Per il caso Open Arms
Il Senato autorizza il processo a Salvini


 
Con 149 voti contro 141 e un solo astenuto, l’aula del Senato ha respinto la relazione della Giunta per le immunità che chiedeva di non concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, come richiesto dal Tribunale dei ministri di Palermo, per aver impedito un anno fa lo sbarco dei migranti dalla nave Open Arms

 

La vicenda Open Arms
Come già scritto su queste colonne all'indomani dei fatti, quello della Open Arms è stato uno dei capitoli più lunghi e vergognosi della caccia all'immigrato scatenata dal duce dei fascisti del XXI secolo durante il suo mandato di Governo.
La nave della ONG spagnola, con 164 migranti a bordo fra cui molte donne e bambini, fu bloccata in mare tra l’1 e il 20 agosto del 2019 su ordine dall’allora ministro dell’Interno Salvini e rimase in attesa di un porto di sbarco per 19 giorni.
Sia l’Italia sia Malta negarono il porto di approdo finché la nave si avvicinò a Lampedusa, entrando nelle acque territoriali italiane. A quel punto, per far sbarcare i profughi fu necessario un “blitz” a bordo del Pubblico ministero di Agrigento con due medici che constatarono una situazione sanitaria insostenibile.
In seguito il Pm sequestrò la nave, determinando di fatto la necessità di far scendere a terra i migranti ed annunciando immediatamente di voler indagare se vi fossero state omissioni da parte di “pubblici ufficiali” nel negare lo sbarco ai profughi.
Ricordiamo che nei confronti di Salvini il Senato nel marzo 2019, ha già negato l’autorizzazione a procedere per il caso della nave “Diciotti”, mentre il 12 febbraio scorso ha autorizzato la richiesta di via libera al processo per quello della nave “Gregoretti”. Oggi dunque, ecco la seconda autorizzazione a procedere.

 

Il voto in Senato
Sulla vicenda, hanno tenuto banco le mille piroette di Renzi e di Italia Viva, che con inaccettabili giustificazioni si era già astenuta dal voto in Giunta con i suoi tre senatori, determinando di fatto le basi per il secondo salvataggio di Salvini. Anche la mattina del voto inizia con la dichiarazione del capogruppo di Italia Viva al Senato, Daniele Faraone, che dichiara come “Dalle carte abbiamo visto e approfondito che c’è una responsabilità dell’intero governo. Io non credo che il comportamento sbagliato fosse allora solo quello di Salvini”, rafforzando dunque l’ipotesi di un ennesimo voto di salvataggio, e di un conseguente nuovo strappo all'interno della maggioranza che sostiene Conte.
Poi la “telenovela” termina quando Renzi in aula definisce il voto favorevole di Italia Viva al processo, anche se – nel solito gioco di intrallazzi, consuetudine del massone di Rignano sull'Arno – su questa decisione dell'ultimo minuto fa ombra l'ipotesi che i 18 senatori renziani, non sarebbero stati sufficienti per raggiungere i 160 voti necessari ad evitare un nuovo processo a Salvini (la destra ne aveva solo 135).
Un opportunismo dimostrato anche dal fatto che a Corsico, nel milanese, alle comunali di settembre Italia Viva appoggerà il candidato di Forza Italia Roberto Mei, fascista dichiarato attraverso numerosi post sui social nei quali inneggia appunto al fascismo ed a Mussolini.
 

Le reazioni xenofobe e razziste di Salvini
“Contro di me festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità”, commenta in ultimo Salvini, pronto a evidenziare il suo martirio giustizialista per la “Patria” di fronte ai suoi elettori nazionalisti, fascisti ed altra feccia simile. Ma è la pratica, l'analisi dei fatti, la xenofobia ed il razzismo che rimangono elemento essenziale, la caccia al migrante della quale è stato fiero artefice e che continua ancora con più arroganza dai banchi dell'opposizione ad un governo che ancora non ha toccato minimamente i suoi aberranti decreti dignità, che lo condanna non solo ai processi dall'esito purtroppo incerto, ma all'infimo posto che si merita nella cantina della storia del nostro Paese, al pari di chi allora, ad anche adesso, lo aiuta nel suo cammino a capo dei fascisti del XXI secolo e di coloro che gli reggono il sacco da destra come da “sinistra”.
 

9 settembre 2020