Impressioni sulla Commemorazione Mao

Un evento entusiasmante con uno straordinario e completo discorso tenuto da Urgo
Ogni Commemorazione di Mao è, e non è per nulla retorica affermarlo e ribadirlo, un evento entusiasmante. Anche questa non è stata da meno, anzi, considerando la situazione particolare indotta dalla pandemia da Covid, ha mostrato la volontà fermissima delle e dei partecipanti di esserci e di partecipare, tra l'altro nel pieno rispetto delle norme stabilite, certo riaffermando, però, nel contempo, la nettissima opposizione al dittatore antivirus Conte.
Straordinaria e completissima la relazione del compagno Angelo Urgo su "Gli insegnamenti di Mao sulla cultura del proletariato, sui marxisti- leninisti e sulla lotta per il socialismo", con una vasta disamina delle opere, soprattutto filosofiche, in vista, ovviamente, dello "hic et nunc" (qui e ora) delle lotte che ci attendono. Idem per tutti gli interventi, per la partecipazione ai nostri canti e alle nostre parole d'ordine, a dimostrazione del fatto che: "Noi comunisti siamo gente di una fattura particolare. Siamo fatti di una materia speciale. Siamo coloro che formano l'esercito del grande stratega proletario, l'esercito del compagno Lenin. Nulla è più elevato dell'onore di appartenere a questo esercito. Nulla è più elevato dell'appellativo di membro del partito che è stato fondato e diretto dal compagno Lenin. Non a tutti è dato essere membri di un tale partito. Non a tutti è dato sopportare i rovesci e le tempeste che l'appartenenza a un tale partito comporta (basti pensare alle angherie, derisioni per non dire delle provocazioni fisiche cui tante compagne e tanti compagni sono sottoposte/i, quando si scopre la militanza nel PMLI, per lo stolto pregiudizio antistalinista e antimaoista dominante, che ovviamente prescinde dalla necessità storica che porta da Marx ed Engels a Lenin, a Stalin, a Mao, contro ogni errore revisionista, NdA). I figli della classe operaia, i figli del bisogno e della lotta, i figli delle privazioni inimmaginabili e degli sforzi eroici; ecco coloro che innanzitutto, debbono appartenere a un tale partito. Ecco perché il partito dei leninisti, il partito dei comunisti, si chiama al tempo stesso partito della classe operaia" (Stalin, “Lenin è morto”. Discorso pronunciato al II Congresso dei Soviet dell'URSS il 26 gennai 1924).
Riaffermando la teoria delle due culture e concezioni del mondo, proletaria e borghese, che sono una contraddizione antagonistica, non risolvibile se non con la lotta, Mao pone come prima delle dieci indicazioni ai marxisti-leninisti la seguente: "Un comunista deve essere franco leale e attivo, deve mettere gli interessi della rivoluzione al di sopra della sua stessa vita e subordinare gli interessi personali a quelli della rivoluzione; sempre e dovunque, deve essere fedele ai principi giusti e condurre una lotta instancabile contro ogni idea e azione errata, in modo da consolidare la vita collettiva del Partito e rafforzare i legami del Partito con le masse; deve pensare più al Partito che agli individui, più agli altri che a se stesso. Solo così può essere considerato un comunista" (Mao, “Contro il liberalismo”, 7 settembre 1937).
Ebbene questo comportamento era pienamente riscontrabile negli atteggiamenti anche posturali e mimici delle compagne e dei compagni presenti lo scorso 13 settembre, a dimostrazione del fatto che non tutti si sono rassegnati alle verità imposte dai regimi borghesi.
Eugen Galasso - Firenze

7 ottobre 2020