuori dalla perversa logica del blocco del turnover, come minimo qualcosa in più andrebbe fatta!
Molise occidentale: “SS Rosario” di Venafro e senologia ad Isernia. A precisa domanda sul futuro dell’ex ospedale di Venafro, Florenzano ha glissato sull’argomento mentre sull’ex reparto pentro, pian piano ridimensionato nel tempo, lo stesso dove lavora il dottor Rispoli e fatto oggetto di un vile incendio doloso poco tempo fa, il D.G. non ha preso nessun serio proposito a riguardo; pur tuttavia ha promesso che rifletterà sul da farsi, lasciando aperto un minimo spiraglio per questo importante spazio per le donne di tutto il bacino di Isernia!
Ancora un punto molto importante: i crediti che il Molise vanta dalla regioni vicine, Campania in primis, per i loro cittadini che vengono a curarsi presso le strutture convenzionate. Il dirigente ha chiarito (a modo suo): “Prima di questo, c’è un discorso più importante da fare. I soldi che avanziamo dalla regione Molise. L’Asrem ha forti crediti a riguardo”. Bene, caro avvocato: perché non sollecita Toma a riguardo chiedendogli: “Presidente, ma tutti i soldi cacciati dai molisani per le maggiorazioni sulle tasse locali (le più alte d’Italia) e che dovevano essere dirottati proprio alla sanità pubblica, oltre alle tasse che già normalmente paghiamo per quel po’ che ci offrite, 'addò stann'”?
Infine, tanti dubbi e poche cose buone dette. Monitoreremo nel tempo, vedendo se saranno solo chiacchiere anche quelle sul “piano ad ampio raggio”.
Come marxisti-leninisti, comuniste/i, non ci facciamo illusioni a riguardo: sappiamo bene di che pasta sono fatti i capitalisti che ci governano, continueremo a tenere ialta la guardia e sempre pronti alla mobilitazione di piazza!

8 luglio 2020