Promosse da SI Cobas e La Città Futura
Due importanti assemblee nazionali di lavoratrici e lavoratori
A Bologna in 350 in presenza
Andrea cammilli e franco panzarella attaccano duramente il governo conte e propongono un sindacato unico

A distanza di due sole settimane le lavoratrici e i lavoratori anticapitalisti e antigovernativi, combattivi e comunisti come si sono rispettivamente e significativamente definiti, hanno dato vita a due Assemblee nazionali di estrema importanza per il rilancio della lotta di classe nel nostro Paese.
A Bologna il 27 settembre in ben 350 si sono ritrovati in presenza, rispondendo ad un Appello proposto dal SI Cobas e sottoscritto da oltre 700 lavoratrici e lavoratori, appartenenti allo stesso SI Cobas, SGB, USB, opposizione CGIL, o semplici operaie e operai della scuola, metalmeccanici, della funzione pubblica, ai tanti del trasporto merci e facchini. In questa sede l’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi ha dato sicuramente lo slancio alle prossime lotte sindacali e sociali, in una sei ore piena di interventi, ben 70, che hanno chiaramente messo all’indice il governo Conte, come hanno fatto i nostri compagni e il portavoce nazionale del Si Cobas Aldo Milani, e la Confindustria guidata dal falco Bonomi, smascherato l’allocuzione del “siamo tutti sulla stessa barca”, invitato all’unità d’azione politica e sindacale per unire le lotte, perché la crisi sociale, economica e produttiva causata dalla pandemia la paghino i padroni e non la classe operaia, le masse lavoratrici e popolari.
Perché come recita l’Appello “tutto lascia presagire che il peggio debba arrivare. Per i padroni l’emergenza è infatti occasione per socializzare le perdite, accelerando le ristrutturazioni e aumentando lo sfruttamento. Non a caso dispiegano oggi un’offensiva sui contratti nazionali, evitando di rinnovarli e pretendendo il rispetto di quel patto del lavoro sottoscritto dalle burocrazie confederali che blocca ogni aumento salariale, salvo (forse) qualche briciola di welfare aziendale. Per lavoratori e lavoratrici si profilano licenziamenti, taglio dei salari, inasprimento di ritmi e carichi, ulteriore riduzione delle tutele: tali misure avranno effetti ancora più feroci nel meridione d’Italia. Come sempre sono le donne le più colpite: nel lavoro (con salari più bassi), nella perdita del lavoro (le prime a vederselo ridotto o ad esser licenziate) e nella riproduzione sociale (scaricando soprattutto su di loro la chiusura di scuole e asili-nido). Facendo leva sui decreti-sicurezza che hanno equiparato le lotte sindacali e sociali a problemi di ordine pubblico, i padroni e i loro governi usano l’emergenza anche per imporre nuove strette repressive, con la militarizzazione nelle piazze e ai cancelli (persino con la security privata, come alla TNT), mentre la destra (e non solo) continua a diffondere il veleno del razzismo e dell’odio etnico, alimentando divisioni e guerre fratricide tra gli sfruttati per celare le vere cause e i veri responsabili della cris i”.
La mozione finale approvata dall’Assemblea, e che pubblichiamo integralmente a parte, propone perciò “di attraversare le diverse iniziative di lotta e di sciopero che dovessero svilupparsi nelle prossime settimane, anche costruendo percorsi di convergenza e unificazione con le mobilitazioni di disoccupati, gli strike contro la devastazione ambientali e per lo sviluppo delle reti di solidarietà;
di organizzare una giornata di iniziativa nazionale per il prossimo 24 ottobre, sviluppandola nei diversi territori e nelle diverse realtà attraverso l’iniziativa di assemblee e coordinamenti locali, che nasceranno sulla base dell’assemblea di oggi;
di dare continuità a questo percorso aperto e collettivo di convergenza tra diversi settori e soggettività di classe, ponendosi il problema di sviluppare entro la fine dell’anno un processo di generalizzazione delle lotte e quindi anche di sciopero generale, per contrastare l’offensiva padronale che ha un carattere generale sul fronte dei contratti, della scuola e della sanità come delle più generali politiche economiche del governo ”.
All'attacco a salari e diritti, vi si legge altresì, “dobbiamo allora contrapporre una piattaforma generale di lotta che su scala nazionale e internazionale sappia rilanciare le parole d'ordine storiche del movimento operaio: 1. riduzione generalizzata dell'orario di lavoro a parità di salario; 2. patrimoniale sulle grandi ricchezze per far pagare la crisi ai padroni; 3. salario medio garantito a tutti i proletari occupati e disoccupati, eliminando contratti precari e paghe da fame; 4. eliminazione del razzismo istituzionale a partire dall’abolizione delle attuali leggi sull’immigrazione e da una regolarizzazione di massa slegata dal ricatto del lavoro”. L’Assemblea, infine, aderisce “alla manifestazione contro la repressione, contro i decreti sicurezza e per la difesa del diritto di sciopero indetta per il giorno 3 ottobre a Modena ”.
