Il sindaco di Catania Pogliese condannato a 4 anni e 3 mesi
L’ex europarlamentare, vicinissimo a Giorgia Meloni, deve dimettersi

 
Come richiesto dalla sostituto procuratrice Laura Siani, morta suicida durante il lockdown a soli 44 anni e ricordata in aula con un minuto di silenzio, mercoledì 23 luglio il tribunale di Palermo ha condannato a 4 anni e 3 mesi di reclusione con l’accusa di peculato, il sindaco di Catania Salvo Pogliese eletto per il “centro-destra” nel 2018, ex europarlamentare nonché coordinatore regionale per la Sicilia orientale del partito Fratelli d’Italia guidato dalla fascista Giorgia Meloni.
Insieme a lui sono stati condannati: Giulia Adamo a 3 anni e 6 mesi, Cataldo Fiorenza a 3 anni e 8 mesi, Rudy Maira a 4 anni e 6 mesi, Livio Marrocco a 3 anni di reclusione.
Assolto invece “per non aver commesso il fatto” Giambattista Bufardeci nominato nel febbraio 2011 capogruppo all’Ars di Forza del Sud, il movimento politico fondato dall’attuale presidente dell’Assemblea regionale siciliana, il forzista Gianfranco Miccichè.
Gli ex deputati regionali erano finiti sotto processo dopo la maxi inchiesta condotta nel 2014 dalla procura di Palermo che portò a 80 avvisi di garanzia sulle cosiddette “spese pazze” all’Ars durante la legislatura 2008-2012 del governo presieduto da Raffaele Lombardo (Mpa) indagato in passato per concorso esterno in associazione mafiosa e condannato dalla Corte d’Appello di Catania a 2 anni di reclusione per voto di scambio.
Le indagini iniziarono dopo l’approvazione di una legge da parte dell’Assemblea regionale siciliana che introduceva la previsione di un rendiconto per le spese parlamentari. Dopo una complessa attività investigativa, si era scoperto che i soldi pubblici assegnati per l’attività istituzionale venivano utilizzati da deputati e impiegati per fini personali. Tra le spese contestate dall’accusa al sindaco Pogliese, all’epoca dei fatti vicepresidente del gruppo Pdl all’Ars, figurano: 1.200 euro utilizzati per sostituire porte, maniglie e serrature in uno studio professionale di famiglia, 30mila euro spesi in soggiorni nei vari alberghi di Palermo con amici e parenti, cene e spese di carburante, 280 euro di retta scolastica pagata per il figlio e altri 30mila euro in assegni girati sul suo conto personale.
La somma finale del denaro indebitamente sperperato si aggirerebbe sugli 80mila euro.
A seguito della condanna, il prefetto di Catania Claudio Sammartino ha disposto la sospensione di Salvo Pogliese per 18 mesi in applicazione della legge Severino. Il sindaco etneo ha comunque dichiarato di non volersi dimettere perché “si tratta di una sentenza ingiusta e sbagliata” ma che “rispetta e osserva” ribadendo allo stesso tempo che l’interesse “della sua amata Catania lo spinge a fare altro”.
A pensarla diversamente, il segretario regionale del PD Anthony Barbagallo che invita Pugliese a rassegnare le proprie dimissioni perché “Catania versa in condizioni economiche e finanziare disastrose, con mille emergenze irrisolte e necessita di una guida autorevole e sicura”. Gli fa eco un suo collega, Santi Cappellini: “Nelle altre città a fronte della medesima situazione, il sindaco si è dimesso. Catania ha bisogno di andare alle elezioni!”.
Nel frattempo il comune sarà amministrato dal vicesindaco Roberto Bonaccorsi già assessore al bilancio e uomo di fiducia di Pogliese che potrebbe rientrare a gennaio del 2022. Insomma, se non è zuppa e pan bagnato.
Anche noi marxisti-leninisti chiediamo a gran voce le dimissioni immediate del sindaco Pogliese: queste ultime condanne giudiziarie dimostrano ancora una volta come il finanziamento pubblico per le spese parlamentari rappresenta la prima fonte di corruzione della società capitalista, fondata sulla proprietà privata e sull’arricchimento personale perpetrato ai danni delle masse popolari.
Un andazzo vergognoso che ha ormai raggiunto livelli mostruosi, e che al di là dei falsi moralismi, viene costantemente praticato sia dai partiti della destra che da quelli della “sinistra” borghese. Questo grave fenomeno potrà essere definitivamente sradicato solo con l’abbattimento violento del capitalismo e l’instaurazione del socialismo prima, e del comunismo poi.

9 settembre 2020