Elezioni regionali in Puglia
Emiliano imbarca tutti dai democristiani ai falsi comunisti (fino ai fascisti)

Per le prossime elezioni regionali in Puglia l'uscente e ricandidato governatore del "centro-sinistra", Michele Emiliano, ha deciso di non farsi mancare niente.
Magistrato, ex sindaco di Bari, eletto governatore nel 2015 con il Pd, ha scelto di non rinnovare la tessera del suo partito in seguito alla sentenza della Corte costituzionale del 2018 che stabilisce che i magistrati non possono avere tessere di partito (c'è da chiedersi però cosa avrebbe fatto se avesse vinto le primarie per la segreteria del partito del 2017, quando fu battuto da Zingaretti, si sarebbe dimesso da segretario nazionale o dalla magistratura?).
Sarà sostenuto da ben 15 liste per il consiglio regionale, contenenti vecchi politicanti borghesi trasformisti che vanno dai falsi comunisti, passando per i democristiani, fino ai veri fascisti, senza escludere un'alleanza con il M5S, per ricalcare in salsa pugliese la maggioranza che sostiene il dittatore antivirus Conte a Palazzo Chigi, nel malcelato tentativo di competere un giorno anche la poltrona di capo del governo.
Oltre alla lista del Pd e a quella riconducibile a livello nazionale a Sinistra Italiana di Fratoianni (derivante dalla vecchia Sel dell'ex governatore Nichi Vendola) denominata Puglia solidale e verde, vi sono altre 13 liste:Partito animalista, Partito del Sud, Sud Indipendente, Democrazia cristiana, Sinistra alternativa (che ha nel simbolo la falce e il martello), Emiliano Sindaco di Puglia, Con Emiliano, Senso civico, Italia in Comune, Popolari con Emiliano, Pensionati e Invalidi, i Liberali, il Popolo delle Partite Iva.
I Popolari con Emiliano sono nati dall’alleanza tra l’assessore regionale all’ambiente Giovanni Stea (ex "centro-destra"), il Centro democratico di Bruno Tabacci, il vecchio rottame democristiano Angelo Sanza, ex sottosegretario (governi Andreotti, Cossiga, Forlani, Spadolini, Goria) ed ex deputato di Forza Italia e Massimo Cassano ex senatore di FI e sottosegretario con Renzi e Gentiloni, nominato da Emiliano presidente dell'Arpal, l’agenzia regionale per le politiche del lavoro.
Vicino alla lista anche Alfredo Borzillo, ex Forza Italia, oggi commissario straordinario del Consorzio di bonifica Centro-Sud Puglia, indagato per turbativa d'asta e induzione indebita dal Tribunale di Bari.
È sostenuto anche da alcune liste "meridionaliste" con le loro sciagurate posizioni secessioniste che rafforzano il regime neofascista, il federalismo e l'autonomia differenziata, pare che alcuni loro esponenti sul territorio non facciano mistero di essere nostalgici dei Borboni del Regno delle due Sicilie.
Non mancano i fascisti doc, nella lista "Emiliano sindaco di Puglia" sarà candidata Giulia Puglia, assessore comunale al turismo nella giunta di Giuseppe "Pippi" Mellone, il sindaco fascista di Nardò (Lecce), vicino a CasaPaund, estimatore di Pino Rauti, che solo poche settimane fa ha tuonato: “Chiudiamo l’Anpi di Lecce, è un pericolo per la democrazia”.
Nel 2007 decise di ricordare, con tanto di saluto fascista, Sergio Ramelli, un giovane fascista ucciso nel ’75.
I suoi uomini, alla presentazione delle liste, hanno dichiarato che “Emiliano ha radici antiche”.
Mellone ha sostenuto Emiliano anche alle primarie per la segreteria del Pd del 2017 e per le prossime regionali, il governatore non ha nascosto il legame con Mellone, né ha stigmatizzato nessuna delle sue affermazioni e dei suoi atti, come non nega l'appoggio degli uomini di Mellone, per il quale: "Tutto quel che può servire a far vincere Michele Emiliano, però, ben venga". Senza ritegno e senza vergogna!
