Assemblea generale della Filctem-Cgil di Firenze
I delegati incalzano la CGIL a dare risposte perché la crisi post-covid non venga pagata solo dai lavoratori

Venerdì 3 luglio si è svolta l'Assemblea generale della Filctem-Cgil di Firenze presso la Casa del Popolo di San Bartolo a Cintoia, con all'ordine del giorno la situazione politico-sindacale. Davanti a circa 45 delegate e delegati dei settori chimico, tessile, energia e manifatturiero e alla presenza di Paola Galgani (Segretaria della Camera del Lavoro metropolitana fiorentina) la riunione si è aperta con la relazione introduttiva del Segretario provinciale Filctem Luca Barbetti.
Egli ha rimarcato l'impegno della categoria durante l'emergenza coronavirus soprattutto sulla questione dei protocolli di sicurezza condivisi che, ha affermato, hanno sostanzialmente funzionato. Si è detto poi certo che il blocco dei licenziamenti sarà quasi sicuramente prolungato e, nonostante i ritardi nell'erogazione della cassa integrazione, ha ribadito che la formula del prolungamento di cassa integrazione più blocco dei licenziamenti serve perché è uno strumento giusto a garanzia dei lavoratori.
Sui rinnovi contrattuali ha poi detto che il recente rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore vetro è un risultato che aiuta a guardare avanti. Ha concluso dicendo che lo "smart working", ampiamente usato durante l'emergenza, è uno strumento che dev'essere necessariamente normato a livello legislativo e contrattuale, viste le carenze di diritti riscontrate e legate alla presenza o meno sul luogo di lavoro.
Si è passati agli interventi, una decina, che hanno reso il dibattito interessante, con più spunti degni di nota. Significativi gli interventi iniziali di un delegato di una fabbrica chimica del Mugello e quello da me svolto che hanno dato il "la" alla discussione.
Il delegato chimico del Mugello, prendendo a spunto le prime esternazioni del nuovo presidente nazionale di Confindustria, Bonomi, ha denunciato il fatto che da parte padronale vi è il tentativo di "socializzare le perdite" a fronte di una emergenza che è stata tutta a carico dei lavoratori e, quindi, ha chiesto: "come si pone il sindacato davanti a ciò? Credo che su questo si debba riaprire il conflitto".
Tema ripreso, quest'ultimo, anche nel corso del mio intervento dove (oltre a riportare l'esperienza vissuta durante l'emergenza nella fabbrica dove lavoro, con l'opera fondamentale della nostra rappresentante dei lavoratori alla sicurezza per il rispetto delle norme) ho criticato fortemente gli "Stati generali dell'economia": questi infatti si sono dimostrati uno strumento atto a favorire il padronato, con i sindacati confederali che sostanzialmente stanno assecondando governo e padroni, ponendosi di fatto in un ruolo di dipendenza dalle decisioni governative. Rischiando così, la CGIL, di essere cooptata in un "patto sociale" collaborazionista che è dannoso per le lavoratrici e i lavoratori. È per questo, ho concluso, che serve una nuova stagione di lotte nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, nelle piazze per rispondere in modo adeguato alle esose pretese di Confindustria e al governo Conte che ne tutela gli interessi.
Questi due interventi hanno riscosso il consenso della maggioranza delle delegate e dei delegati che li hanno convintamente applauditi.
Circa il dibattito: 1) un delegato del settore energia, pur ammettendo che vi è stata una fase in cui il governo è stato insufficiente, ha detto no al conflitto "a prescindere"; 2) un funzionario dell'Empolese-Valdelsa ha rivendicato l'importanza della sanità pubblica; 3) un altro funzionario ha detto che lo "smart working" ha fatto il profitto delle aziende perché hanno risparmiato e che per il settore moda (uno dei più colpiti dalla pandemia) è necessario che il sindacato sia attivo per mantenere le filiere produttive e per sindacalizzarle; 4) una funzionaria ha dichiarato che il conflitto "va usato nel modo giusto"; 5) una delegata di un'azienda farmaceutica, nel contesto di un più ampio discorso, ha affermato che: "se lo Stato mi ha detto che devo continuare a lavorare allora deve anche controllare che lo possa fare in sicurezza, perché per far rispettare le norme anti-contagio è dovuto intervenire il sindacato".
Le conclusioni le ha tenute Paola Galgani, che però non ha risposto ai dubbi sollevati dagli interventi circa il corretto rapporto del sindacato con governo e padroni. Avallando così di fatto l'atteggiamento di condiscendenza e concertazione tenuto fino ad oggi dal sindacato stesso.
Questa giornata ha offerto spunti interessanti sotto tutti i punti di vista, oltre alla felicità di poter rivedere di persona i membri del Direttivo Filctem e per la ripresa della attività sindacale al di fuori della fabbrica.
Attività sindacale che avevo ripreso già martedì 30 giugno in occasione della partecipazione al presidio organizzato alla Edison giocattoli di Barberino di Mugello, dove la proprietà padronale ha deciso la messa in liquidazione dell'azienda. Decisione che vuol mettere sulla strada 28 lavoratori che scontano anni di disinteresse padronale verso quell'attività produttiva.
Tutto per la classe operaia!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 
Andrea Bartoli, operaio del Mugello (Firenze)
 
 

22 luglio 2020