Secondo le indagini svolte dalla Procura di Napoli
Il governatore campano De Luca indagato per falso e truffa
Avrebbe favorito quattro suoi autisti, abusivamente promuovendoli nello staff e aumentandogli lo stipendio

Redazione di Napoli
Era nell’aria fin dalla mattinata di lunedì 7 settembre e la conferma si è avuta dalle agenzie di stampa prima e successivamente dall’avvocato dello stesso presidente uscente: il governatore campano (candidato per la rielezione), Vincenzo De Luca, è stato raggiunto dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
I pubblici ministeri della Procura di Napoli, Ida Frongillo e Vincenzo Piscitelli, hanno ritenuto idonea la piattaforma indiziaria che vede il boss PD accusato di falso e truffa perché avrebbe favorito i suoi quattro autisti, promossi indebitamente, pur non avendo alcuna qualifica, nello staff delle relazioni istituzionali, soltanto per consentire loro di percepire uno stipendio più cospicuo. Gli avvenimenti risalgono al 2017 quando i quattro vigili/autisti del governatore campano sono stati trasferiti da Salerno a Napoli, ricevendo incarichi da addetti o responsabili di segreteria, pur non avendone nessuna qualifica; un ricercato espediente teso a conferire ai quattro una retribuzione più alta.
L'indagine della Procura di Napoli sarebbe partita a seguito di un incidente stradale avvenuto il 15 settembre 2017 nei pressi del Rione Carmine di Salerno. De Luca era a bordo di un'auto guidata proprio da uno dei quattro autisti, quando questi, nel percorrere un tratto contromano, investì una ragazza di 22 anni che viaggiava in motorino. I pubblici ministeri nel tempo appurarono che l'auto del governatore aveva percorso quel tratto contromano soltanto per consentire a De Luca di rientrare a casa e che l'autista in questione, insieme a tre colleghi, erano ormai stati trasferiti a Napoli, elevati al rango di "esperti dello staff", nonostante fossero privi di titoli e di un curriculum adeguato a svolgere tali mansioni.
“Nessun problema tutto verrà archiviato” dice con certezza l’avvocato del governatore, smentito dalla Procura; e se entro venti giorni il candidato del PD non dimostrerà il contrario, si potrà ritrovare imputato in un processo rispondendo dei gravi reati di truffa e falso.
 

9 settembre 2020