Nella lista "Con Emiliano" Pierluigi Lopalco, capo della task-force pugliese antiCovid-19, indicato nei giorni scorsi anche da Fi, sponsorizzato dall'ex "centro-destra" Fabrizio D’Addario, oggi amministratore unico della Sanitaservice di Bari, una società privata che fornisce servizi e personale alle disastrate Asl pugliesi.
Lopalco ha già prenotato l'assessorato alla sanità e visto chi rappresenta si può facilmente immaginare, in caso di vittoria, una politica ulteriormente favorevole alla sanità privata e in odore di conflitto di interessi.
A proposito di sanità è schierato con Emiliano anche Francesco Schittulli, alle scorse regionali candidato governatore di FdI e della lista di Fitto e di Alfano contro lo stesso Emiliano, oggi è uno dei tanti consulenti per la sanità che gravitano intorno alla Regione.
E ancora , Rocco Palese, ex fedelissimo di Fitto ed ex candidato governatore pure lui, si schiera con Emiliano dopo la nomina di Francesco Ferraro, suo fedelissimo, a direttore generale dell’Arif, l’agenzia per la difesa del suolo e attività forestali. Per Palese si ipotizza un importante incarico nella sanità leccese (eddai!).
Tutti nemici del popolo pronti a fiondarsi come avvoltoi su quello che rimane della martoriata sanità pubblica, sulle spalle della salute e dei denari dei pugliesi, in piena pandemia, mostrando ancora una volta che razza di profitti e di clientele possa generare il settore sanitario sottomesso alla legge del massimo profitto capitalistico (e mafioso).
Del resto il trasversalismo, lo sbracamento a destra e il finto antifascismo di Emiliano sono cosa nota, basti pensare alla nomina nel 2018 dell'ex sindaco di Bari di Forza Italia Simeone Di Cagno Abbrescia alla guida dell’Acquedotto Pugliese e alla nomina nella giunta regionale di tre esponenti del M5S già nel 2015.
E meno male che questo bandito sta impostando la sua campagna elettorale sullo slogan del "battere la destra"! Che faccia di bronzo!
Il suo vomitevole trasversalismo, la sua coalizione sbilanciata a destra, aldilà del simbolo con la falce e martello (lo squallore dei falsi comunisti può questo e altro), il tentativo di allargare la coalizione al M5S "prima o dopo le elezioni" dimostrano che questo ambizioso e pericoloso politicante borghese del regime neofascista ha paura di perdere e di essere travolto dall'astensionismo, complice la sua fallimentare gestione della regione (come del comune di Bari in precedenza) da ogni punto di vista:economico, sociale, sanitario, ambientale, nella lotta alla Sacra Corona Unita.
Ecco spiegato il suo volere a tutti i costi imbarcare cani, porci e topi di fogna fascisti, arrivando a rendere difficile, anche in Puglia, comprendere dove inizi la destra e finisca la "sinistra" borghese (e viceversa).
Non è credibile nemmeno come magistrato borghese visto che imbarca fascisti nella sua coalizione quando sa benissimo che l'apologia del fascismo e la ricostruzione del partito fascista in qualsiasi forma, sono reati penali, previsti anche dalla XII disposizione transitoria e finale della costituzione borghese del 1948.
Non solo, va ricordato che dal 16 ottobre 2019 è stato iscritto nel registro degli indagati da parte della Procura di Foggia, con l'accusa di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio in concorso per aver ricevuto pressioni per una nomina riguardante una Asp (Azienda per i Servizi alla Persona) in cambio di appoggio elettorale della famiglia Cera al suo candidato alle comunali di San Severo (Foggia) Francesco Miglio, poi rieletto sindaco della città nel 2019 .
Coinvolto nelle indagini anche Salvatore Ruggeri, assessore regionale al Welfare, l’ex parlamentare dell’Udc, Angelo Cera e suo figlio Napoleone, attuale consigliere regionale.
