Mentre il premier presenzia al test generale del Mose
Gli ambientalisti contestano Conte a Venezia

Venerdì 10 luglio il dittatore antivirus Conte, insieme ai ministri Lucia Lamorgese, Paola De Micheli e Federico D'Incà, al fascioleghista presidente della regione Veneto Luca Zaia e al sindaco “fucsia” sostenuto da Lega e FdI, Luigi Brugnaro, ha partecipato nella "control room" del lido artificiale di Venezia alla prova generale dell'innalzamento delle 78 paratie dei quattro varchi del Mose, la mega opera speculativa e inutile concepita per "proteggere" Venezia dal fenomeno dell'acqua alta separando la laguna dal mare Adriatico, che dovrà essere completata entro la fine del 2021.
"Non siamo qui per fare passerelle", "Concentriamoci su quest'opera" "Anche chi protesta deve augurarsi che funzioni", "È giusto avere dubbi, è giusta la dialettica, ma dico a chi sta protestando, ai cittadini e intellettuali, concentriamoci sull'obiettivo di completare il Mose. Facciamo in modo che funzioni. Di fronte all'ultimo miglio la politica si assume le proprie responsabilità e decide che con un ulteriore sforzo finanziario si completa e si augura che funzioni", ha dichiarato vergognosamente il capo del governo. Nel decidere di presenziare a questa inaugurazione, Conte ha voluto dire chiaro e forte non solo che si riconosce in grandi opere distruttive di risorse e dell'ambiente com'è stato il Mose ma che lo indica come un modello da seguire e replicare nel suo piano di semplificazioni che dà il via libera a mostri come Tav, Nodo di Genova e Terzo valico dei Giovi, Gronda di Genova, Nuova pista dell'aeroporto di Firenze, Alta velocità al Sud.
Nell'occasione gli ambientalisti dai Comitati "No Mose" e "No Grandi Navi" hanno scatenato una forte protesta contro l'opera ed il governo, che ha portato ad una vera e propria "battaglia navale" contro le "forze dell'ordine" nelle acque della laguna.
Il leader degli ambientalisti Tommaso Cacciari ha dichiarato: "Ci siamo radunati in Bacino e abbiamo accerchiato una motonave di addetti al sistema che si recava verso la bocca di porto di Malamocco", "C'era di tutto in acqua, dalle moto d'acqua della polizia, ai gommoni, motoscafi e navi della Guardia costiera. Abbiamo cercato di infrangere il blocco, ma non c'è stato nulla da fare".
Le barche degli ambientalisti, circa una decina, hanno poi cercato di raggiungere il lido presso il quale si è svolta la cerimonia alla quale partecipava Conte, ma, continua Cacciari: "Ci hanno bloccato con tutte le loro forze, inondandoci d'acqua con gli idranti. Ora siamo tornati alla base fradici e con le barche mal messe ma soddisfatti perché il risultato l'abbiamo ottenuto, il nostro dissenso ventennale è stato sentito da tutti. Speravano di spegnere le voci fuori dal coro, non ci sono riusciti".
Alcuni manifestanti hanno dichiarato: "Il Mose è un bidone, oggi non c'è niente da festeggiare" e "Questo governo come tutti gli altri non cambia marcia rispetto alle grandi opere".
Opera simbolo del malaffare e della corruzione delle forze politiche del regime capitalista e neofascista il Mose, e più precisamente i partiti che lo hanno sponsorizzato e gestito, sono in realtà i colpevoli dei rischi che corre Venezia, poiché oltre allo sperpero di denaro senza precedenti (è costato finora 5, 3 miliardi di euro, di cui uno circa di tangenti, su una previsione finale di 5, 5 ma in crescita, per il cui termine occorrono almeno altri 200 milioni, senza contare i circa cento milioni annui che serviranno per la manutenzione dell'Ente gestore ancora da individuare), l'opera ha ingessato la realizzazione di altri interventi di ripristino e di manutenzione dell'ecosistema lagunare di una certa rilevanza nell'ultimo mezzo secolo.
Il suo destino quindi, al di là di quanto sostengono oggi sindaco, regione e governo Conte 2, sarà quello di giacere in fondo al mare a perenne monito dell'inefficienza e della corruzione del capitalismo italiano e dei governi e dei partiti che lo sostengono.
Nel ribadire la nostra totale contrarietà al Mose, noi marxisti-leninisti appoggiamo la lotta esemplare dei No Mose e lottiamo per salvaguardare il territorio attraverso interventi graduali, sperimentali e reversibili combinati con interventi di riequilibrio strutturale dell’ecosistema.
Venezia per noi non può prescindere dal rialzo dei fondali e del terreno su cui poggia la città, dal ripristino della morfologia devastata dagli interventi umani, dal potenziamento dei litorali e dai restringimenti delle bocche di porto, aperti nel nome del commercio e del turismo, e quindi del profitto capitalista.
Anche nell'ambito della lotta contro la devastazione ambientale e le mega opere speculative concepite ad uso e consumo dei pescecani capitalisti e dei loro infami profitti e non certo nell'interesse dell'ambiente e delle masse popolari, ribadiamo la necessità della lotta contro il governo Conte al servizio del regime capitalista neofascista, affinché le masse abbiano diritto di parola e di gestione anche sulle opere pubbliche che vanno sottratte alla legge del massimo profitto, cosa possibile inquadrando le lotte nel quadro complessivo della lotta più generale contro il capitalismo e per il socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato, che poi è la madre di tutte le questioni.

15 luglio 2020