I compagni Andrea Cammilli e Franco Panzarella nei loro forti e applauditi interventi, che pubblichiamo a parte, hanno attaccato duramente il governo Conte e proposto un unico sindacato. Prerogative che ci hanno differenziato decisamente dalla maggioranza degli altri interventi, atti più a raccontare esperienze personali di lotta o a fare un’analisi generale, dimenticandosi del governo in carica e della dittatura antivirus di Conte. Una forte convergenza con quelli dei nostri compagni sono stati invece una decina di interventi che hanno chiesto lo sciopero generale nazionale in autunno.
Il 12 settembre sulla piattaforma on line Google Meet si era tenuta la prima Conferenza nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori comunisti promossa dal collettivo politico “La Città Futura”. Anche in questo caso si è trattato di un passaggio molto importante perché, dopo le prime due assemblee di preparazione del 14 e 30 luglio, questo è stato un primo vero momento di confronto e di analisi sull’esigenza di stilare una piattaforma unitaria comune e un programma di intervento e di partecipazione diretta nelle lotte nei luoghi di lavoro, di studio e nella società e rispondere all’attacco padronale acuito dalla crisi economica e sanitaria da parte delle lavoratrici e dei lavoratori comunisti che militano nei vari partiti con la bandiera rossa e la falce e il martello, nella CGIL e nei vari sindacati di base.
Alla Conferenza hanno preso parte una cinquantina di compagne e compagni collegati da differenti zone d’Italia che lavorano in diversi settori: operai, lavoratori precari, impiegati, studenti, pensionati, ma anche insegnanti, giornalisti, sindacalisti e attivisti di centri sociali, collettivi e circoli culturali. L’assemblea, che è durata oltre tre ore, è stata caratterizzata da un grande spirito unitario ed è stata molto partecipata con un susseguirsi di interventi che hanno riportato esperienze concrete e affrontato le varie problematiche che affliggono i lavoratori e il movimento operaio e le relative ipotesi di intervento comune per rilanciare la lotta di classe in Italia.
Presente alla Conferenza il compagno Franco Panzarella, il quale nel corso del suo intervento ha fra l’altro affermato che “l’obiettivo strategico delle lavoratrici e dei lavoratori comunisti è quello di abbattere il sistema economico capitalista a cominciare dal governo borghese del dittatore antivirus Conte che ne regge le sorti e ne tutela gli interessi”. A livello politico, ha aggiunto ancora il compagno, auspico “che tutte le compagne e i compagni al di la della propria militanza e convinzioni ideologiche lavorino per costruire dal basso un fronte unito anticapitalista e antigovernativo per il socialismo”. Nell’immediato, ha concluso il compagno: “bisogna adoperarsi per unificare tutte le iniziative sindacali e arrivare a uno sciopero generale unitario con manifestazione nazionale a Roma sulla base di una piattaforma unitaria incentrata sul lavoro e il rinnovo dei contratti di 13,2 milioni di lavoratori pubblici e privati”.
L’intervento del compagno è stato apprezzato e ripreso in particolare da un delegato del direttivo provinciale della Fiom-Cgil di Monte Brianza che si è detto molto d’accordo con l’obiettivo strategico di sciogliere tutti i sindacati a favore del sindacato unico basato sulla democrazia diretta e sul potere sindacale e contrattuale delle Assemblee generali di ogni luogo di lavoro.
Uno spirito unitario emerso in quasi tutti gli interventi e in particolare da parte di un operaio della IVECO che ha invitato tutti ad andare alla ricerca di ciò che unisce mettendo da parte ciò che divide. Ritrovare la voglia di operare insieme mettendo la lotta di classe come priorità rispetto alle beghe ideologiche, e impiegando tutte le energie alla ricerca dell’unità nella consapevolezza che ogni rottura tra comunisti e comuniste, ogni loro disgregazione, significa scoprire il fianco ai borghesi i quali ne approfittano per approfondire la loro capacità di dominio politico, culturale, economico sul proletariato.
Sul piano operativo l’Assemblea ha deciso di costituire 3 gruppi di lavoro: il primo sulla stesura di un programma minimo di classe, il secondo sulla questione sindacati e consigli e il terzo su come organizzarsi nell’immediato relativamente alle tante scadenze imminenti: contratti, scioperi, smart working, sanità, scuola, sicurezza nei luoghi di lavoro.

30 settembre 2020