Sempre più aspra la guerra fredda tra le due superpotenze imperialiste
Confronto navale tra Cina e Usa nel Mar Cinese meridionale
Washington sanziona 24 aziende cinesi al lavoro negli isolotti contesi

 
Il 13 agosto la fregata Limnos e quella turca Kemal Reis si sono urtate nelle acque a Est dell'isola di Rodi dove sono in corso le contestate esplorazioni petrolifere di Ankara nel Mediterraneo orientale. Uno scontro dai danni finora limitati, ma intanto porta il livello della contraddizione tra le potenze egemoni locali dalla guerra delle dichiarazioni a un livello superiore, al cozzare di mezzi militari col pericolo di un conflitto diretto. Un livello al quale si avvicinano pericolosamente e con ben più gravi conseguenze le due superpotenze imperialiste, Cina e Usa, impegnate in una sempre più aspra guerra fredda e che hanno alzato il livello del loro confronto militare nel Mar Cinese meridionale.
Un aereo spia statunitense passava il 25 agosto sul golfo di Bohai, il golfo più interno del Mar Giallo sulla costa nord-orientale della Cina all'altezza della capitale Pechino mentre erano in corso esercitazioni della marina militare cinese; la risposta cinese all'ennesima manovra provocatoria americana era il lancio di due missili balistici antinave. I due missili partivano da piattaforme mobili terrestri situate nelle province cinesi settentrionali del Qinghai e del Zhejiang fino alle acque comprese tra l’isola di Hainan e l’arcipelago delle Paracelso, la cui sovranità è contesa tra Cina, Vietnam e Filippine. Una contesa che non è più solo locale con l'imperialismo americano schierato a difesa delle posizioni di Hanoi e Manila per riconquistare un controllo sull'importante via d'acqua commerciale e il socialimperialismo cinese che difende le sue posizioni e che sotto la presidenza del nuovo imperatore Xi ha costruito negli arcipelaghi Paracelso e Spratly infrastrutture aeree e navali su atolli e scogliere semisommerse. E dove da fine luglio transitano per esercitazioni due portaerei nucleari americane che nella pubblicistica militare cinese sono il bersaglio predeterminato dei due missili lanciati.
Il portavoce del ministero della Difesa cinese Wu Qian denunciava che il volo dell'aereo spia violava "le norme di comportamento per la sicurezza marittima e area tra Cina e Stati Uniti, così come importanti norme internazionali” e che "avrebbe potuto facilmente determinare fraintendimenti o incidenti” avvertendo che “la Cina non ballerà con gli Usa, né gli permetterà di scherzare; abbiamo adottato misure forti a difesa della nostra sovranità e dei nostri interessi di sicurezza e sviluppo”. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti faceva orecchie da mercante e definiva il lancio dei missili cinesi “una minaccia per la pace e la sicurezza nella regione”.
Il livello dello scontro tra Washington e Pechino restava alto ed era alimentato dalla decisione del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti che il 26 agosto annunciava sanzioni contro 24 aziende cinesi accusate di aver partecipato alla costruzione delle basi per conto dell'Esercito popolare cinese e contribuito alla militarizzazione degli isolotti contesi. Nella lista che vieta l’export di tecnologia statunitense senza permessi speciali finivano aziende cinesi come la China Communications Construction, il colosso statale responsabile di progetti importanti, vedi il porto di Hambantota, in Sri Lanka, lungo la nuova Via della Seta, l'arteria dello sviluppo dei collegamenti commerciali dalla Cina all'Europa e all'Africa che il concorrente imperialismo americano vorrebbe quantomeno frenare.
Sono misure ben più sostanziose di quelle sanzioni previste nell'ordine esecutivo firmato il 7 agosto dal presidente Donald Trump contro la governatrice Lam, il capo della polizia Chris Tang e una decina di funzionari per l'accelerazione dell'annessione di Hong Kong impressa dal governo di Pechino. Alle sanzioni che prevedono il congelamento di tutti i beni statunitensi dei funzionari cinesi compresi nella lista rispondeva Pechino con misure equivalenti contro una decina di politici e funzionari americani. Un botta e risposta dal significato più politico che sostanziale ma che entra a pieno titolo nella sempre più aspra guerra fredda tra le due superpotenze imperialiste, una guerra che tra le altre ha visto a fine luglio il segretario di Stato americano Mike Pompeo chiamare a raccolta gli alleati nell'alleanza per contrastare il “dominio globale della Cina”.


9 settembre 2020