Intervento di Erne Guidi al presidio del 3 settembre organizzato dal Coordinamento delle sinistre di opposizione
“Uniamo le nostre rosse bandiere con la falce e il martello e diamo tutto per la causa della sanità pubblica”

 
Care compagne, cari compagni,
vi porto il saluto fraterno, proletario e rivoluzionario del Partito marxista-leninista italiano che ha promosso insieme alle altre forze della sinistra di opposizione italiane questa campagna per una sanità pubblica. Tutti quanti noi riuniti in questa piazza davanti al parlamento, con spirito di classe, siamo consapevoli di venire incontro alle richieste generali della stragrande maggioranza del popolo italiano flagellato dalla pandemia, delle masse operaie, lavoratrici, pensionate e giovanili, nello specifico dei medici, degli infermieri, degli ausiliari, impegnati in prima linea. Consci che oggi il fronte unito è una necessità non più procrastinabile della lotta di classe in Italia, contro il capitalismo e più in generale per un’alternativa di società che per noi si chiama socialismo.
È bene chiarire subito che questa pandemia che ci sta flagellando rappresenta il frutto amaro degli allevamenti intensivi di animali, della devastazione della natura, della perdita della biodiversità e della specie, della distruzione dell’habitat delle specie selvatiche, della deforestazione, dell’inquinamento dell’ambiente, dei mari e dell’aria, dei cambiamenti climatici. Essa non è piovuta dal cielo ma ha un nome e un cognome: capitalismo e imperialismo. Così come allo stesso tempo occorre smascherare e farla finita con la favola governativa, papista e bonomiana del “siamo tutti sulla stessa barca”: Briatore al San Raffaele era a pagamento su un transatlantico, le decine di migliaia di morti e infettati di cui molti sul luogo di lavoro erano su una zattera.
I governanti nostrani, sia di “centro-destra”, che di “centro-sinistra”, compresi gli ultimi due governi Conte non hanno fatto niente per prevenire e fronteggiare le emergenze sanitarie, se non distruggere il Sistema sanitario nazionale pubblico, spezzettandolo in ventuno regni autonomi a favore della sanità privata.
Tant’è che negli ultimi 30 anni sono stati dimezzati i posti letto negli ospedali e chiusi i presidi più piccoli distribuiti sul territorio. 37 miliardi di euro sono stati sottratti alla sanità pubblica negli ultimi 10 anni e ben 40 mila i posti letto che sono stati tagliati negli ultimi 15 anni. Complessivamente in queste condizioni 11 milioni di persone nel nostro Paese non sono nelle condizioni di accedere alle prestazioni sanitarie.
Con questa campagna unitaria, che ha una valenza e un significato storici perché a proporla sono pressoché tutte le forze dell’attuale sinistra di opposizione, cosa che non avveniva da innumerevoli anni, di cui la raccolta di firme a sostegno di una petizione popolare non è che il primo passo, tutti noi gridiamo all’unisono per dire basta a questo scempio sanitario e sociale e reclamiamo una sanità adeguata ai nuovi scenari del XXI secolo. Per questo diciamo di voler riconquistare il diritto alla salute, battendoci per una sanità pubblica, universale, laica, gratuita.
Una parola d’ordine tanto semplice quanto diretta, che chiede un unico Servizio sanitario nazionale pubblico gestito dallo Stato al posto dell’attuale sistema di autonomie regionali con il suo volto antipopolare e criminale, come ha ben dimostrato l’“eccellenza” della Lombardia guidata dalla giunta Fontana durante questa pandemia.
Ciò significa che va rafforzato, sviluppato e rifinanziato il Sistema sanitario nazionale, colmato il divario sanitario tra il Nord e il Sud d’Italia, che vanno aboliti tutti i ticket e ogni forma di compartecipazione alla spesa da parte degli ammalati. Ciò significa abolire la regionalizzazione della sanità, nonché il sistema perverso del pubblico privato di sanità. Ciò significa più ospedali, più posti di terapia intensiva e sub intensiva, più medici, più infermieri, più personale sanitario.
Noi non vogliamo più assistere a quelle scene raccapriccianti come durante il Covid. Per questo chiediamo una sanità pubblica che garantisca sicurezza e prevenzione antivirus adeguate nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università. Chiediamo dispositivi di protezione individuali nelle quantità necessarie e gratuiti, un piano di prevenzione di future pandemie, vaccino e medicine antivirus gratuiti per tutti.
Care compagne, cari compagni,
firmate e fate firmare la nostra petizione, perché la salute del popolo italiano deve venire prima dei profitti della sanità privata e delle multinazionali farmaceutiche, prendete contatto con tutti gli altri promotori presenti sul vostro territorio per organizzare o partecipare alle iniziative locali, cercando ove possibile di allargare le interlocuzioni con i soggetti dell’associazionismo, del volontariato, sindacali e di movimento con cui avete rapporti e che potrebbero essere coinvolti sulle nostre comuni rivendicazioni.
Uniamo le nostre rosse bandiere con la falce e il martello e diamo tutto per la causa della sanità pubblica.
La lotta di classe non può non continuare, pensando all’Italia futura. Quella che ha in mente il governo sarà peggiore di quella attuale. Persisterà il dominio della borghesia e del capitalismo, si aggraveranno le disuguaglianze sociali e territoriali, le condizioni di vita e di lavoro delle masse, la disoccupazione e la povertà, ed è probabile che diventeranno permanenti, con qualche aggiustamento, l’isolamento sociale, il controllo sociale, il telelavoro, l’insegnamento a distanza, il restringimento delle libertà e della democrazia borghesi, l’emarginazione, la militarizzazione del Paese, del parlamento, e il nazionalismo patriottardo e fascista. Insomma una dittatura antivirus.
Intanto nonostante che intaschino decine di migliaia di euro al mese lorsignori deputati, amministratori regionali e comunali hanno chiesto il bonus di 600 euro: vergognatevi! Un crimine contro quei milioni di famiglie che non arrivano alla fine del mese!
Anche il “decreto agosto” va in questa direzione: è per i padroni non per i lavoratori. Per noi i licenziamenti vanno bloccati permanentemente non solo fino al 31 dicembre, i contratti a termine vanno aboliti, la cassa integrazione deve arrivare subito ed essere a salario pieno, il Sud deve avere più risorse, l’ILVA va nazionalizzata. Occorre battersi per la piena occupazione, non per l’assistenzialismo, foraggiato con i soldi dell’Unione europea imperialista che ci legherà mani e piedi per le prossime decine di anni.
Grazie.
 

9 settembre 2020