Nell'ambito della task force europea Takuba
Il governo Conte invia un contingente militare in Mali per combattere lo Stato islamico e Al Qaeda
L'imperialismo italiano vuole avere il suo spazio nella regione del Sahel (Mali, Burkina Faso e Niger) considerata una ”area strategica prioritaria”

 
Lo scorso 30 giugno si è tenuto a Nouakchott, la capitale della Mauritana, il vertice del G5 Sahel, (Mauritania, Ciad, Niger, Mali e Burkina Faso) alla presenza del presidente francese Emmanuel Macron e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez; in videoconferenza hanno partecipato tra gli altri il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e il presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte. I capi di Stato del G5 Sahel, recitava il comunicato finale, salutavano con favore il “sostegno cruciale fornito dalla Francia e dagli Stati Uniti” e il prossimo spiegamento dei primi soldati della Forza di Takuba nell'estate del 2020, assieme a una brigata dalla Gran Bretagna e un nuovo contingente di 3.000 soldati dei paesi dell'Unione Africana. Ci fa sapere Conte con un tweet che al vertice ha “ribadito l’impegno dell’Italia per la stabilità, la sicurezza e lo sviluppo della regione, d’importanza strategica per il futuro stesso dell’Europa”. Un concetto questo dell'importanza strategica della regione che stando alle ripetute dichiarazioni di esponenti del governo è tenuto ben presente dall'esecutivo che, alla pari di quelli precedenti, tiene a tenere ben alta la bandiera dell'imperialismo italiano nella regione del Sahel dove vuole avere il suo spazio in prima fila per combattere lo Stato islamico e Al Qaeda, sulla base dell'intesa che lega l'asse imperialista Parigi-Roma costruito e consolidato da Macron e Conte.
Tempo una settimana e l'impegno dell'imperialismo italiano diventava concreto il 7 luglio, con il via libera del Senato al decreto varato lo scorso 21 maggio dal Consiglio dei ministri sul rifinanziamento delle missioni militari che ha tra le altre autorizzato la partecipazione di un contingente italiano alla Task force a guida francese Takuba. Un contingente che si unisce agli oltre 5 mila soldati francesi già presenti dal 2013. Manca ancora il consenso della Camera, dove il governo non dovrebbe avere problemi.
La Task Force Takuba, si legge nei documenti approvati in Senato, “si inserisce nel nuovo quadro politico, strategico e operativo ribattezzato ‘Coalizione per il Sahel’, che riuniscono sotto comando congiunto la forza dell’Opération Barkhane (a guida francese) e la Force conjointe du G5 Sahel (FC-G5S), al fine di coordinare al meglio la loro azione concentrando gli sforzi militari nelle tre aree di confine (Mali, Burkina Faso e Niger)”. Presentata per la prima volta da Macron in occasione del vertice G5 Sahel di Pau dello scorso 13 gennaio, e lanciata ufficialmente il 28 marzo dal vertice in videoconferenza presenziato dalla Francia e con la partecipazione di rappresentanti di Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Mali, Paesi Bassi, Niger, Norvegia, Portogallo, Svezia e Regno Unito, la task force Takuba sarà composta da militari delle forze speciali e dovrebbe raggiungere la capacità operativa iniziale nell'estate 2020 e la piena capacità operativa all'inizio del 2021. Compito principale della speciale forza multinazionale sarebbe quello di addestrare e assistere le forze dei paesi della regione per contrastare “la minaccia terroristica nel Sahel”.
Come aveva spiegato Macron al vertice di Pau, occorreva cambiare metodo per sconfiggere militarmente il terrorismo nella zona delle tre frontiere tra Mali, Burkina Faso e Niger, era necessaria una speciale coalizione internazionale sotto la guoda della Francia che coordinasse i soldati stranieri già presenti e quelli che sarebbero arrivati da impegnare nell'obiettivo principale della missione, quello di sconfiggere lo Stato Islamico nel Grande Sahara. Il contributo dell'imperialismo italiano, già in prima fila nella guerra allo Stato islamico in Iraq, sarà di 200 uomini, 20 mezzi terrestri e 8 velivoli, con una spesa nel biennio 2020-21 di oltre 15 milioni di euro.
Per l'imperialismo italiano la missione riveste un carattere strategico e prioritario, lo ha spiegato Conte, lo hanno recentemente sostenuto la viceministra degli Esteri Emanuela Del Re del M5S e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini targato Pd; lo riportano infine i documento approvati in Senato il 7 luglio col voto favorevole anceh della destra fascista ove sottolineano che la partecipazione italiana, “risponde altresì all’esigenza di tutela degli interessi nazionali in un’area strategica considerata prioritaria”.

15 luglio 2020