Chiacchiere e niente fatti da Mattarella, Conte, Fico e Casellati
Vogliamo tutta la verità sulla strage di Ustica
Rendere pubblica la documentazione sul crimine di 40 anni fa

 
A più di 40 anni da quel 27 giugno del 1980 che vide morire tutti gli 81 passeggeri e i membri dell'equipaggio del Douglas-DC9 della Itavia, partito dall'aeroporto di Bologna-Borgo Panigale e diretto a Palermo-Punta Raisi, finito nel Mar Tirreno all'altezza di Ustica, rimangono una serie di "misteri", "segreti militari" e vergognose sentenze di assoluzione nei confronti degli allora vertici dell'Aeronautica, che negano giustizia ai morti e nascondono la verità agli occhi dell'opinione pubblica italiana.
Aldilà delle chiacchiere delle massime cariche dello stato, a cominciare da Mattarella, Fico, Casellati e dal dittatore antivirus Conte, la verità è che su quella strage vige ancora un impenetrabile segreto di stato che copre responsabili e finalità di quell'atto criminale di guerra in tempo di pace, che nessuno dei massimi vertici istituzionali del regime neofascista ha in realtà alcuna intenzione di rimuovere.
È assodato che il DC9 fu abbattuto da un missile degli alleati imperialisti dell'Italia di allora e di oggi, gli Usa e la Francia, nonostante i depistaggi, i segreti e il tentativo di far credere che l'aereo fosse caduto per una bomba già presente sul velivolo.
Quale tra i due paesi imperialisti decise di abbattere l'aereo non è ancora possibile stabilirlo (ma è probabile che siano stati gli Usa, anche se il golpista Cossiga, uno dei principali insabbiatori delle inchieste, accusò nel 2007 la Francia), la finalità era quella di uccidere il dittatore libico Gheddafi, ritenuto in volo su un Mig libico non troppo lontano dalla rotta dell'aereo civile e abbattuto in aria quando si trovava sui monti della Sila, dove fu ritrovato "ufficialmente" solo il 18 luglio successivo.
Non è chiaro se il DC9 sia stato abbattuto perché sulla linea di tiro del Mig o ancora perché qualcuno dell'equipaggio, in contatto radio con l'aeroporto di Ciampino, potesse segnalare successivamente l'abbattimento del Mig verificata dal radar di bordo alle autorità e all'opinione pubblica oppure perché venne ritenuto possibile che lo stesso Gheddafi fosse sull'aereo o ancora se l'abbattimento , una volta fatto credere all'opinione pubblica che fosse opera di Gheddafi, servisse da pretesto per aggredire la Libia.
Fatto sta che Usa e Francia, coperti e protetti dalle gerarchie militari e dai politicanti borghesi di allora, a cominciare da Cossiga, decisero di abbatterlo, negando poi in ogni modo le loro responsabilità dando vita ad una infinita serie di depistaggi e false notizie, che portarono comunque, 19 anni dopo, nel 1999, il giudice Rosario Priore a conclusione della sua inchiesta, nella sua sentenza-ordinanza di oltre 5mila pagine, ad affermare che: "l'incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il DC9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un'azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto". Priore delineò anche un inquietante scenario di depistaggi, omissioni e reticenze contro la verità. Vi fu inoltre il "diretto coinvolgimento con il disastro di più velivoli statunitensi, in esercitazione o in trasferimento, armati e non". Aerei militari che "hanno comportamenti compatibili solo con la presenza di una portaerei"... "Non si può perciò dire che manchino indicazioni o più realisticamente sospetti, a carico purtroppo degli Stati Uniti". Fu poi accertato che dopo la strage un elicottero non identificato (presumibilmente americano) arrivò nel tratto di mare dove si era inabissato il Dc9, cosa che prova il fatto che diversi radar avevano seguito momento per momento la tragedia.
Priore inoltre cita il fatto, che quella sera, all'aeroporto di Grosseto atterrarono due caccia statunitensi. Da uno sembra mancasse un missile. Fu predisposta una vigilanza severissima con raddoppio dei turni di guardia, e sull'atterraggio di quei velivoli fu posto una sorta di segreto militare.
Ma all'epoca un'altra inquietante ipotesi sulla strage di Ustica è stata raccontata alla stampa dall'ex ufficiale dell'Aeronautica Mario Ciancarella. L'ufficiale afferma che furono due F104 italiani ad abbattere l'aereo civile su ordine degli Usa per far ricadere appunto la colpa sulla Libia.
