Nostra intervista ad Angelo Ferrillo, in prima linea nella denuncia e lotta contro la grave situazione nella Terra dei Fuochi
"L'emergenza rifiuti in Campania è la più grande catastrofe ambientale a partecipazione pubblica"

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Nola
"Non stare fermo, mobilitati". È lo slogan del blog di Angelo Ferrillo, napoletano di Villaricca, impegnato da ben 12 anni in prima linea contro il problema annoso della Terra dei Fuochi. Sta combattendo dal 2008 una battaglia con la quale cerca di far partecipe, soprattutto attraverso la sua pagina Facebook e molte dirette nelle quali è solo lui a metterci la faccia, l'angosciata e a quanto pare oggi inerme popolazione di Napoli e provincia.
Ferrillo vive direttamente il devastante problema nella parte del napoletano (Giugliano, Villaricca), che confina con il casertano, cioè dove domina il clan dei Casalesi, che tanti affari e profitti hanno estorto anche a danno della salute della popolazione.
Il problema si sa, non è solo di questa zona, bensì di tutta la Campania, con riguardo particolare anche al famoso “triangolo della morte” Nola-Acerra-Marigliano. Una parte d'Italia lasciata morire lentamente, nell'incuranza e nel negazionismo dei partiti della "sinistra" e della destra borghese in concerto, con rappresentanti istituzionali come il boss piddino Vincenzo De Luca, aspirante alla rielezione come ducetto della Regione Campania, che dopo aver distrutto la sanità nella regione, ha clamorosamente e vistosamente negato l'esistenza del problema inquinamento in Campania.
"La vera emergenza rifiuti ancora in corso in Campania è il più grande avvelenamento di massa in un Paese occidentale, la più grande catastrofe ambientale a partecipazione pubblica” scrive sul suo blog Angelo Ferrillo. "Molti non immaginano l’entità del problema, i danni che stiamo subendo e le gravi conseguenze per la salute. Abbiamo denunciato ogni istituzione competente, informiamo tutti", esordisce alle nostre domande Ferrillo, da noi rintracciato telefonicamente. Ecco l'intervista.
Come mai ti sei dedicato a questa battaglia?
Sin da ragazzino ho sofferto di difficoltà respiratorie. Girando per il nostro territorio ho iniziato a collegare ciò che vedevo con i casi di patologie tumorali che si manifestavano, ne ho compreso la gravità, scoprendo come fosse tutto un sistema collaudato con il consenso della politica e dunque ho cercato di avvisare l'opinione pubblica con ogni mezzo possibile.
Che tipo di ostacoli ti ha trasposto la politica delle istituzioni? C'è un collegamento tra politica e criminalità?
Tutti gli ostacoli possibili e immaginabili. Mi hanno dapprima deriso, poi diffamato, poi combattuto ostacolandomi per vie giudiziarie, attaccavano me ma non il problema che sollevavo. Già questo serve a far capire il loro vero scopo. Su questo territorio ormai la politica è diventata la declinazione istituzionale della criminalità organizzata. Se non fosse come dico, non staremmo ridotti così.
Perché la popolazione dopo lo slancio iniziale non protesta più?
Questi sono fenomeni sociali di massa le cui risposte dovrebbero darle i sociologi. Io credo che ormai la popolazione sia assuefatta al peggio abituata a vivere in un degrado cronico come se ci avesse fatto il callo, è triste dirlo ma credo sia così.
E su De Luca, lo “sceriffo”, che dici? E sul registro tumori?
De Luca peggio di chiunque altro. Aveva promesso e non ha fatto niente di quel che ha detto, non è credibile perché dà solo finte soluzioni, proprio come il ministro dell'Ambiente Costa dei 5 Stelle. Questi politicanti fanno di tutto pur di non aggredire il nocciolo della questione, l'economia sommersa e la criminalità organizzata dei rifiuti.
Il registro tumori c'è ma non funziona a dovere, con gli strumenti tecnologici che ci sono si seguono cluster epidemici virali e ancora non si riesce a dire perché in alcune zone ci siano picchi di alcune tipologie di cancro. È ormai evidente che si stia insabbiando una verità scomoda che farebbe svegliare la coscienza collettiva e probabilmente porre la parola fine a tutto ciò. Dunque è tutto voluto, c'è una volontà precisa a non andare fino in fondo e nel navigare attorno alle questioni.
Nel ringraziare Angelo Ferrillo per la disponibilità ad offrirci la preziosa intervista, lo invitiamo a continuare nella sua azione instancabile di denuncia degli avvelenatori del popolo che stanno devastando una splendida regione come la Campania.
Ci auguriamo che la popolazione campana riprenda fiducia e coraggio per far sentire nuovamente la propria voce di protesta dopo quelle del 2008 contro la discarica di Chiaiano e del 2011 contro quella di Panzano a Terzigno. In epoca di virus sarebbe delittuoso e suicida rintanarsi senza reagire al biocidio programmato.
Tutto conferma che il vero virus che corrode come un parassita qualsiasi organismo incontri è il capitalismo che va abbattuto.
Solo il socialismo è il sistema nel quale l'essere umano, sconfitto l'individualismo e la corruzione che questo genera, può nella solidarietà con i propri simili aspirare ad un mondo migliore e più giusto.

30 settembre 2020