Manifestazione nazionale contro la repressione
Migliaia di lavoratori in piazza a Modena
480 lavoratori sotto processo per manifestazione non autorizzata, violenza privata, lesioni, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale
Uniti e solidali in difesa del diritto di sciopero e di manifestazione

Contro la repressione delle lotte sindacali, i processi politici, i decreti fascisti di Salvini sulla “sicurezza” e le leggi antisciopero, il 3 ottobre migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Modena nell'ambito della manifestazione nazionale indetta dal Si Cobas per solidarizzare e difendere i diritti dei 480 lavoratori colpiti da procedimenti penali, con alla testa i 120 operai Italpizza che hanno picchettato lo stabilimento tra l'inverno 2018 e il 2019 e sono già stati rinviati a giudizio per manifestazione non autorizzata, violenza privata, lesioni, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale e gli altri .
Nonostante l'intimidatorio dispiegamento di centinaia di poliziotti in assetto antisommossa lungo tutto il tragitto, un combattivo e partecipato corteo è partito da Largo Sant'Agostino e ha percorso il centro cittadino per poi concludersi in Piazza Grande.
In testa al corteo il significativo striscione "Modena sotto processo", a sintetizzare le ragioni della mobilitazione nazionale. A seguire migliaia di manifestanti hanno scandito slogan e esposto striscioni e cartelli per ribadire che “scioperare non è un reato... I piani repressivi orditi dai padroni, dal potere politico e dai bonzi sindacali di Cgil-Cisl-Uil trovano e troveranno una resistenza diffusa e decisa, sia sui luoghi di lavoro, sia sul territorio modenese ed emiliano... Gli scioperi non si processano, è giusto ribellarsi al sistema di schiavitù e di supersfruttamento del sistema capitalista... Non ci piegherete”.
Nel corso degli interventi conclusivi vari delegati sindacali hanno ribadito che “Noi continueremo a lottare contro i decreti-sicurezza, l'offensiva padronale e la linea capitolazionista e collaborazionista dei vertici sindacali confederali... La grande manifestazione di oggi non è semplicemente un’iniziativa di solidarietà su un singolo, per quanto gravissimo, episodio repressivo, bensì parte di un percorso di lotta unitario e generale che è partito dal contrasto all’uso capitalistico dell’emergenza-Covid... una tappa di quel percorso ampio e unitario che è stato lanciato con l’assemblea del 27 settembre a Bologna... e anche un momento di slancio verso lo sciopero nazionale per il rinnovo del contratto della logistica che si terrà il 23 ottobre e porterà a una grande giornata di lotta in tutte le città il prossimo 24 ottobre”.
Alla protesta hanno partecipato fra gli altri diversi partiti con la falce e martello e la bandiera rossa fra cui Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Partito Comunista dei Lavoratori e una folta delegazione del Fronte della Gioventù Comunista. Presenti anche diversi movimenti e attivisti dei centri sociali, disoccupati, NoTav, Black Lives Matter, Brigate di solidarietà, Adl Cobas, SGB e diverse altre soggettività politiche, sindacali e sociali aderenti al Patto d’Azione e al Fronte Unico di Classe.
“Attualmente – fanno sapere dal Si Cobas - come cifra parziale dei procedimenti giudiziari a Modena, già iniziati contro lavoratori, sindacalisti e solidali, dal 2017 a oggi, siamo a 458 procedimenti, di cui al momento 120 afferiscono al maxi-processo Italpizza, altri 110 al processo Alcar Uno, i restanti a tutta un'altra serie di vertenze. Le accuse sono quelle di violenza privata, cioè il picchetto, quindi il blocco delle merci, che in realtà è un'attività di non violenza, perché di scontri noi non ne abbiamo mai fatti, altrimenti le cose sarebbero andate in maniera diversa. Altre accuse sono quelle di manifestazione non autorizzata, cioè lo sciopero, lesioni, resistenza, oltraggio e alcune accuse accessorie. Abbiamo tredici fogli di via, diversi avvisi orali che preludono alla sorveglianza speciale.
Tutto il repertorio del Codice fascista Rocco e dei decreti Salvini viene impiegato dalle classi dirigenti per contrastare le lotte operaie... Vedremo cosa ne pensano i giudici, che potrebbero applicarli in aggiunta alle accuse formulate dalla polizia. Di certo non serviranno a spaventarci e a fermare le lotte. Noi, il giorno in cui il decreto sicurezza è diventato esecutivo, eravamo davanti Italpizza e stavamo bloccando i cancelli, sfilando per la strada e resistendo alle cariche”.

7 ottobre 2020