"A quell'ora, infatti era previsto che il Dc9 incrociasse un velivolo con a bordo il colonnello Gheddafi (...) Sulla scia del Dc9, nascosto ai radar, volava un Mig con le insegne libiche partito però da Pratica di Mare. I 'nostri caccia' decollati da Grosseto avrebbero colpito l'aereo civile e subito dopo catturato il Mig in volo (...) Al largo d Napoli la portaerei Saratoga era già pronta a puntare su Tripoli. Ma qualcosa andò storto, la corrente filo-araba dei servizi avvertì Gheddafi che deviò su Malta(...)".
Priore puntò allora il dito anche contro i vertici dell'esercito e il governo Cossiga: "Le decisioni prese dai militari sono state di una tale rilevanza e gravità che appare impossibile che lo siano state senza l'avallo di un livello superiore, nazionale (il governo, ndr), straniero (probabilmente gli Usa, ndr), o internazionale (la Nato, ndr) e deve averne ricevuto il consenso".
Soprattutto Priore si soffermò sul coinvolgimento dell'allora presidente del consiglio Francesco Cossiga, che ricordiamo era ancora a capo della funzionante struttura golpista e anticomunista "Gladio". Impossibile, secondo Priore infatti "celare i rapporti con gli americani. Come pure la messinscena del Mig libico caduto la notte del 27 giugno e non il 18 luglio". Gheddafi quella sera volava su un altro aereo da Ajaccio verso Varsavia, deviò all'ultimo minuto su Malta perché informato da "amici" italiani? Inoltre Priore ricorda le informative riservate ritrovate in casa del colonnello Cogliandro, che guidava il Raggruppamento centri Cs, la struttura riservata che secondo Priore "poco o nulla" fece nelle indagini. Tra queste ve ne è una che riguarda Cossiga in cui si afferma che "ebbe i rapporti completi della tragedia di Ustica e fece in modo che non fossero divulgati" per ragioni di Stato. Così come appare impossibile che nulla sapesse l'onorevole Mazzola, allora sottosegretario ai servizi, dell'iperattivismo del Sismi per ostacolare l'accertamento della verità.
Qualcosa doveva sapere anche il ministro degli Esteri. Questi infatti suggerì che il governo libico facesse un sopralluogo senza controlli sulla Sila dove furono trovati i rottami e il cadavere del pilota del Mig.
Vergognosamente nel 2007 gli ufficiali Lamberto Bartolucci e Franco Ferri coinvolti nell'inchiesta sulla strage vennero assolti dalla prima sezione penale della Corte di Cassazione presieduta da Torquato Gemelli "Perché il fatto non sussiste", cancellando di colpo 26 anni di inchieste e di processi e consegnando alla storia l'ennesima strage di Stato destinata a rimanere senza colpevoli. Un altro "mistero" di Stato che va ad aggiungersi a tutte le altre stragi di Stato che, a partire da Portella delle Ginestre e passando per Piazza Fontana, Italicus, Treno 904, Bologna, hanno insanguinato il nostro Paese e sono rimaste senza mandanti né esecutori.
La presidente dell'associazione vittime strage di Ustica, Daria Bonfietti, partecipando alla commemorazione a Bologna della strage ha dichiarato: "Quella di Ustica è una verità che deve essere completata con l'individuazione degli autori materiali della strage: chi nel cielo quella sera ha compiuto l'azione mortale".
Non sono credibili le chiacchiere dei vertici dello stato sulla vicenda intervenuti alla commemorazione, del resto 40 anni dopo la strage il popolo italiano e i familiari delle vittime non ne possono davvero più di dichiarazioni altisonanti che, nei fatti, non hanno prodotto un solo effetto nella direzione dell'accertamento della verità, la qual cosa dimostra che il governo attuale è in perfetta continuità con i precedenti governi borghesi degli ultimi 40 anni nell'occultamento della verità storica e nella copertura dei crimini compiuti dai vertici di allora dello stato borghese, dell'esercito, della Nato e degli alleati imperialisti americani e francesi.
Nell'ambito della lotta contro il governo del dittatore antivirus Conte al servizio del regime capitalista neofascista e della UE imperialista, il PMLI ribadisce la necessità dell'abolizione del segreto di Stato e dell'accertamento della verità su Ustica e tutte le altre stragi di stato rimaste impunite.

29 luglio 2020