L’ombra di De Mita e Mastella che sbraitano per avere assessori per un falso rinnovo votato al nepotismo
Nel consiglio regionale campano spadroneggiano nepotismo e capi bastone
De Magistris rimane a bocca asciutta

Redazione di Napoli
Mercoledì 23 settembre venivano ufficializzati i nuovi consiglieri regionali della Campania che, salvo sorprese, occuperanno le 50 poltrone di palazzo S. Lucia.
In consiglio entra il primatista di preferenze di questa tornata elettorale in Campania, già soprannominato “mister 40 mila voti”, Mario Casillo (PD), mentre vengono clamorosamente sconfitti nomi dichiarati sicuri di passare il turno come i consiglieri PD uscenti l’ex CGIL Gianluca Daniele, Enza Amato, il bassoliniano Antonio Marciano e Nicola Marrazzo, con una sconfitta generale dell’area Zingaretti a favore di quella vicino al governatore rieletto.
Salgono molti fedeli a De Luca come gli assessori regionali uscenti Luca Fortini e Corrado Matera, Carmine Mocerino e Luca Cascone. L’ombra di due vecchi volponi come Ciriaco De Mita e Clemente Mastella della vecchia DC aleggia nel nuovo Consiglio: basti pensare alla rispettive liste civiche “Fare democratico”, dell’attuale neopodestà di Nusco che ha eletto Felice Di Maiolo e Corrado Matera, e “Noi Campani” con i nuovi consiglieri Luigi Abbate e Maria Luigia Di Nocera eletti grazie all’apporto del loro mentore, il neopodestà di Benevento Mastella. Particolarmente folta la schiera dei cosiddetti “figli d’arte”, in ossequio al nepotismo che da decenni attanaglia la Campania: come il caso di Bruna Fiola, “figlia d’arte” del ex PSI Ciro; o Giovanni Mensorio e Annarita Patriarca, appartenenti alle omonime e potenti famiglie ex DC; e ancora Raffaele Maria Pisacane, figlio di Michele, già deputato e consigliere regionale, e per finire il figlio dell’ex consigliere uscente DC Pasquale Sommese, ossia Giuseppe.
Dallo sfascio del “centro-destra” escono eletti consiglieri personaggi come il provocatore Severino Nappi, capofila della Lega fascista, razzista e xenofoba in Campania, già professore di diritto del lavoro e assessore famigerato per aver intrapreso una vergognosa quanto repressiva lotta senza quartiere con il movimento dei disoccupati organizzati, perdendola clamorosamente. Eletto anche il protettore dei nazifascisti di Casapound a Napoli, Marco Nonno (FdI), già candidato per “La Destra” voluto dal neopodestà De Magistris come vicepresidente del Consiglio comunale a Napoli, condannato a 8 anni e 6 mesi di reclusione dal Tribunale di Napoli in primo grado per sequestro di persona, devastazione e violenza privata. Escluso dopo sei legislature e trenta anni di attività in consiglio regionale Ermanno Russo (FI), oltre che l’ex europarlamentare di Fratelli d'Italia Enzo Rivellini e Aurelio Tommasetti, ex rettore dell’Università di Salerno, che ha avuto l’impudenza di candidarsi con la Lega di Salvini, e che è stato travolto dalle contestazioni degli studenti e delle studentesse che ne chiedevano l’immediata rimozione.
Nel M5S i consiglieri regionali passati, con in testa Valeria Ciarambino, sono praticamente gli stessi della scorsa legislatura con poche novità, tra l’altro sconosciute. Nessuno dei candidati indicati dal gruppo politico del neopodestà di Napoli De Magistris è stato eletto, cominciando dall’ex assessore al Welfare , Roberta Gaeta.
Nel frattempo cominciano le manovre per accaparrarsi le poltrone ben remunerate di assessori. In vista della composizione della giunta regionale, chiaro il monito di Mastella: “con De Mita e Renzi controlliamo il 15% del consiglio regionale”, facendo ben capire a De Luca che non si accontenterebbero di ottenere un solo assessore nell’esecutivo. Insomma la giunta che si profila va in direzione opposta ai bisogni delle masse popolari, soprattutto giovanili, nonostante che De Luca abbia spergiurato: “e ora al primo posto il lavoro ai giovani”.

7 ottobre 2020