Il nuovo Consiglio comunale di Reggio Calabria pieno di indagati, imputati, condannati, imbroglioni e voltagabbana
Fare affidamento sulla lotta di classe e costituire le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

Dal corrispondente della provincia di Reggio Calabria e della Calabria
Sabato 10 ottobre si è tenuta davanti all’ingresso di palazzo San Giorgio la cerimonia di proclamazione dei nuovi consiglieri eletti alle ultime amministrative di Reggio Calabria; degni rappresentanti della borghesia reggina e del capitalismo.
Ad aprire il rito, al fianco del sindaco Pd Giuseppe Falcomatà confermato alla guida della città, il presidente della Commissione elettorale Giuseppe Campagna che dopo 20 giorni di polemiche e conteggi vari, ha finalmente reso noto il numero definitivo dei voti validi espressi al primo turno: sono stati 94.481. Un aggiornamento del tutto irrilevante ai fini dell’astensionismo che ha vinto nettamente, sia al primo che al secondo turno, delegittimando di fatto il nuovo Consiglio comunale reggino.
Beffato in extremis l’ex candidato sindaco Klaus Davi: la sua lista, in base al metodo d’Hondt e all’arrotondamento per eccesso del premio di maggioranza riservato alla coalizione vincente, non raggiunge il quorum necessario all’attribuzione del seggio. Qualora ci fossero gli estremi, il massmediologo potrebbe decidere di ricorrere al Tar.
Si mette male per la professoressa Angela Marcianò, sostenuta alle elezioni dal partito fascista Fiamma Tricolore. Pur essendo stata nominata consigliera di minoranza, rischia dopo la condanna a 1 anno di reclusione ricevuta col rito abbreviato per la vicenda “Miramare”, la sospensione a 18 mesi in ottemperanza della legge Severino.
Se Atene piange, Sparta non ride. Oltre agli indagati Antonino Castorina (Pd), Rocco Albanese (Pd), e Filippo Quartuccio (Articolo uno) per lo scandalo Avr, altri 4 consiglieri confermati alle ultime elezioni, insieme allo stesso Falcomatà, sono sotto processo. Si tratta di Armando Neri (Reset), Giuseppe Marino (Pd), Giovanni Muraca (La Svolta) - anch’essi coinvolti nell’inchiesta “Helios” - e del voltagabbana Saverio Anghelone (Cambiamo con Toti).
Facevano parte della giunta comunale di “centro-sinistra” che nel 2015 assegnò all’associazione “Il sottoscala” parte dell’ex hotel Miramare di proprietà del comune. Le accuse gravissime, sono: abuso d’ufficio e falsità materiale e ideologica. Dopo una lunga serie di rinvii causati dall’emergenza coronavirus, il processo riprenderà il 29 ottobre. Se dovesse arrivare una sentenza di condanna superiore a 2 anni, il comune di Reggio Calabria rischierebbe un nuovo commissariamento.
Per la prima volta nella storia della città dello Stretto, la Lega del ducetto Matteo Salvini entra a palazzo San Giorgio. Sarà rappresentata da Giuseppe De Biasi, ex Ndc in passato molto vicino al fascista mal-ripulito Giuseppe Scopelliti, ex sindaco di Reggio ed ex governatore della Regione Calabria.
Tra i nuovi volti, da segnalare quello del 25enne Federico Milia (Fi) che con i suoi 1.700 voti è risultato il consigliere più votato tanto da essere soprannominato “il signore dell’urna”. Appoggiato dal deputato forzista Francesco Cannizzaro, il giovane si è reso colpevole in campagna elettorale di aver imbrattato la città affiggendo i propri manifesti al di fuori degli spazi riservati.
Ritroviamo nelle file del Psi anche l’ex assessora alle Finanze Irene Calabrò, dirigente nazionale del partito socialista ed elogiata come colei che “ha saputo interpretare l’essenza del socialismo e del concetto di rappresentanza”. Che tradotto significa riformismo della peggior specie.
Insomma, il “secondo tempo” di Falcomatà è appena iniziato ma visti gli scempi compiuti finora, sarà sicuramente peggiore del primo.
Una nuova politica di lacrime e sangue sta per abbattersi sul proletariato e le masse popolari reggine. Non c’è tempo da perdere: serve una rottura netta e decisa. Bisogna fare affidamento sulla lotta di classe e costituire le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo basate sulla democrazia diretta e la parità di genere: Assemblee popolari e Comitati popolari. L’unico modo possibile per strappare al potere centrale locale quei provvedimenti e quelle misure necessarie a migliorare le condizioni di lavoro e di vita dell’intera città.

14 ottobre 2020