Documento dell’Organizzazione di Nola (Napoli) del PMLI
Elettrici ed elettori di Nola astenetevi
Per delegittimare il capitalismo, le istituzioni borghesi e i loro partiti e per rafforzare il PMLI e la lotta per il socialismo

Nelle prossime elezioni regionali del 20 e 21 settembre 2020, due linee si scontrano: quella del proletariato e quella della borghesia. Con la prima ci si propone di abbattere la classe dominante borghese e il capitalismo; con la seconda di perpetuare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e la conseguente anarchia della produzione che ha portato ormai da 12 anni alla più grave crisi economica dopo quella del 1929 che accelerò la nascita dei fascismi e poi lo scoppio delle seconda guerra mondiale. Infatti il capitalismo, nella sua fase putrescente imperialista, causa disastri mondiali, guerre tra Stati per l'accaparramento delle risorse, per la spartizione del bottino.
Il capitalismo, quando la valorizzazione di capitale che è la sua vera natura, viene meno, per "rigenerarsi" ha bisogno di sangue e di vittime innocenti, come un vampiro. Ha bisogno di distruzione, per riprendere il suo perverso ciclo di accumulazione, fino alla prossima ciclica crisi sovraproduttiva.
Il capitalismo è un sistema irriformabile, che causa disastri all'ambiente e alla salute delle masse, è generatore di guerre di conquista dietro la falsa bandiera dell'"esportazione di democrazia”. È causa di diseguaglianze abissali e lacerazione dei rapporti umani. Questo sistema ha esaurito la sua spinta progressiva rispetto ai modi di produzione precedenti ed ora tocca ad un sistema più compiuto ed evoluto farsi strada. Un sistema più avanzato, dove l'economia, primo motore della vita sociale, abbia una razionalizzazione, un piano e non venga lasciato alle forze incontrollate del mercato selvaggio da cui deriva la parassitaria forma di finanziarizzazione.
Questo sistema sociale non può essere che il socialismo, che al di là delle ciance e della propaganda borghese, non è passato di moda.
Esistono solo due concezioni del mondo, come ci ha sempre ricordato Mao: quella borghese (idealista), quella proletaria (materialista).
La scelta politica-elettorale quindi è: o col proletariato e il socialismo o con la borghesia e il capitalismo. Non ne esiste un'altra.
In Campania si eleggono 50 consiglieri regionali e il presidente della Regione. In campo per la carica di governatore ci sono 7 sfidanti e 26 liste.
Le tre principali sono Vincenzo De Luca per il “centro-sinistra”, sostenuto da 15 liste, Stefano Caldoro per il “centro-destra”, sostenuto da 6 liste, Valeria Ciarambino per il M5S. C'è poi Giuliano Granato per la "sinistra" borghese mutualista proudhoniana di Potere al Popolo.
Vecchie cariatidi come il dittatore con l'orbace Vincenzo De Luca o l'ex craxiano Stefano Caldoro si ripresentano per la terza volta in tre tornate. I 5 stelle con la Ciarambino per la seconda volta.
Nulla e inconsistente è stata l'opposizione all'ultimo governo De Luca della rappresentanza grillina. I pentastellati hanno lasciato alle intenzioni la loro immaginaria volontà di rivoltare il sistema. Sono entrati nelle stanze del potere come incendiari e, una volta accomodatisi sulle comode poltrone del potere, hanno ritenuto non conveniente separarsene.
In questi cinque anni di mala gestione De Luca, non è cambiato nulla in Campania. Sanità ridotta in pezzi, si pensi solo alla costruzione di un ospedale per ricevere malati di Covid praticamente risultato inutile (solo tre pazienti). L'ex sindaco di Salerno ha colto la palla al balzo della pandemia, che tra l'altro in Campania non ha mietuto un numero elevato di contagiati e vittime, per sfoggiare tutta la sua superbia e alterigia in chiave elettorale. Evidentemente sa che usando metodi autoritari può far presa su quella parte di elettorato che predilige ordine e maniere forti, che preferisce la sicurezza alla collaborazione.
Ormai il PD e chi lo rappresenta è a pieno titolo un partito della "destra" borghese, delle banche e dell'alta finanza internazionale.
Non da meno Stefano Caldoro, che già nel corso del suo mandato (2010-15) ha dimostrato inefficienza. Altro che opposizione.
I gravi problemi del nolano e di tutta la regione, non saranno certamente risolti dalle decine di candidati i cui mezzi busti fanno bella mostra di sé nei manifesti elettorali da fine luglio.
Questi sono soltanto dei prestanome, carrieristi in cerca di facili prebende, magari per arrotondare i già lauti guadagni.
Tutto cambia affinché nulla cambi in una Campania dove il tempo si è fermato. Le problematiche della nostra zona, come la questione "Terra dei Fuochi", come quella occupazionale, con la chiusura di tante aziende, come quella dei trasporti inefficienti e delle strade disastrate, sono difficoltà che attanagliano tutta l'area, indipendentemente da quale istituzione borghese si insedi a Palazzo Santa Lucia.
Il dittatore De Luca è stato anche capace di negare l'avvelenamento da roghi tossici e polveri sottili della Campania Felix, completamente devastata dall'inquinamento, come testimoniano le numerosissime vittime di patologie tumorali.
È necessario rivoluzionare il sistema. Il capitalismo, un sistema che si basa sul profitto e sulla divisione della società in classi, non può che generare corruzione.
Il PMLI sta dalla parte del socialismo e del proletariato, la classe composta dalle operaie e dagli operai che produce tutta la ricchezza del Paese ma ne riceve solo le briciole. Per questo invitiamo tutti i fautori del socialismo e chi lotta per una nuova società ad astenersi. L'unico voto anticapitalista e per il socialismo possibile nelle condizioni politiche e sociali e della lotta di classe in Italia.
Ovviamente, il socialismo è ancora lontano, dato che mancano le condizioni soggettive per poter aspirare ad esso, grazie al revisionismo dei falsi partiti comunisti, compreso il vecchio PCI, ma possiamo progressivamente avvicinarci ad esso se le avanguardie del proletariato, delle masse lavoratrici, pensionate, disoccupate, popolari, femminili e giovanili e le elettrici e gli elettori coscienti faranno propria questa proposta strategica e si uniranno al PMLI.
Sul piano elettorale, astenendosi (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco) e creando in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime. Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
Al primo posto della piattaforma rivendicativa del PMLI ci sono i diritti sociali, nell'ordine: lavoro, casa, salute, pensione, istruzione.
Per noi lavoro significa anzitutto lavoro stabile, a salario intero a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati, i lavoratori e gli immigrati, per i lavoratori agricoli, compresi i braccianti nelle grandi e medie imprese, per tutte le ragazze e i ragazzi a termine degli studi.
Significa ripristinare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori ed estenderlo alle aziende con meno di 15 dipendenti, lavorare tutti ma lavorare meno a parità di salario, ridurre l’orario di lavoro a 32 ore settimanali, indennità di disoccupazione e di inoccupazione anche per le casalinghe senza alcun reddito e che non trovano lavoro.
Uniamoci per far vincere l'astensionismo marxista-leninista contro i partiti con e senza stelle del capitalismo e del regime neofascista!
Uniamoci per combattere ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, costituzionale, riformista e pacifista!
Uniamoci per delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi e per creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo!
Solo il socialismo può cambiare l'Italia e dare il potere politico al proletariato!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

 

L’Organizzazione di Nola del PMLI
Nola, 1 settembre 2020

9 settembre 2020