Per l'accusa Emiliano “avrebbe acconsentito, in termini di sola promessa, a rinunciare ad una autonoma valutazione” e “a una imparziale comparazione degli interessi in gioco, con particolare riferimento alla individuazione del soggetto maggiormente idoneo a svolgere le funzioni di Commissario dell’Asp” e “ad utilizzare la propria discrezionalità per assecondare interessi di parte e non esclusivamente l’interesse della Pubblica amministrazione, per ricevere una ipotizzata utilità consistente nell’appoggio elettorale” quantificabile in
“1.700/2.000 voti” con “la presentazione di liste di candidati a supporto di Cera Angelo e Cera Napoleone a vantaggio del candidato sindaco di San Severo, Francesco Miglio”.
Emiliano è indagato anche dalla Procura di Bari per finanziamenti illeciti riguardanti le primarie del Pd del 2017, insieme al suo capo di gabinetto Claudio Michele Stefanazzi, il quale a sua volta è sotto inchiesta insieme alla moglie, Milena Rizzo, anche per truffa aggravata e abuso d'ufficio in riferimento ad un corso di formazione professionale finanziato dalla Regione.
Tutto questo avrebbe dovuto spingere Emiliano a dimettersi e a non ricandidarsi almeno fino alla fine delle indagini (che porteranno probabilmente al suo rinvio a giudizio), cosa che come si vede si è ben guardato dal fare.
(Si ha poi la vaga sensazione che dietro di lui ci siano alcuni capitalisti cinesi, lo ammise lui stesso per le mascherine: e va tenuto presente che la Puglia è la regione più vicina alla Via della seta e Bari è la città della Fiera del levante..vedremo)
Fuori per ora dalla coalizione Iv di Renzi, ma sono in corso le trattative con i renziani, orientati verso la candidatura di Ivan Scalfarotto, così come Emiliano preme per avere nella coalizione, anche dopo le elezioni, i pentastellati:
"Ci sono punti programmatici che possiamo realizzare insieme, sui territori. E c’è un percorso avviato a Roma. Ma la mia attenzione verso di loro c’è sempre stata."..."Quando sono diventato presidente della Puglia, cinque anni fa, nominai assessori ben tre consiglieri M5S. Ero pronto già da allora a sperimentare un’intesa. Loro rifiutarono. Ma oggi una delle tre, uscita dal movimento, sostiene il centrosinistra", così dichiara l'ex magistrato e a chi gli ha chiesto se conferma di definirsi un "populista istituzionale" nel suo voler rispondere ducescamente "solo al popolo pugliese" ha risposto: "Ammetto di rispondere ai cittadini. Anche quando, per il bene comune, mi tocca fare delle scelte impopolari" (più precisamente antipopolari perché borghesi, neofasciste e filomafiose).
Il governatore uscente dovrà vedersela con il “centro-destra” dell'ex governatore ed ex ministro con Berlusconi Raffaele Fitto, fortemente voluto dai fascisti della Meloni e sostenuto anche dalla Lega, il M5S di Antonella Laricchia, Italia Viva di Ivan Scalfarotto, salvo ripensamenti, le civiche di Mario Conca e i fascisti della destra sociale di Pierfranco Bruni.
Di fronte allo sfascio della regione e alle terribili condizioni di vita delle masse pugliesi oltre che al marciume delle forze politiche borghesi locali è del tutto evidente che l'unico voto utile, rosso e di sinistra alle regionali di settembre sarà il voto dato al PMLI e al socialismo attraverso l'astensionismo tattico marxista-leninista, innescando la lotta di classe contro il governo Conte al servizio del regime capitalista e neofascista e i governi regionali locali fuori dalle marce, corrotte e irriformabili istituzioni rappresentative borghesi in camicia nera, creando le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, basate sulla democrazia diretta, la parità di genere e a carattere permanente:le Assemblee Popolari e i Comitati Popolari.
Per la Puglia al servizio del popolo e dal popolo governata!
Per l'Italia unita, rossa e socialista!

29 luglio 2020