Rapporto INAIL
Durante l'emergenza sanitaria contagiati 49mila lavoratori, di cui 236 deceduti
Le lavoratrici più colpite, nel 71% dei casi

 
Secondo il nuovo report dell'INAIL, tra la fine di febbraio ed il 15 giugno, i contagi da Covid-19 sono 49.021, circa duemila in più rispetto alla rilevazione del 31 maggio; i casi di infezione con esito mortale registrati nello stesso periodo sono 236, 28 in più rispetto al monitoraggio precedente e pari a circa il 40% degli infortuni sul lavoro con esito mortale denunciati dall'inizio dell'anno.
Rispetto alle attività produttive, il settore della Sanità e assistenza sociale, che comprende ospedali, case di cura e case di riposo, registra il 72,2% delle denunce di contagio per causa di servizio (e il 26,3% dei casi mortali), seguito con il 9,1% dall’amministrazione pubblica con le attività degli organi legislativi ed esecutivi centrali e locali, che insieme raggiungono l'81,3% delle denunce nel complesso ed il 36,5% dei decessi totali.
La categoria professionale più coinvolta dunque è quella che riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale (40,9%), ed in particolare sono i tecnici della salute (dei quali l'83% riguarda gli infermieri); i medici (10,7%) e gli operatori socio-assistenziali (8,5%). I rapporti non cambiano anche riguardo alle morti, che vedono i decessi fra gli infermieri al 61%, seguiti dai medici (9,9%) e dagli operatori socio-assistenziali (7,8%).
Anche i numeri, comunque parziali del report come vedremo più avanti, confermano il quadro, sciagurato, secondo il quale l'inefficienza del governo e la minimizzazione iniziale (a dire il vero perdurata oltre un mese dalla scoperta del “paziente 1” di Codogno), ha mandato al macello in corsia centinaia di medici ed infermieri senza adeguate protezioni, così come l'irresponsabilità dei gestori delle Residenze Assistenziali per Anziani e disabili, unitamente alle ordinanze regionali che in molti casi hanno prestato loro il fianco nella ricerca del profitto.
Secondo lo studio, l’età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni per entrambi i sessi, ma sale a 59 anni (57 per le donne e 59 per gli uomini) per i casi mortali. Nove decessi su 10, in particolare, sono concentrati nelle fasce di età 50-64 anni (70,3%) e over 64 anni (18,60%). Il 71,7% dei lavoratori contagiati sono donne e il 28,3% uomini, ma il rapporto tra i generi si inverte nei casi mortali. I decessi degli uomini, infatti, sono pari all’82,6% del totale.
Il report continua evidenziando come otto denunce su 10 sono concentrate nelle regioni dell'Italia settentrionale, collocate per il 56,1% nel Nord-Ovest dove spicca la Lombardia col 36% dei casi, e per il 24,2% nel Nord-Est (il 10,2% in Emilia-Romagna). I casi restanti sono distribuiti nel centro (11,8%), Sud (5,7%) ed isole (2,2%).
Relativamente ai contagi con esito mortale, nel Nord-Ovest si concentra il 57,2% dei decessi totali di lavoratrici e lavoratori attribuibili al Covid-19; di essi ben 4 su 10 (43,2%) sono avvenuti nella sola Lombardia guidata dalla giunta leghista Fontana. Ferme restanti le indicazioni che emergono da questo studio, va precisato che i dati che l'INAIL mette a disposizione risultano provvisori e, da un punto di vista più generale, anche incompleti poiché la platea che l'INAIL stessa riesce a raggiungere è quella riferita ai soli lavoratori assicurati, il che fa uscire da questa indagine tutti i lavoratori e le lavoratrici a nero e la stragrande maggioranza dei liberi professionisti di ogni settore che fanno parte integrante a tutto tondo del mondo del lavoro.
Inoltre l'INAIL stessa precisa le difficoltà riscontrate proprio nella trattazione stessa degli infortuni, in particolare quelli con esito mortale, che non è facile a causa delle contraddittorie circolari antecedenti alla n.13 del 3 aprile, ricondurre direttamente ad “infortunio sul lavoro”. Nonostante mostri numeri da capogiro, questo studio rappresenta soltanto una fetta dei contagi e delle morti totali di lavoratrici e lavoratori in servizio, attribuibili al nuovo Coronavirus – ma anche alla mancanza di dispositivi di protezione e di scellerate scelte politiche tardive e sbagliate, subalterne al profitto aziendale - che probabilmente non riusciremo mai a conoscere realmente.
 

29 luglio 2020